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Anch'io avevo capito qualcosa del genere. Se la BdI acquistasse le quote per togliere il surplus agli azionisti poi le reimmetterebbe sul mercato reincassando capitale proveniente dall'esterno.
È vero che i vecchi azionisti si trovano quote di capitale rivalutate e liquidi derivanti dalla vendita delle eccedenze, ma io mi pongo una domanda a cui non ho ancora trovato risposta: ma le riserve di chi sono? Non appartengono ai soci come risorse inutilizzate? Forse metterle in circolazione non può essere positivo? Dico una stupidaggine: mi pare come un'azienda di trasporti in cui i soci dispongono dei camion ma il carburante rimane stoccato in un enorme serbatoio senza poter essere utilizzato.
Come una simile frammentazione possa rischiare di mettere la BdI in mano alle banche straniere è un'altra cosa che non ho capito. Acquistando quote danno al posto denaro e riscuotono dividendi (sulla cui congruità si può discutere) ma non possono ottenere il controllo operativo, innanzitutto spero per statuto, e poi perchè mi pare difficile che almeno 16-17 azionisti si possano mettere d'accordo per manovrare in votazioni strategiche (sempre che ne esista la possibilità).
Quanto allo stop all'ostruzionismo mi pare uno scandalizzarsi piuttosto strumentale. Non mi ricordo in tempi recenti casi in cui abbia avuto successo, mentre più volte si è assistito non alla tagliola ma a contingentamenti del tempo personale o voti di fiducia.
E poi come diceva Maurino,
al quale stavolta sono costretto ad appoggiarlo alla grande
(spero che Armageddon non venga a leggere alla cinese 
) in democrazia esistono anche i diritti della maggioranza a portare a termine in tempi decenti le votazioni. Non dimentichiamoci che è lavoro che paghiamo noi tutti. Se un risultato inevitabile viene procrastinato inutilmente invece di passare ad altro, cosa ci guadagniamo?