Il villaggio di Buriswilen è la Svizzera che uno s'immagina. Quella
tedesca, perfettissima. Dove tutto, dai balconi fioriti alle case,
agli steccati in legno all'erba e alla cacca delle mucche, sembra
messo lì da uno scenografo per un film. Questo gruppo di casupole,
piazzate su una collina a pochi chilometri da St. Marghreten, nella
zona del grande lago di Costanza, lo scorso agosto ha ospitato
l'International Black Shadow Rally. Vale a dire il più importante
raduno di moto inglesi del centro-sud d'Europa. La posizione è
strategica, perchè sul lago di Costanza si affaccia la Germania a
nord, l'Austria ad est e la Svizzera a sud. La Francia ad ovest non
dista molto e per noi italiani ci si arriva facendo dai trecento ai
quattrocento chilometri dal confine, a seconda della strada e del
passo alpino. A scelta il San Bernardino (il più accessibile), il
Gottardo (con la Tremola in porfido, da fare una volta nella vita) e
lo Spluga (l'università dei passi alpini con tornanti strettissimi e
passaggi in gallerie senza luce). Punto geografico di confluenza, da
dovunque proveniate, è la città di Coira (Chur), la capitale dei
Grigioni dove parlano Ladino, una specie di dialetto che assomiglia
in qualche modo al nostro idioma. Così capita di vedere in giro
scritte tipo "Banca Cantunala de Svizzera". Siete nella Valle del
Reno, che scende dalle Alpi e per ora è un piccolo fiume. Sempre
dritti con il Liechtenstein a destra si arriva a Berneck, un
villaggio dal quale Buriswilen dista un paio di chilometri.
In questo angolo di Svizzera ogni garage e ogni box nascondono
modernariato. Auto e moto, ma anche trattori e aeroplani se non
frigidaire, juke-box e affettasalami a mano. Il paese di Bengodi
insomma. L'area del raduno è quella accanto alla Gasthouse Tobelmuhle
e l'organizzatore è il club MC Black Shadow, del grande Simon "Simi"
Marquart e del giovane Roger Sieber. Il campeggio è libero, ma
tutt'intorno ci sono varie Gasthouse dove si alloggia comodamente
senza svenarsi. Quest'anno era la trentunesima edizione (n.d.r.
articolo agosto 2003). Il posto non è sempre stato questo. Quindici
anni fa si svolgeva ad Alstatten, una trentina di chilometri a sud.
Ma le cose cambiano. Vorrei dire cambiano le persone, che il tempo
corrode inesorabilmente, ma non le moto che sono sempre più belle.
Nel 1985 c'erano più di venti Vincent, da cui il nome del club. Il
raduno era in mano ai possessori delle più blasonate moto inglesi
post-war. Oggi, già vederne una è come vedere un miraggio: Black
Shadow, Rapide e Comet 500. Con il ritorno folgorante delle cafe
racer c'è un ricambio generazionale in atto e si vedono dei pezzi
veramente belli.
Al raduno vengono anche altri appassionati con Ducati, Laverda, Moto
Guzzi e BMW. Di Harley e moto giapponesi se ne vedono meno. Tutti,
comunque, diligentemente mettono le loro moto in disparte fuori
dall'area riservata alle british. Tutti personalizzano. Gli svizzeri
soprattutto, ma anche tedeschi, francesi e austriaci nell'ordine. Noi
stiamo cominciando. Per anni le moto più belle, finite nelle mani dei
collezionisti di figurine, sono rimaste chiuse negli album. Ora
finalmente qualcuno si decide a farle girare. E' importante. Per
tutti e per chi non ha visto, soprattutto.
C'erano Norvin, Triton, Domiracer, Trident, Rocket, Triumph per tutti
i gusti. BSA bicilindriche di tutti i tipi, Norton Seeley, Rickman
Metisse, una Dresda, moto kittate Norman Hyde, Norvil, motori
Nourish, RGM, Weslake, CCM e poi BSA, Gold Star e Victor e vai, vado
a memoria visiva! Un sacco di manubri bassi in due pezzi, comandi
arretrati, serbatoi in alluminio e particolari, molti particolari.
Sono molte le cose che meriterebbero di essere studiate più da
vicino, con la lente di Sherlock Holmes. Ma un meeting è una
sarabanda dove ciascuno si distingue ma si confonde, finalmente a
casa. Vedi le facce beate e stordite di chi ormai non guarda più
nulla, tanto ha fatto ormai indigestione e si limita a sentire
l'atmosfera. Respira il clima e fa il pieno per qualche mese. Il
feeling è quello giusto. Mai un casino. Ho visto negli anni anche
Hell's Angels, di quelli appassionati che ci sono andati con la moto
inglese per stare tranquilli a gustare la festa. I più snob sono i
possessori delle grosse bicilindriche Royal Enfield, si sentono
investiti da una missione divina. I più esclusivi: il club delle
Sunbeam. I più leccati: gli svizzeri naturalmente, con moto di
altissimo livello. I più coraggiosi: ma i fratelli della filibusta
per diamine! Pochi italianissimi che mettono le moto in posizione
strategica e tutti vedono le targhe. Veniamo da lontano, con orgoglio
e i nostri ferri non sfigurano. I Cromwell si sprecano. L'elmo per
eccellenza che lassù portano tutti con orgoglio e nessuno dice niente
o fa una piega. Da noi se ti beccano ti levano la moto per un mese
con fermo amministrativo. Qualcuno un giorno ci spiegherà? Con la
coda dell'occhio vedo una Scott Squirrel bicilindrica a due tempi
raffreddata ad acqua, una Panther 120 monocilindrica bitubo di 650cc
e poi passano le Ariel quattro e tutti si girano. Siamo sazi, pieni
di gioia e d'immagini e con la voglia di raccontare, ma poi c'è
quello che finge di non meravigliarsi, con la barba e la Savinelli
ormeggiata al mare. Non male, non male. Ma non ci capisce un tubo.
Mauro di Giovanni
da Cafe Racer 2003
P.S.: Ho riscritto l'articolo dell' amico Mauro e spero di aver messo una
pulce nell'orecchio di qualcuno di voi. Provate anche questo
raduno. Almeno una volta bisogna farlo...e se poi pigliate acqua,
grandine e quant'altro...non fateci troppo caso. Merita comunque
un'avventura di questo tipo. Agosto 2008, se non saprete dove
andare...rotta nel Cantone del San Gallo!
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