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Discussione: Soluzioni regionali ad un identico problema

  1. #11
    TCP Rider Senior L'avatar di Stinit
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    Citazione Originariamente Scritto da Medoro Visualizza Messaggio
    ma quale invasione basta leggersi 2 numeri,questa vicenda degli immigrati serve per fare ascolti far confusione tra la popolazione meno istruita e che meno si informa,o che è convinta che striscia la notizia e studio aperto siano telegiornali e 4° grado un programma di approfondimento

    Ocse: boom di immigrati in Germania, 3 su 4 dall'Europa del Sud. Crollo di arrivi in Spagna (-22%) e Italia (-19%) - Il Sole 24 ORE

    Immigrazione, crollano gli ingressi in Italia. Germania prima in Europa - Il Sole 24 ORE

    Statistiche sulle migrazioni internazionali e sulle popolazioni di origine straniera - Statistics Explained
    anche se vecchiotto
    Ma di che numeri stiamo parlando????? di cifre irrisorie per una nazione di 60 milioni di abitanti,il vero problema e forse se ne sono resi conto, è che queste persone vanno ospitate in piccoli gruppi sparsi per l'italia e non ammassati in pochi centri,distribuendoli sul territorio è più facile per tutti gestirli e anche per loro integrarsi,invece nei grossi centri,dove la loro massiccia presenza crea già oggi disagio,porta solo ulteriore disagio e ghettizzazione.
    Detto questo non voglio assolutamente dire che l'europa non debba fare la sua parte per aiutarci o che debbano stare tutti da noi,ma vanno ridistribuiti in modo equo
    il vero problema è che i paesi "sviluppati" devono smetterla di depredare le terre africane corrompendo governi e fomentando guerre...però non si può dire alto e forte perchè da laggiù vengono oro...diamanti...terre rare...petrolio...uranio...migranti da gestire in apposite cooperative ecc ecc...
    Ultima modifica di Stinit; 11/05/2015 alle 18:21

  2. # ADS
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  3. #12
    TCP Rider Senior L'avatar di Medoro
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    il vero problema è che i paesi "sviluppati" devono smetterla di depredare le terre africane corrompendo governi e fomentando guerre...però non si può dire alto e forte perchè da laggiù vengono oro...diamanti...terre rare...petrolio...uranio...migranti da gestire in apposite cooperative ecc ecc...
    questo è un altro discorso su cui sono d'accordo,ho sempre sostenuto che è preferibile andare in africa e portare un trattore piuttosto che mandare soldi che finiscono nelle tasche di chi sa chi,ma il problema è che qui non si parla solo di africani,ma di persone che scappano da guerre è un discorso più complesso
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  4. #13
    TCP Rider Senior L'avatar di Stinit
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    Citazione Originariamente Scritto da Medoro Visualizza Messaggio
    questo è un altro discorso su cui sono d'accordo,ho sempre sostenuto che è preferibile andare in africa e portare un trattore piuttosto che mandare soldi che finiscono nelle tasche di chi sa chi,ma il problema è che qui non si parla solo di africani,ma di persone che scappano da guerre è un discorso più complesso
    Il costo umano di uno smartphone e tutto ciò che gira attorno al coltan - Repubblica.it Mobile

  5. #14
    TCP Rider Senior L'avatar di ABCDEF
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    Riportiamo sinteticamente in elenco gli stratagemmi analizzati da Schopenhauer, nella convinzione che al di là dello spirito classificatorio dell’elencazione, la lista contenga spunti interessanti per una analisi delle forme di argomentazione. (lecite e illecite), utilizzate ancora oggi nelle discussioni pubbliche e private, nei dibattiti politici e nel linguaggio dei mass media.

    Ampliamento: è una forma di iperbole con cui estendiamo l’affermazione dell’avversario oltre le sue intenzioni, esagerandola mentre limitiamo la portata della nostra preservandola così da possibili attacchi.

    Omonimia: consiste in una sorta di spostamento con cui dirottiamo l’affermazione su termini omonimi ma non sinonimi per estendere illegittimamente la portata della affermazione stessa che apparirà falsa.

    Estensione: simile alle prime due, si ottiene trasformando una affermazione relativa in una affermazione universale per poi confutarla nei suoi aspetti generalizzanti.

    Occultare le premesse di un ragionamento per evitare che l’avversario possa prevedere la conclusione, presentarle in ordine sparso e confusamente.

    Servirsi all’occorrenza di premesse false, nel caso l’avversario non ammetta quelle vere, argomentandole secondo il modo di pensare dell’interlocutore.

    Ricorrere ad una petitio principii occulta, sofisma che prende come presupposto implicito la stessa tesi che si vuole dimostrare.

    Domandare in una sola volta molte cose in modo da occultare ciò che in realtà si vuole che venga ammesso, ed esporre rapidamente per nascondere eventuali lacune nell’argomentazione.

    Suscitare l’ira dell’avversario, tormentandolo, per impedire che sia in grado di giudicare rettamente.

    Porre le domande con spostamenti di ogni genere in modo che l’avversario non capisca dove si voglia andare a parare.

    Sottoporre all’avversario due tesi opposte in modo che egli non si accorga di quale si vuole che lui affermi.

    Se facciamo una induzione ed otteniamo l’assenso dell’avversario su singoli casi, evitiamo di sottoporgli la generalizzazione ma introduciamola come già stabilita e concessa.

    Nel caso il discorso verta su un concetto che occorre definire, introdurre nella definizione ciò che si vuole provare, così da derivarlo con un semplice giudizio analitico.

    Indirizzare l’avversario verso l’accoglimento di una tesi, presentandogli quella opposta in maniera paradossale, in modo che la tesi da noi appoggiata risulti più probabile e sensata.

    Ingannare l’avversario tramite l’assunzione della non causa come causa.

    Condurre l’avversario ad absurdum presentando una tesi paradossale come giusta ma non del tutto evidente.

    Cercare, rispetto ad una affermazione dell’interlocutore, un elemento anche solo apparentemente in contraddizione con quanto ha ammesso in precedenza. (Argumenta ad hominem o ex concessis).

    Ricorrere al doppio significato o ad una distinzione sottile per smontare una controprova fornita dall’avversario nel corso della disputa.

    Avviare una mutatio controversiae interrompendo o sviando l’interlocutore da una argomentazione con cui potrebbe batterci.

    Generalizzare l’affermazione e poi attaccarla.

    Non concedere all’avversario di giungere a conclusione, poste alcune premesse, ma tirare noi la conclusione.

    Non evidenziare il carattere illusorio o sofistico dell’argomento fornito dall’avversario ma ricorrere ad un controargomento altrettanto sofistico e apparente.

    Rigettare come petitio principii una cosa che l’avversario ci chiede di ammettere, se da questa ammissione lo svolgimento della discussione dovesse svilupparsi in modo favorevole alla tesi avversa.

    Spingere l’interlocutore ad estendere contro la sua volontà la portata della sua affermazione, contraddicendolo e inducendolo in questo modo ad esagerare una tesi che in un ambito più limitato potrebbe essere vera. Nel caso l’avversario ricorra allo stesso stratagemma, fermarlo subito e ricondurre la nostra affermazione nei termini nei quali noi l’abbiamo posta.

    Ricorrere a false deduzioni e deformare i concetti derivandone tesi che non vi sono contenute, assurde o contraddittorie.

    Demolire una tesi universale attraverso il ricorso ad un caso particolare per il quale essa non risulti valida.

    Ricorrere alla retorsio argumenti utilizzando l’argomento dell’avversario contro di lui.

    Incalzare senza tregua con un argomento, se di fronte ad esso l’avversario si adira, supponendo di aver toccato con questa reazione il punto debole del suo ragionamento.

    In mancanza di argomenti, avanzare una obiezione non valida di cui però solo un esperto vede l’inconsistenza. Questo stratagemma è consigliato per persone colte che disputano davanti ad ascoltatori incolti (Argumentum ad auditores).

    Utilizzare la diversione quando ci si accorge di venir battuti passando ad altro argomento come se fosse pertinente alla questione affrontata.

    Quando non si hanno motivazioni a sostegno della propria tesi, menzionare autorità competenti in una scienza, arte o professione poco note all’avversario o, nel caso si discuta con gente comune, fare uso dell’opinione generale come di un’autorità.

    Dichiarare la propria incompetenza con ironia qualora non si sappia opporre nulla alle ragioni esposte dal contendente. Questo stratagemma va usato solo nel caso si sia più stimati dell’avversario presso l’uditorio.

    Ricondurre un’affermazione dell’avversario ad una categoria odiata ("… Per esempio: Questo è manicheismo; questo è arianesimo; questo è pelagianesimo; questo è idealismo…").

    Riconoscere la possibilità che l’affermazione da confutare sia vera in teoria ma non in pratica.

    In caso di una risposta evasiva ad una nostra domanda, incalzare l’avversario perché questo comportamento rivela una qualche debolezza.

    In presenza di una tesi che può essere giusta, alludere al fatto che essa è in contrasto con l’interesse comune della corporazione, setta club o altra comunità alla quale gli uditori ma non l’avversario appartengono. Questo stratagemma, scrive Schopenhauer, non appena sia praticabile, rende superflui tutti gli altri perché invece di agire sull’intelletto con ragionamenti, agisce sulla volontà con motivazioni. La forma di persuasione che ne risulta appare perfetta.

    Sconcertare l’avversario con sproloqui privi di senso, impressionandolo se è abituato a sentire cose che non capisce e a fare come se le capisse.

    Spacciare un argumentum ad hominem per uno ad rem. Sfruttare una cattiva prova fornita dall’avversario a sostegno di una tesi giusta per confutare quest’ultima.

    Abbandonare l’oggetto della discussione, quando ci si accorge della superiorità dell’avversario, per passare all’offesa e all’oltraggio grossolano alla persona. Questo stratagemma provoca reazioni peggiori rispetto ad un attacco avente ad oggetto la tesi dell’avversario perché ferisce la vanità dell’uomo, umiliandolo.
    da : L'arte di ottenere ragione - Wikipedia
    E. IMPERATO, Dialettica e argomentazione: aver ragione è ancora un’arte.Schopenhauer e Perelman

  6. #15
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    Riportiamo sinteticamente in elenco gli stratagemmi analizzati da Schopenhauer, nella convinzione che al di là dello spirito classificatorio dell’elencazione, la lista contenga spunti interessanti per una analisi delle forme di argomentazione. (lecite e illecite), utilizzate ancora oggi nelle discussioni pubbliche e private, nei dibattiti politici e nel linguaggio dei mass media.

    Ampliamento: è una forma di iperbole con cui estendiamo l’affermazione dell’avversario oltre le sue intenzioni, esagerandola mentre limitiamo la portata della nostra preservandola così da possibili attacchi.

    Omonimia: consiste in una sorta di spostamento con cui dirottiamo l’affermazione su termini omonimi ma non sinonimi per estendere illegittimamente la portata della affermazione stessa che apparirà falsa.

    Estensione: simile alle prime due, si ottiene trasformando una affermazione relativa in una affermazione universale per poi confutarla nei suoi aspetti generalizzanti.

    Occultare le premesse di un ragionamento per evitare che l’avversario possa prevedere la conclusione, presentarle in ordine sparso e confusamente.

    Servirsi all’occorrenza di premesse false, nel caso l’avversario non ammetta quelle vere, argomentandole secondo il modo di pensare dell’interlocutore.

    Ricorrere ad una petitio principii occulta, sofisma che prende come presupposto implicito la stessa tesi che si vuole dimostrare.

    Domandare in una sola volta molte cose in modo da occultare ciò che in realtà si vuole che venga ammesso, ed esporre rapidamente per nascondere eventuali lacune nell’argomentazione.

    Suscitare l’ira dell’avversario, tormentandolo, per impedire che sia in grado di giudicare rettamente.

    Porre le domande con spostamenti di ogni genere in modo che l’avversario non capisca dove si voglia andare a parare.

    Sottoporre all’avversario due tesi opposte in modo che egli non si accorga di quale si vuole che lui affermi.

    Se facciamo una induzione ed otteniamo l’assenso dell’avversario su singoli casi, evitiamo di sottoporgli la generalizzazione ma introduciamola come già stabilita e concessa.

    Nel caso il discorso verta su un concetto che occorre definire, introdurre nella definizione ciò che si vuole provare, così da derivarlo con un semplice giudizio analitico.

    Indirizzare l’avversario verso l’accoglimento di una tesi, presentandogli quella opposta in maniera paradossale, in modo che la tesi da noi appoggiata risulti più probabile e sensata.

    Ingannare l’avversario tramite l’assunzione della non causa come causa.

    Condurre l’avversario ad absurdum presentando una tesi paradossale come giusta ma non del tutto evidente.

    Cercare, rispetto ad una affermazione dell’interlocutore, un elemento anche solo apparentemente in contraddizione con quanto ha ammesso in precedenza. (Argumenta ad hominem o ex concessis).

    Ricorrere al doppio significato o ad una distinzione sottile per smontare una controprova fornita dall’avversario nel corso della disputa.

    Avviare una mutatio controversiae interrompendo o sviando l’interlocutore da una argomentazione con cui potrebbe batterci.

    Generalizzare l’affermazione e poi attaccarla.

    Non concedere all’avversario di giungere a conclusione, poste alcune premesse, ma tirare noi la conclusione.

    Non evidenziare il carattere illusorio o sofistico dell’argomento fornito dall’avversario ma ricorrere ad un controargomento altrettanto sofistico e apparente.

    Rigettare come petitio principii una cosa che l’avversario ci chiede di ammettere, se da questa ammissione lo svolgimento della discussione dovesse svilupparsi in modo favorevole alla tesi avversa.

    Spingere l’interlocutore ad estendere contro la sua volontà la portata della sua affermazione, contraddicendolo e inducendolo in questo modo ad esagerare una tesi che in un ambito più limitato potrebbe essere vera. Nel caso l’avversario ricorra allo stesso stratagemma, fermarlo subito e ricondurre la nostra affermazione nei termini nei quali noi l’abbiamo posta.

    Ricorrere a false deduzioni e deformare i concetti derivandone tesi che non vi sono contenute, assurde o contraddittorie.

    Demolire una tesi universale attraverso il ricorso ad un caso particolare per il quale essa non risulti valida.

    Ricorrere alla retorsio argumenti utilizzando l’argomento dell’avversario contro di lui.

    Incalzare senza tregua con un argomento, se di fronte ad esso l’avversario si adira, supponendo di aver toccato con questa reazione il punto debole del suo ragionamento.

    In mancanza di argomenti, avanzare una obiezione non valida di cui però solo un esperto vede l’inconsistenza. Questo stratagemma è consigliato per persone colte che disputano davanti ad ascoltatori incolti (Argumentum ad auditores).

    Utilizzare la diversione quando ci si accorge di venir battuti passando ad altro argomento come se fosse pertinente alla questione affrontata.

    Quando non si hanno motivazioni a sostegno della propria tesi, menzionare autorità competenti in una scienza, arte o professione poco note all’avversario o, nel caso si discuta con gente comune, fare uso dell’opinione generale come di un’autorità.

    Dichiarare la propria incompetenza con ironia qualora non si sappia opporre nulla alle ragioni esposte dal contendente. Questo stratagemma va usato solo nel caso si sia più stimati dell’avversario presso l’uditorio.

    Ricondurre un’affermazione dell’avversario ad una categoria odiata ("… Per esempio: Questo è manicheismo; questo è arianesimo; questo è pelagianesimo; questo è idealismo…").

    Riconoscere la possibilità che l’affermazione da confutare sia vera in teoria ma non in pratica.

    In caso di una risposta evasiva ad una nostra domanda, incalzare l’avversario perché questo comportamento rivela una qualche debolezza.

    In presenza di una tesi che può essere giusta, alludere al fatto che essa è in contrasto con l’interesse comune della corporazione, setta club o altra comunità alla quale gli uditori ma non l’avversario appartengono. Questo stratagemma, scrive Schopenhauer, non appena sia praticabile, rende superflui tutti gli altri perché invece di agire sull’intelletto con ragionamenti, agisce sulla volontà con motivazioni. La forma di persuasione che ne risulta appare perfetta.

    Sconcertare l’avversario con sproloqui privi di senso, impressionandolo se è abituato a sentire cose che non capisce e a fare come se le capisse.

    Spacciare un argumentum ad hominem per uno ad rem. Sfruttare una cattiva prova fornita dall’avversario a sostegno di una tesi giusta per confutare quest’ultima.

    Abbandonare l’oggetto della discussione, quando ci si accorge della superiorità dell’avversario, per passare all’offesa e all’oltraggio grossolano alla persona. Questo stratagemma provoca reazioni peggiori rispetto ad un attacco avente ad oggetto la tesi dell’avversario perché ferisce la vanità dell’uomo, umiliandolo.
    da : L'arte di ottenere ragione - Wikipedia
    E. IMPERATO, Dialettica e argomentazione: aver ragione è ancora un’arte.Schopenhauer e Perelman
    ...interessante

  7. #16
    TCP Rider Senior L'avatar di ABCDEF
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    ...interessante
    ..............non dirmi che sei un autodidatta, dai

  8. #17
    TCP Rider Senior L'avatar di Stinit
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    ..............non dirmi che sei un autodidatta, dai
    ...a differenza di tante persone di mia conoscenza a me non da fastidio cambiare idea quando in una discussione la tesi altrui è migliore della mia...

  9. #18
    TCP Rider Senior L'avatar di ABCDEF
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    Citazione Originariamente Scritto da Stinit Visualizza Messaggio
    ...a differenza di tante persone di mia conoscenza a me non da fastidio cambiare idea quando in una discussione la tesi altrui è migliore della mia...
    direi che a te non da fastidio cambiare argomento quando le argomentazioni riportate dall'interlocutore rischiano di dover essere faticose da confutare

    se ti compri quel libretto (sono poche pagine) ci trovi praticamente tutte le tattiche diaalettiche usate qui nel forum e in qualsiasi dibattito politico

    se non l'hai gia' letto, te lo consiglio

  10. #19
    TCP Rider L'avatar di Acme
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    ..............non dirmi che sei un autodidatta, dai
    Ma che hai scritto? Questo di dare dell'autodidatta a chi commenta un tuo intervento cercando di sminuire l'altro come fosse non par tuo come la chiami? Che comportamento è? Perché insisti? O lo fai per sufficienza o per mancanza di rispetto. D'altra parte Schopenhauer, che tu citi, non era altro che uno sciovinista reo di aver trasformate tesi altrui in sproloqui faziosi perché potessero poi essere ripresi dai più al fine di sostenere tesi tra lor contrastanti che, intenzionalmente, non avrebbero portato alla verità bensì allo scopo ultimo del primo.
    E comunque sei un gobbo ladro!


























    Voltaire: "Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo!"

  11. #20
    TCP Rider Senior L'avatar di Stinit
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    Citazione Originariamente Scritto da flag Visualizza Messaggio
    direi che a te non da fastidio cambiare argomento quando le argomentazioni riportate dall'interlocutore rischiano di dover essere faticose da confutare

    se ti compri quel libretto (sono poche pagine) ci trovi praticamente tutte le tattiche diaalettiche usate qui nel forum e in qualsiasi dibattito politico

    se non l'hai gia' letto, te lo consiglio
    E perchè mai....le argomentazioni di un interlocutore sono un arricchimento se sono serie e ragionate...

    ...comunque lo comprerò
    Ultima modifica di Stinit; 12/05/2015 alle 10:51

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