vedo che le argomentazioni stanno andando verso il nulla. Se un "povero" commette infrazioni a manetta si beccherà X volte l'infrazione. Ora ragionando con dei numeri, se l'ammenda fosse del 10% del reddito (lo rendo un po alto per farlo capire) avrebbe X*10%. Se facesse 5 infrazione si beccherebbe 5 multe dal valore del 10% del reddito. In pratica si fregherebbe metà reddito da solo grazie al suo menefreghismo.
Se il sant'uomo ricco ma distratto commettesse un'infrazione pagherebbe 1*10%, cioè solo il 10% del suo reddito. In termini assoluti probabilmente pagherebbe di più comunque il povero recidivo a meno che il reddito del sant'uomo non sia X volte maggiore rispetto al poveraccio (sì, la stessa X di prima, in quest'esempietto il sant'uomo dovrebbe guadagnare 5 volte tanto il poveraccio) .
infine l'automaticamente non era riferito alla giustizia basata sul reddito, ma agli esempi cinofallici in cui il poveraccio è ovviamente un recidivo menefreghista che manco la banda bassotti, mentre la persona agiata sia quella sempre rispettosa della legge, che sempre per pur caso e sfiga immonda, proprio quella volta perde la sua aureola di santità e commette un'infrazione....cosa che non lo dovrebbe toccare più di tanto visto che una multa tantum non inciderebbe granchè.
mi sovviene il dubbio del caro Andreotti....chissà qual'è il reddito di chi si batte così aspramente contro la proporzionalità delle multe.
ps: torno a spippolare, tanto se non si capisce il concetto nonostante gli esempi non si capirà mai.