Il giubbotto è stretto, con le protezioni rigide sui gomiti, sulle spalle e la schiena. La mia armatura. Allaccio il casco ben stretto. Il mio elmo. Metto i guanti con i rinforzi in kevlar sul dorso della mano. Li infilo con cura nella manica del giubbotto e poi li fisso col velcro antistrappo. La moto fuori dal garage è già accesa. Bellissima. Meglio scaldarla un po' prima di usarla. “La macchina pulsante sembra cosa viva”. Ci salgo sopra e sento nel cuore il rispetto che devo portarle. Chiudo la visiera che da ora è la mia finestra su un mondo che oggi voglio tenere lontano. Parto piano ed esco in strada. Nel mio polso destro c'è l'energia che mi farà lasciare sola la solitudine, che impaurirà le mie paure. Qui non c'è posto per loro. Mi concentro e vado verso la natura della montagna. L'armatura mi isola dal freddo esterno. La guida e l'adrenalina dal freddo che viene da dentro. Qui non c'è posto per loro, e nemmeno per voi.
Ciao
Max




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