Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare: bisogna anche considerare, al di là di alcune quetioni di principio - come quelle iollustrate da Wembo - totalmente condivisibili, che giungere poi all'effettivo risarcimento del danno comporta innanzitutto la conclusione di tutto l'iter processuale di primo grado (che con testimonianze, consulenze tecniche e altri "incidenti" vari arriva tranquillamente e 2 o 3 anni se non di più) e magari in un foro lontano (la causa, con ogni probabilità andrebbe fatta nel tribunale dove si è verificato il danno o nel luogo di residenza del convenuto) poi, una volta ottenuta la sentenza favorevole, bisogna procedere ad esecuzione forzata (in assenza di pagamento spontaneo). Se si agisce nei confronti del circuito o dell'organizzatore magari ci sono meno problemi, ma se il "danneggiatore" è - mettiamo - disoccupato e senza proprietà non si recupereranno mai i soldi. Se fosse impiegato gli si potrebbe pignorare lo stipendio con il limite del quinto.
Voglio dire, insomma, che non è che non si può fare ma sarebbe certamente una procedura estenuante e costosa.
Lamps