Citazione Originariamente Scritto da TRUSTon Visualizza Messaggio
Non siete Charlie.
E neanche io.
Charlie ha espresso idee profondamente libere, e offensive per altre religioni.
Io no.
Voi no.
Voi siete quelli che si dichiarano laici e poi vanno a sposarsi in chiesa, perché mamma ci tiene.
Voi siete quelli che non vanno a messa ma il figlio lo fanno battezzare, perché si fa così. E poi lo mandate a catechismo.
O peggio, a messa ci andate.
Non siete Charlie.
Né io né voi abbiamo la libertà di Charlie, o il suo coraggio.
Noi viviamo in un paese in cui la libertà di espressione di Charlie non esiste.
E se la pensate diversamente, se credete che in Italia esista la libertà di espressione, andate a vedervi le classifiche sulla libertà di stampa.
Quello di Charlie, per cominciare, è un dramma che ha luogo in un paese laico.
Il vostro paese non lo è. Se foste Charlie, avreste fatto qualcosa in questa direzione.
Io non sono Charlie.
Perché il mio diritto di satira non l’ho mai esercitato in faccia a pericolosi integralisti.
E come me, nessuno dei miei colleghi.
Perché se fai la battuta sbagliata ci puoi anche lasciare la pelle. E noi alla pelle ci teniamo. Abbiamo il mutuo.
Non dite che siete Charlie, colleghi.
Che da noi ci sono i dieci comandamenti di Benigni. Non i dieci comandamenti di George Carlin.
Non dite che siete Charlie, gentile pubblico, che poi mi arrivano minacce di morte se dico in televisione che uno con il camper sta nei coglioni.
Da queste parti, uno come Charlie ce lo sogniamo.
Anche per questo siamo pronti a indossare il dolore altrui, sentirci paladini di una libertà che non abbiamo perché semplicemente non ce la siamo guadagnata. A noi è sempre andata bene così, siamo gente che prende volentieri le scorciatoie. Odiamo facile, sbandieriamo facile. Poi manifestiamo, cambiando foto del profilo.
Perché dico queste cose impopolari? Che non mi porteranno alcun giovamento? Perché in mezzo a tutto questo coro di sdegno, e improvviso falso coraggio, credo sia doveroso per rispetto verso Charlie, che qualcuno vi dica chiaramente:
-col cazzo che voi siete Charlie.
Fabrizio Casalino
Questa trovata dell'essere Chalie non c'ha messo molto a venir fuori poco dopo che è successo il fattaccio.
Onestamente non so chi sia stato il primo a dirlo, avrebbero potuto dire tante altre cose, magari anche più "cazzute" e pure "incazzate"(ne avrebbero avuto giustificato motivo), avrebbero potuto lasciarsi prendere dalla rabbia e rispondere in modo altrettanto estremo come fanno i terroristi islamici ma così si sarebbero abbassati al loro livello.
Je suis Charlie.
È un messaggio potente, indovinato, che accomuna tutti indipendentemente dalla nazionalità, non c'è bisogno d'essere dei draghi o degli eroi per condividerlo, in realtà è tutto molto semplice.
Io mi ci ritrovo, non perché ho simpatia per quello che pubblica Charlie, anzi, a mio avviso la satira spesso eccede nella presa per il culo invocando a sua difesa la libertà di parola ecc. ecc.
Non centra nulla essere cristiano praticante o non praticante e tutto il resto.
Quello che conta veramente è che indipendentemente dal colore della mia pelle, indipendentemente dal mio credo politico o religioso, indipendentemente dalle mie idee in generale, io ho il diritto di esprimermi liberamente, ho il diritto di muovermi liberamente, ho il diritto di fare ciò che voglio fintantoché non vado a ledere il mio prossimo ed ho diritto di fare tutto questo senza sentirmi minacciato da nessuno semplicemente perché la pensa diversamente da me.
Se dico o faccio qualcosa che ti offende, dimmelo, discutiamone, fammi causa, ma arrivare a spararmi mi sembra eccessivo.
"Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te"
Anche se è uno dei 10 comandamenti cristiani la validità di questo concetto dovrebbe essere universale indipendentemente che uno creda o no.