Citazione Originariamente Scritto da Stinit Visualizza Messaggio
Per forza...il sistema economico/finanziario targato europa prevede il nostro rientro sul debito di 50 miliardi all'anno per i prossimi 20 anni...prevede un rapporto deficit pil sotto al 3%...prevede che sia cosa buona e giusto salvare le chiappe delle banche che negli anni hanno fatto speculazione economica (e oggi magicamente non si ritrovano più un euro)...ecc..e i membri del governo obbediscono...

Cambiare il sistema nel modo elencato nel post precedente prevede un "investimento" mediante debito nel primo periodo che poi nel lungo periodo paga perché rimette realmente in moto il mercato interno che è quello che ha pagato di più le scelte scellerate della triade...triade che oggi non vuole assolutamente sentire ragioni da questo punto di vista (chissà come mai)
Evasione fiscale
Alessandro Santoro,
Università Bocconi,
Milano, 2 marzo 2012


Punto di partenza:
 in Italia evasione ed economia sommersa sono relativamente
più elevate rispetto agli altri paesi OCSE;
 ma non esiste nessun Paese ad evasione zero (nei mitici USA il
tax gap è stimato al 13,7%)
.
• Evoluzione recente: tendenza alla riduzione di evasione IVA ed
economia sommersa, ragioni non evidenti (ved. Infra).
• Obiettivo realistico: ridurre gradualmente ma in modo
continuativo evasione e sommerso da dimensioni patologiche
a fisiologiche.
In termini quantitativi: dimezzare il sommerso in quota di PIL,
dal 16‐17% all’8‐9% vorrebbe dire recuperare tra i 60 e i 70
miliardi di gettito annuo.

• In Italia è troppo basso il numero di controlli? Sembra proprio
di no se confrontato con quello degli altri Paesi: circa 390 mila
accertamenti ordinari e da sds nel 2010 su 6 mln di partite IVA
>6%.
• La distribuzione regionale degli accertamenti non sembra
correlata con la distribuzione regionale dell’evasione.

• Le sanzioni e i poteri della AF in Italia non sembrano ridotti
rispetto a quelli degli altri paesi OCSE (OECD, 2009).
• La legge sulle manette agli evasori (1982) sortì scarsi effetti.
• Controlli e sanzioni restano indispensabili, ma non spiegano
l’anomalia italiana e non costituiscono la soluzione del
problema.


• Per contrastare l’elevata evasione dell’Iva si sostiene la
necessità di creare un conflitto di interesse tra venditore e
compratore, riconoscendo a quest’ultimo la possibilità di
ottenere la detrazione della spesa dalle imposte, a condizione
di ottenere la ricevuta.
• Ma:
1) è dimostrabile che il venditore può sempre concedere uno
sconto al compratore che è più conveniente della detrazione, a
meno che lo Stato non rinunci interamente al gettito (ma allora
la detrazione serve solo a redistribuire l’evasione)
;
2) non esiste nessun Paese al mondo che conceda questa
possibilità di detrazione generalizzata delle spese.

• La teoria e le verifiche empiriche non suggeriscono che la
riduzione delle aliquote porti certamente ad una
riduzione dell’evasione.

• Alcuni fatti stilizzati consigliano grande prudenza:
in Italia l’evasione era elevata anche in anni in cui la
pressione fiscale era bassa;

nei paesi scandinavi la pressione fiscale è più elevata ma
l’evasione è più bassa (solo una questione di tax morale? forse no, ved. infra).

• In questo contesto di grande difficoltà per la finanza
pubblica abbassare le aliquote è una strategia rischiosa e
poco realistica.


http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&...64125504,d.bGE