Lo spessore e l'equilibrio ideologico di uno "storico" sta nel leggere gli eventi ex ante (=come se ciò che accadrà successivamente non si conoscesse) e non ex post (=come se si conoscesse e si considerasse ciò che è accaduto dopo); ovvero immedesimandosi nel contesto. Sarebbe piacevole che tale concetto scaturisse da una mia intuizione originaria, ma, purtroppo ed ahimè!, è "solo" il frutto di una storigrafia epocale (che si rifà al Bloch, tra i primi). In questa frase Biagi fa esattamente ciò che uno storico puro dovrebbe - io, ma non per primo, penso - fare.Ciò lo rende, infatti, meno "di parte" di quanto possa risultare o apparire. Nella sinistra, come nella destra, o in alto o in basso, sono certo, c'è anche chi è capace di prescindere dal nero o dal rosso, per cogliere una maggiore libertà (o minore costrizione, secondo i punti di vista) dell'intellettuale
. Ciò non esclude, ma anzi valorizza ed esalta, come elementi di evoluzione e di arricchimento (tesi--->antitesi--->dialettica), le contraddizioni, le debolezze, i ripensamenti (fatto assolutamente positivo, a mio giudizio, in una cultura progressista, romantica, anche mistica, ma, fondamentalmente, come amo ripetere, di impronta umanista).