infatti è proprio per questo che ho parlato - appunto! - di compromesso: perchè i finanziamenti sono SEMPRE la classica "coperta corta", e il concetto di convenienza è assolutamente RELATIVO. Perchè ci sono vari livelli di convenienza; per la persona razionale la convenienza è di tipo "matematico", per cui il mutuo migliore sarà sicuramente quello classico variabile, buttando però sempre un occhio sulle oscillazioni e restando sempre pronti - all'occorrenza a far valere la legge Bersani e a convertirlo in fisso se le cose dovessero andare male. Per la persona ansiosa, invece, sarà più conveniente direttamente il mutuo a tasso fisso, perchè il fatto di essere sicuri della rata per tutta la durata dell'ammortamento per questo genere di persone vale il maggiore spread... Il variabile con CAP è - appunto - un compromesso tra i due ed è forse la soluzione più accomodante, anche se non la più conveniente di tutte in senso matematico.
Per spiegare ai miei clienti quanto sia relativo il concetto di "convenienza", faccio spesso l'esempio del bicchiere d'acqua nel deserto che ti costerebbe 100 euro: mi "conviene" pagarlo così tanto ed essere subito sicuro della mia sopravvivenza, oppure rischiare e andare oltre cercando un'oasi più economica?
La risposta è che "conviene" di più la formula finanziaria che al momento serve maggiormente all'individuo per lasciargli più "respiro" possibile... Un cliente che - ad esempio - compie un'operazione di "consolidamento" (cioè diminuire l'importo delle sue rate in una sola che sia inferiore a scapito di una durata più lunga) sceglie una soluzione matematicamente anticonveniente (a conti fatti si restitutisce molto di più rispetto all'operazione di partenza), ma si concede un'immediata sopravvivenza.