Se un debitore è tendenzialmente insolvente i tassi sono più alti e i titoli di credito devono venire emessi decisamente sotto il pari. Per cercare di compensare il rischio sul capitale. È normale e non è una speculazione a priori.
Nel caso di paesi solvibili come noi invece è la speculazione a manovrare sulla domanda per ottenere tassi maggiori sulle emissioni e per far calare i prezzi. Perché anche il prezzo di un titolo partecipa al calcolo del rendimento. Al tasso nominale si deve aggiungere ciò che si può lucrare comprando ad un prezzo inferiore e rivendendo ad uno più alto.
Quel tasso dell'Ecuador è 3-4 volte quel che paga l'Italia e da quel che ho letto il doppio del tasso di mercato che avrebbero potuto chiedere. E probabilmente dopo quel che è successo l'Ecuador se non avesse stretto patti per vendere il petrolio alla Cina di credito non ne troverebbe tanto facilmente.
Chi, se non un ente di salvataggio, presterebbe soldi a chi già si sa che non li restituisce e nemmeno paga gli interessi?
Vedo che per le banche ci si lamenta se vengono aiutate (salvando i correntisti con i soldi dei cittadini) e ci si lamenta pure se non lo si fa, lasciando il rischio a carico della clientela.
Comunque parlando di depositi superiori ai 100mila € direi che il risparmiatore difficilmente viene toccato. Anche perché al di sopra delle necessità di cassa chi non investe in prodotti finanziari che diano un minimo di rendimento (e quindi non depositi su c/c)?.
I c/c di Cipro avevano giacenze abnormi facendo parte di un sistema di evasione fiscale internazionale. Che in caso di fallimento ci debbano rimettere non mi pare poi così ingiusto.