Non dite che domani scomparirò.
Arriverò ogni secondo, per essere un germoglio sul ramo a primavera;
per essere un minuscolo uccellino con le ali ancora fragili che impara a cantare nel suo nido;
per essere un bruco nel cuore di un fiore; per essere un gioiello che si nasconde in una pietra.
Io arriverò sempre, per ridere e per piangere, per temere e per sperare.
Sarò come l'insetto che muta la sua forma sulla superficie di un fiume.
E come l'uccello che, a primavera, arriverò a mangiare l'insetto.
Io sarò la bambina profuga su una barca,
che si getterà in mare dopo essere stata violentata da un uomo.
E sarò quell'uomo, con il cuore ancora incapace di vedere e di amare,
che dovrà pagare il suo debito di sangue alla mia gente,
morendo lentamente in un campo di dolore.
La mia gioia sarà come la primavera, così splendente che da sbocciare i fiori su tutti i sentieri della vita.
Il mio dolore sarà come un fiume in lacrime, così gonfio che riempierà da solo i quattro oceani.
Ma per favore chiamatemi con i miei veri nomi, cosicché io possa udire tutti i miei pianti e tutte le mie risa insieme.
Per favore chiamatemi con i miei veri nomi, cosicché io mi possa svegliare
e cosicché la porta del mio cuore sia lasciata aperta, la porta della compassione.
(Liberamente tratto da una poesia di Thich Nhat Hanh)