MAROSTICA. È stato un giorno di lutto e cordoglio ieri nella frazione di Vallonara di Marostica. Nel pomeriggio, nella chiesa parrocchiale sono state celebrate, con la partecipazione sull'altare di più sacerdoti, le esequie di Giada Lunardon, la ragazzina di 11 anni strappata alla vita dalla leucemia, malattia contro la quale aveva invano lottato per diverso tempo. La comunità di Vallonara s'è stretta numerosa per l'ultimo abbraccio, attorno a mamma Cinzia, a papà Dino e alla sorellina della vittima. La salma è stata poi accompagnata nel cimitero della frazione. Tutti a Vallonara hanno pregato e sperato fino all'ultimo perché Giada potesse uscire dal tunnel con l'aiuto della medicina e di un trapianto di midollo osseo. L'intervento però non è mai stato eseguito per una serie di circostanze sfortunate.
Un primo donatore, uno statunitense, avrebbe incontrato l'opposizione dei familiari perché la piccola Giada non era cittadina americana. Quando s'è aperto lo spiraglio con un donatore tedesco compatibile, invece, era ormai troppo tardi. Le condizioni dell'undicenne s'erano aggravate ed era troppo tardi per intervenire. La vicenda dolorosa di Giada, dei genitori e della sorellina ha lasciato il segno a Vallonara, dove la famiglia Lunardon, stimata e benvoluta, abita da diversi anni. I conoscenti parlano, con commozione, di un nucleo molto unito e capace, pur nel dolore, di diventare un esempio. La mamma Cinzia, originaria della stessa frazione, e il papà Dino hanno sempre trovato la forza, pur consci della gravità della malattia che aveva aggredito la loro bambina, di avere una parola buona per tutti. E rimane indelebile a Vallonara il ricordo di Giada, una undicenne che s'affacciava alla vita con un sorriso, una solarità e un'allegria contagiosi. Mancherà, alla ripresa della scuola, anche alle compagne e ai compagni dell'istituto, alle maestre che ne hanno seguito amorevolmente il percorso di studi, purtroppo segnato dalla malattia. Il patrimonio che Giada ha lasciato non dev'essere disperso.