Ho provato svariate Honda con il DCT, ad iniziare dalla NC700X per finire alla Africa Twin 1100, quindi (a pari età anagrafica, e presumibilmente a parità di anni di esperienza) posso dire tranquillamente la mia, e confermare che la moto con il DCT (attivato) non è una moto al 100%.
È vero che lo si può utilizzare con i tastini sul blocchetto (cosa comunque abbastanza ignobile come funzionalità e soprattutto come feeling), e aggiungo pure che il DCT non è solo un cambio tradizionale, ma addirittura ne costituisce l’evoluzione (la soluzione a doppia frizione incrementa la velocità di cambiata).
Ma non sono tutte rose e fiori, anzi.
La frizione è automatica, anche se è tarata piuttosto bene (Honda non fa mai le cose alla dog member), non riuscirà mai a dare lo stesso feeling di una frizione standard, anche di categoria non elevata.
Senza frizione siamo già allo spartiacque, senza se e senza ma.
Non sono proprio scooter (anche se in realtà la NC750X condivide il 95% della piattaforma con il Forza 750, scooter al 110%), ma sono molto più di là che di qua.
Quello che taglia definitivamente la testa al toro, e cioè definisce NON MOTO un mezzo con la trasmissione (semi)automatica, è il sistema di controllo elettronico che agisce al posto del pilota.
Negli ultimi anni il DCT ha subito una importante evoluzione tecnica (soprattutto software), e la “moto” non scala più in rotonda come accadeva con il primo Integra 700 (che ha rischiato fortemente l’abbandono in discarica da parte mia durante il test).
Ora la programmazione delle cambiate è nettamente migliorata (bisogna dare pane al pane e vino al vino) ma rimane sempre il discorso emozionale.
Guidare un mezzo con il DCT è abbastanza palloso/noioso, assolutamente zero gioie e zero dolori.
Lo dissi a un amico che stava scegliendo la Africa Twin con o senza DCT.
La scelse con il DCT, ma dopo qualche tempo mi ha dato ragione.
Zero gust is pegg che uan….