VISSO - Grande paura per quello che, se andato a segno, sarebbe probabilmente stato il furto del secolo, degno delle avventure di Arsenio Lupin. Dal Museo civico e diocesano di Visso, infatti, sono stati rubati alcuni preziosi argenti del Settecento, ma, fortunatamente, sono rimasti al loro posto alcuni inestimabili manoscritti di Giacomo Leopardi.
Il piccolo museo vissano, infatti, custodisce, tra le sue opere d'arte, preziosi manoscritti autografi del poeta recanatese, acquistati nel 1869 da Giovanni Battista Gaola Antinori, sindaco di Visso, per la somma di 400 lire e poi donati al Comune, conservati nella sala della ex sacrestia. Il corpus comprende sei Idilli, tra cui una delle uniche due copie esistenti de L'Infinito, i cinque Sonetti scritti in persona di Ser Pecora fiorentino Beccaio, l'Epistola a Carlo Pepoli, la Prefazione alla seconda edizione delle rime del Petrarca e alcune lettere, quattordici in tutto, scritte tra il 1825 e il 1831 e indirizzate agli editori Stella. Tutto il materiale leopardiano è custodito in teche con vetri blindati e antisfondamento.
Ancora non è chiaro quando siano stati rubati gli argenti, come spiega l'assessore alla cultura di Visso, Giuseppe Biaggi: «Il Museo, di solito, è aperto il sabato e la domenica, ma sia d'estate che durante le festività natalizie è aperto tutti i giorni. Probabilmente il furto è avvenuto il 6 gennaio perché il custode del Museo si è accorto che c'era qualcosa di strano soltanto il sabato successivo, alla riapertura. Il custode ha notato che c'era una serratura spaccata a terra e che alcune teche erano state forzate e sottratti dei piccoli oggetti d'argento, tra cui un paio di lampade a olio, fermacapelli e collanine e alcuni paramenti sacri. Tutta argenteria risalente al Settecento del valore di alcune migliaia di euro».
Le teche che contengono l'argenteria sacra si trovano al secondo piano, mentre il custode, normalmente, si trova a piano terra. «Forse - continua l'assessore Biaggi - qualcuno teneva d'occhio il custode e qualcun altro, nel frattempo, rubava l'argenteria, tutti oggetti piccoli che sicuramente sono stati portati via nelle tasche».
Ora ci sarà da correre ai ripari e, magari, potenziare la sorveglianza: «Domani ci sarà la riunione di giunta -dice Biaggi - durante la quale decideremo quali misure prendere. Sicuramente cercheremo di potenziare i sistemi di allarme e di usare maggiori accorgimenti di sicurezza».