Ho letto tutta la discussione, commenti, consigli, considerazioni, battute.
Cominciamo da un presupposto:
La pausa di riflessione viene invocata sempre da colui che vuole abbandonare la nave.
Infatti Schettino quando la nave naufragò si prese una pausa di riflessione sulla scialuppa.
Secondo me colui che rimane sulla nave, se tiene a colui che si è preso la pausa di riflessione, deve aspettare un ragionevole lasso di tempo, che è variabile a seconda del carattere individuale e a quanto tiene al "riflessivo", trascorso il quale dichiarerà di sentirsi libero di prendere la decisone più appropriata.
Se tiene tanto al pensatore può anche perdonare, ma se nel frattempo si è reso conto che tutto sommato una pausa di riflessione la avrebbe voluta anche lui, ma che per mancanza di palle non l'ha richiesta, può approfittare del coraggio dell'altro e ritenersi liberato.