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Discussione: Matteo e i suoi mille..ehmm...652 giorni.. parte IV°

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  1. #1
    TCP Rider Senior L'avatar di Stinit
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    Citazione Originariamente Scritto da Dennis Visualizza Messaggio
    La faccenda è davvero complicata, soprattutto nel merito della tutela dei risparmiatori (investitori?) pone a confronto punti di vista tutti validi ma come sempre in antitesi nelle origini.

    E' apprezzabile il punto di vista di chi auspica un maggior assistenzialismo statale, in quanto funzione prima dello Stato è tutelare i diritti sanciti nella propria Costituzione, la nostra quale all'art. 47 enuncia che la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio, in tutte le sue forme.
    E' altrettanto degna di assoluta considerazione la realtà per cui, entro i termini del nostro diritto, chi acquista un titolo di credito se ne assume pienamente le responsabilità.

    In questo caso si è trattato, a quanto ho compreso, di obbligazioni subordinate ad alto rendimento, emesse da banche locali in alcuni casi già commissariate da un più di un anno; io non sono nessuno nel mondo del risparmio, ma a prescindere dal "funesto" decreto cosiddetto salva-banche non mi sembra davvero un'iniziativa degna di un "buon padre di famiglia" (quello che molti oggi citano a favore di propaganda spicciola) quella di investire ingenti riaparmi in titoli:
    - molto più allettanti dei soliti paciosi lidi dei titoli di stato o dei prodotti postali
    - molto allettanti ma "stranamente" (.....) emessi da una piccola banca
    - emessi da una piccola banca per giunta in cattive acque
    - nel caso delle obbligazioni subordinate, con una elevatissima certezza statistica di aver perso tutto in caso di fallimento della banca

    Insomma, chi ha firmato con coscienza e nel pieno possesso delle sue facoltà l'acquisto di quei titoli, con un certo cinismo direi che non potrebbe far altro che raccogliere i propri cocci e portarseli a casa: non vedo motivo per il quale lo Stato debba tutelare il risultato dell'ignoranza, la superficialità o la dabbenaggine di alcuni cittadini con i soldi di tutti i gli altri, tra i quali ce ne saranno almeno altrettanti che al contrario dedicano risorse della propria vita a studiare ed informarsi per ponderare scelte tanto importanti.
    Il cinismo cade ovviamente dove vi sono state delle truffe eventuali/conclamate sulla natura degli investimenti proposti.

    Non ritengo quindi assolutamente puntuali e giustificati gli aiuti paventati dal Governo come "azione umanitaria" verso coloro che non sono stati vittime di una truffa, ma solo delle proprie libere scelte; quel che auspico dal Governo, invece, è che una volta tanto crei una via giuridica e giudiziaria preferenziale affinché i soggetti colpevoli del fallimento (mancato per decreto) delle banche, in quanto banche e non botteghe di paese, siano obbligati a soddisfare fintanto che possibile i creditori, i quali sono stati già obbligati dallo Stato a salvare la banca (cioè i soldi di tutti gli altri risparmiatori/correntisti).
    il conto si chiuderebbe per tutti, i risparmiatori imprudenti sarebbero stati un minimo tutelati punendo al contempo chi ha agito con dolo, senza "aiuti umanitari" che non sono proprio indicati, non trattandosi di calamità o patologie.
    Purtroppo tra i responsabili delle gestioni scellerate, oltre alla Banca d'Italia, vi sono pure tutti gli amministratori, direttori e figuri di varia natura come minimo, uhm... ispirati da questo o quel partito politico, magari lo stesso partito che a parte cambiamenti di denominazioni i poveri risparmiatori danneggiati hanno votato per venti, trenta, quarant'anni.
    Allora, effettivamente, il conto si chiude davvero, nel modo solito della nostra Italia, dove tutti si credono più furbi degli altri, vogliono vivere egoisticamente per se stessi proteggendo l'orto di casa come scrigno invalicabile del proprio universo, ma al contempo non esitano a metterselo in culo collegialmente.

    La solita, scontata Italia.

    Sono d'accordo in parte...nel senso che in questa storia entra in ballo un fattore sottovalutato ma molto importante...ovvero il rapporto di fiducia tra cliente e banca...

    ...un po' come accade magari in tanti altri casi si instaura un rapporto di fiducia tra le persone...e se una persona ti dice delle cose poi accade che ti fidi di quello che ti dice...immagina di andare al ristorante tutti i giorni...scegli e poi vai in un dato ristorante perché ti fidi ...idem da un meccanico...o da un dentista...

  2. #2
    TCP Rider Senior L'avatar di Dennis
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    se firmi suoi tuoi risparmi in base alla fiducia, allora non hai neanche il diritto di piangere nel caso andassero in fumo

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da Dennis Visualizza Messaggio
    se firmi suoi tuoi risparmi in base alla fiducia, allora non hai neanche il diritto di piangere nel caso andassero in fumo
    Certo, però c'èanche da dire che la figura professionale del consulente/promotore finanziario dovrebbe essere al servizio del cliente per cercare di farlo guadagnare nella maniera migliore, non per fregarlo.

  4. #4
    TCP Rider Senior L'avatar di armageddon
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    Citazione Originariamente Scritto da paper Visualizza Messaggio
    Certo, però c'èanche da dire che la figura professionale del consulente/promotore finanziario dovrebbe essere al servizio del cliente per cercare di farlo guadagnare nella maniera migliore, non per fregarlo.
    E qui dovrebbero rientrare le responsabilità personali,a cui io tengo molto,se ravvisate con dolo che paghi il consulente e non la comunità,fiducia o non fiducia quando ti propongono di firmare si è sempre responsabili,in molti altri ambiti si cavalca il motto "la legge non ammette ignoranza",credo che possa valere anche in questo,mi pare che i "fregati" siano pochi rispetto al totale "rovinati"
    Send with the butterfly d' mammt

  5. #5
    TCP Rider Senior L'avatar di Dennis
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    Mi sta più che bene come principio, paper, ma la "fregatura" deve esser valutata, condannata e fin che possibile rimediata sempre nei termini delle (tante) leggi dello Stato, per questo auspico dallo stesso una miglior gestione dell'iter giuridiziario laddove vi sono state delle truffe invece di "aiuti umanitari".

  6. #6
    TCP Rider Senior L'avatar di navigator
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    Citazione Originariamente Scritto da Dennis Visualizza Messaggio
    Mi sta più che bene come principio, paper, ma la "fregatura" deve esser valutata, condannata e fin che possibile rimediata sempre nei termini delle (tante) leggi dello Stato, per questo auspico dallo stesso una miglior gestione dell'iter giuridiziario laddove vi sono state delle truffe invece di "aiuti umanitari".
    sentendo i fatti di Veneto Banca direi che oltre che alla fregatura hanno pure premeditato tutto dall'alto sapendo già dal principio come sarebbe finita, inoltre oltre all'informativa sul rischio di questi prodotti, molto complicata da comprendere per la stragrande maggioranza dei risparmiatori, mancava un dato che nelle normali pratiche di investimento ( nel mercato quotato dove i bilanci sono controllati e certificati) ha un valore fondamentale... non veniva minimamente accennata la mancanza di liquididità e lo stato di salute della banca (diciamo un rating) ,si è nascosto il problema all'atto delle sottoscrizioni.
    Hanno già detto che le cause avranno vita facile in sede di giudizio proprio per questo motivo oltre che per tante altre metodiche di proposta dell'investimento e per il valore truffaldino attribuito alle azioni, maggiore del capitale sociale...
    Ultima modifica di navigator; 11/12/2015 alle 11:44

  7. #7
    Vorrei solamente ricordare che i politici dovrebbero essere al servizio del cittadino e non il cittadino al servizio dei politici! Qui non è questione di questo ha fatto quello e l'altro ha fatto così oppure non ha fatto nulla... C'è da dire che dalla fine della Seconda Guerra mondiale ad oggi, 70 anni si è creato un circolo vizioso nel quale destra, centro, sinistra, in alto, in basso, ovunque, in politica, si è pensato solamente ad arricchiere le proprio tasche (politiche) o quelle degli amici! Negli ultimi due decenni la cosa ha preso maggior visibilità (massmediaticamente parlando), facendo montare solo rabbia con conseguente calo della fiducia nella cosa pubblica! La stoccata "finale" è stata quella di far parte della UE che, in Italia, ha trovato la strada spianata alle sue mire di controllo

  8. #8
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    Articolo di Scanzi sul FQ ( cosa che viene anche ben descritta da Travaglio a Servizio Pubblico ) :

    Ieri, presentando il libro di Vespa, il ministro Boschi ha detto che suo padre è una persona perbene e che Banca Etruria non ha ricevuto favoritismi dal (suo) governo. Ne prendo atto e non fatico a crederci. Certo, magari sarebbe stato bello che ieri la Boschi avesse preferito al libro di Vespa la sua città, in questi giorni devastata dal caso Banca Etruria, ma capisco che dopo aver regalato a giugno la città al centrodestra imponendo un candidato smisuratamente debole e dopo che il suo governo (e la “sua” banca) hanno contribuito a gettare nella miseria migliaia di cittadini, Arezzo non sia ora la prima città che le venga in mente. Infatti, ad Arezzo, ieri c’era Salvini. E la Boschi no.

    E’ assai probabile che, di fronte al disastro ormai conclamato, il governo Renzi non potesse fare altro che anticipare il bail-in di gennaio 2016 al 22 novembre scorso. I danni erano stati fatti prima, molto prima. Con gli omessi controlli, con i conflitti d’interesse, con i favori ai soliti noti. Con le regole cambiate in corsa, con l’atteggiamento di Bankitalia, con quello della Consob. Con una congrega di (pagatissimi) dirigenti che hanno fatto più danni della grandine. Già: ma la Boschi davvero non sapeva tutto questo?

    Delle quattro bad bank “salvate”, la Banca Etruria è sempre sembrata più banca delle altre. L’ho detto anche ieri a Piazzapulita e qui desidero riassumere e integrare.

    Dal 2011 fino al commissariamento dell’11 febbraio 2015, il papà Pierluigi faceva parte del Cda Etruria. Non appena la figlia Maria Elena diventa ministro, il papà diventa vicepresidente della Banca. Non solo: il ministro è azionista e il fratello è dipendente. Conflitti di interesse come se piovessero. La Banca Etruria viene commissariata a febbraio 2015, per un buco di 3 miliardi, sei volte il suo patrimonio netto, ma le obbligazioni subordinate vengono ancora sbolognate agli ignari e incolpevoli risparmiatori (che il governo Renzi vuole far passare per “speculatori”). Bankitalia, constatando le “forti criticità crescenti” e una situazione disastrosa, commina multe per 2.5 milioni di euro al cda della Banca. Viene multato per 144mila euro anche Pierluigi Boschi. Per cosa? “Carenza organizzazione e controlli interni, carenza gestione e controllo del credito, violazioni in materia di trasparenza, omesse inesatte segnalazioni”. Praticamente non ha fatto niente di tutto quello che doveva fare: anzi, ha fatto l’esatto contrario. Senz’altro persona “perbene”, come dice la figlia, ma che verosimilmente ha sbagliato lavoro.

    La Banca Etruria, che Travaglio definì a febbraio “salotto di cattolici e massoni”, era una banca morta molto prima del commissariamento. Eppure si continuava a spendere fino a 15 milioni di euro l’anno in “consulenze” esterne. I dirigenti si erano anche inventati una legge ad hoc per cui bastava una firma per prestare soldi agli amici degli amici: prestiti che, ovviamente, mai sarebbero rientrati. Però, quando due anni fa l’allora presidente Fornasari aumentò il capitale di 100 milioni dicendo ai soci di comprare azioni da 60 centesimi l’una, li rassicurò, sostenendo che la banca era coesa e che “l’Etruria è la banca popolare più forte del centro Italia”. Il livello generale era questo.

    C’è poi un altro aspetto. Da fine ottobre 2014 a gennaio 2015, strani movimenti riguardano alcune banche popolari. Su tutte l’Etruria. La banca è in crisi, ma molti di colpo si mettono a comprare azioni convinti che da marzo quelle azioni varranno molto di più. Perché? Non è dato sapere, ma è forse dato supporre. Nel pomeriggio del 20 gennaio 2015, in neanche due ore, il governo Renzi – tramite decreto – trasforma le banche popolari con almeno 8 miliardi di attivo in Spa. Chi ci guadagna di più? Guarda un po': Banca Etruria, che registra in borsa la migliore performance dell’anno (+62.5%).
    La Boschi, durante il Consiglio di ministri che vara rapidamente il decreto, non c’è. E’ assente. Ma questo non basta forse per non parlare di conflitto di interessi. Ah: molte di quelle plusvalenze e speculazioni “indovine”, che faranno poi supporre casi di “insider trading”, arrivavano da Londra. A Londra, del tutto casualmente, sta anche Davide Serra, noto finanziatore renziano col suo fondo Algebris.

    Serra ha sempre detto di non avere mai comprato azioni Banca Etruria in quel periodo, ma di averlo fatto molto prima – a marzo 2014 – salvo poi rivenderle pochi giorni prima del decreto. Perdendoci un sacco di soldi (più di 20 milioni di euro). Sarebbe interessante sapere a chi le ha vendute.


    Dettagli come sempre........ E con lei Veneto Banca ( gia' un annetto fa e oltre nell'occhio del ciclone, ma che ci frega ) , e la Popolare di Vicenza ( che oltretutto sta tagliando posti di lavoro a manetta riducendo le filiali e lasciando a piedi un po' di persone, magari alcune spolpandole anche dei propri risparmi ) .

    Non sono carini? Chi fa parte del cerchio magico non cade mai con il culo scoperto.
    La vita è troppo corta per avere dei nemici. - Ayrton Senna

    Don't worry #Roma.. We have a special place on the site for you. It's called 'Gangbang' Pornhub

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Dennis Visualizza Messaggio
    La faccenda è davvero complicata, soprattutto nel merito della tutela dei risparmiatori (investitori?) pone a confronto punti di vista tutti validi ma come sempre in antitesi nelle origini.

    E' apprezzabile il punto di vista di chi auspica un maggior assistenzialismo statale, in quanto funzione prima dello Stato è tutelare i diritti sanciti nella propria Costituzione, la nostra quale all'art. 47 enuncia che la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio, in tutte le sue forme.
    E' altrettanto degna di assoluta considerazione la realtà per cui, entro i termini del nostro diritto, chi acquista un titolo di credito se ne assume pienamente le responsabilità.

    In questo caso si è trattato, a quanto ho compreso, di obbligazioni subordinate ad alto rendimento, emesse da banche locali in alcuni casi già commissariate da un più di un anno; io non sono nessuno nel mondo del risparmio, ma a prescindere dal "funesto" decreto cosiddetto salva-banche non mi sembra davvero un'iniziativa degna di un "buon padre di famiglia" (quello che molti oggi citano a favore di propaganda spicciola) quella di investire ingenti riaparmi in titoli:
    - molto più allettanti dei soliti paciosi lidi dei titoli di stato o dei prodotti postali
    - molto allettanti ma "stranamente" (.....) emessi da una piccola banca
    - emessi da una piccola banca per giunta in cattive acque
    - nel caso delle obbligazioni subordinate, con una elevatissima certezza statistica di aver perso tutto in caso di fallimento della banca

    Insomma, chi ha firmato con coscienza e nel pieno possesso delle sue facoltà l'acquisto di quei titoli, con un certo cinismo direi che non potrebbe far altro che raccogliere i propri cocci e portarseli a casa: non vedo motivo per il quale lo Stato debba tutelare il risultato dell'ignoranza, la superficialità o la dabbenaggine di alcuni cittadini con i soldi di tutti i gli altri, tra i quali ce ne saranno almeno altrettanti che al contrario dedicano risorse della propria vita a studiare ed informarsi per ponderare scelte tanto importanti.
    Il cinismo cade ovviamente dove vi sono state delle truffe eventuali/conclamate sulla natura degli investimenti proposti.

    Non ritengo quindi assolutamente puntuali e giustificati gli aiuti paventati dal Governo come "azione umanitaria" verso coloro che non sono stati vittime di una truffa, ma solo delle proprie libere scelte; quel che auspico dal Governo, invece, è che una volta tanto crei una via giuridica e giudiziaria preferenziale affinché i soggetti colpevoli del fallimento (mancato per decreto) delle banche, in quanto banche e non botteghe di paese, siano obbligati a soddisfare fintanto che possibile i creditori, i quali sono stati già obbligati dallo Stato a salvare la banca (cioè i soldi di tutti gli altri risparmiatori/correntisti).
    il conto si chiuderebbe per tutti, i risparmiatori imprudenti sarebbero stati un minimo tutelati punendo al contempo chi ha agito con dolo, senza "aiuti umanitari" che non sono proprio indicati, non trattandosi di calamità o patologie.
    Purtroppo tra i responsabili delle gestioni scellerate, oltre alla Banca d'Italia, vi sono pure tutti gli amministratori, direttori e figuri di varia natura come minimo, uhm... ispirati da questo o quel partito politico, magari lo stesso partito che a parte cambiamenti di denominazioni i poveri risparmiatori danneggiati hanno votato per venti, trenta, quarant'anni.
    Allora, effettivamente, il conto si chiude davvero, nel modo solito della nostra Italia, dove tutti si credono più furbi degli altri, vogliono vivere egoisticamente per se stessi proteggendo l'orto di casa come scrigno invalicabile del proprio universo, ma al contempo non esitano a metterselo in culo collegialmente.

    La solita, scontata Italia.
    Concordo con te su tutto,vorrei però inserire una considerazione ulteriore...chi deve vigilare se una banca piccola e in cattive acque emette obbligazioni?se B.I. non è in grado di vigilare occorre inserire con cadenza minimo trimestrale una revisione di bilancio per poter emettere ulteriori obbligazioni. Altrimenti in futuro ci saranno altri allocchi che si bruceranno per ingordigia.

    Citazione Originariamente Scritto da Lo scrofo Visualizza Messaggio
    Articolo di Scanzi sul FQ ( cosa che viene anche ben descritta da Travaglio a Servizio Pubblico ) :

    Ieri, presentando il libro di Vespa, il ministro Boschi ha detto che suo padre è una persona perbene e che Banca Etruria non ha ricevuto favoritismi dal (suo) governo. Ne prendo atto e non fatico a crederci. Certo, magari sarebbe stato bello che ieri la Boschi avesse preferito al libro di Vespa la sua città, in questi giorni devastata dal caso Banca Etruria, ma capisco che dopo aver regalato a giugno la città al centrodestra imponendo un candidato smisuratamente debole e dopo che il suo governo (e la “sua” banca) hanno contribuito a gettare nella miseria migliaia di cittadini, Arezzo non sia ora la prima città che le venga in mente. Infatti, ad Arezzo, ieri c’era Salvini. E la Boschi no.

    E’ assai probabile che, di fronte al disastro ormai conclamato, il governo Renzi non potesse fare altro che anticipare il bail-in di gennaio 2016 al 22 novembre scorso. I danni erano stati fatti prima, molto prima. Con gli omessi controlli, con i conflitti d’interesse, con i favori ai soliti noti. Con le regole cambiate in corsa, con l’atteggiamento di Bankitalia, con quello della Consob. Con una congrega di (pagatissimi) dirigenti che hanno fatto più danni della grandine. Già: ma la Boschi davvero non sapeva tutto questo?

    Delle quattro bad bank “salvate”, la Banca Etruria è sempre sembrata più banca delle altre. L’ho detto anche ieri a Piazzapulita e qui desidero riassumere e integrare.

    Dal 2011 fino al commissariamento dell’11 febbraio 2015, il papà Pierluigi faceva parte del Cda Etruria. Non appena la figlia Maria Elena diventa ministro, il papà diventa vicepresidente della Banca. Non solo: il ministro è azionista e il fratello è dipendente. Conflitti di interesse come se piovessero. La Banca Etruria viene commissariata a febbraio 2015, per un buco di 3 miliardi, sei volte il suo patrimonio netto, ma le obbligazioni subordinate vengono ancora sbolognate agli ignari e incolpevoli risparmiatori (che il governo Renzi vuole far passare per “speculatori”). Bankitalia, constatando le “forti criticità crescenti” e una situazione disastrosa, commina multe per 2.5 milioni di euro al cda della Banca. Viene multato per 144mila euro anche Pierluigi Boschi. Per cosa? “Carenza organizzazione e controlli interni, carenza gestione e controllo del credito, violazioni in materia di trasparenza, omesse inesatte segnalazioni”. Praticamente non ha fatto niente di tutto quello che doveva fare: anzi, ha fatto l’esatto contrario. Senz’altro persona “perbene”, come dice la figlia, ma che verosimilmente ha sbagliato lavoro.

    La Banca Etruria, che Travaglio definì a febbraio “salotto di cattolici e massoni”, era una banca morta molto prima del commissariamento. Eppure si continuava a spendere fino a 15 milioni di euro l’anno in “consulenze” esterne. I dirigenti si erano anche inventati una legge ad hoc per cui bastava una firma per prestare soldi agli amici degli amici: prestiti che, ovviamente, mai sarebbero rientrati. Però, quando due anni fa l’allora presidente Fornasari aumentò il capitale di 100 milioni dicendo ai soci di comprare azioni da 60 centesimi l’una, li rassicurò, sostenendo che la banca era coesa e che “l’Etruria è la banca popolare più forte del centro Italia”. Il livello generale era questo.

    C’è poi un altro aspetto. Da fine ottobre 2014 a gennaio 2015, strani movimenti riguardano alcune banche popolari. Su tutte l’Etruria. La banca è in crisi, ma molti di colpo si mettono a comprare azioni convinti che da marzo quelle azioni varranno molto di più. Perché? Non è dato sapere, ma è forse dato supporre. Nel pomeriggio del 20 gennaio 2015, in neanche due ore, il governo Renzi – tramite decreto – trasforma le banche popolari con almeno 8 miliardi di attivo in Spa. Chi ci guadagna di più? Guarda un po': Banca Etruria, che registra in borsa la migliore performance dell’anno (+62.5%).
    La Boschi, durante il Consiglio di ministri che vara rapidamente il decreto, non c’è. E’ assente. Ma questo non basta forse per non parlare di conflitto di interessi. Ah: molte di quelle plusvalenze e speculazioni “indovine”, che faranno poi supporre casi di “insider trading”, arrivavano da Londra. A Londra, del tutto casualmente, sta anche Davide Serra, noto finanziatore renziano col suo fondo Algebris.

    Serra ha sempre detto di non avere mai comprato azioni Banca Etruria in quel periodo, ma di averlo fatto molto prima – a marzo 2014 – salvo poi rivenderle pochi giorni prima del decreto. Perdendoci un sacco di soldi (più di 20 milioni di euro). Sarebbe interessante sapere a chi le ha vendute.


    Dettagli come sempre........ E con lei Veneto Banca ( gia' un annetto fa e oltre nell'occhio del ciclone, ma che ci frega ) , e la Popolare di Vicenza ( che oltretutto sta tagliando posti di lavoro a manetta riducendo le filiali e lasciando a piedi un po' di persone, magari alcune spolpandole anche dei propri risparmi ) .

    Non sono carini? Chi fa parte del cerchio magico non cade mai con il culo scoperto.

    Si,la merda è ad altissimo livello...e questo governo è merda,nulla più.
    Ultima modifica di rjng; 11/12/2015 alle 12:51 Motivo: Unione Post Automatica
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  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Lo scrofo Visualizza Messaggio
    Articolo di Scanzi sul FQ ( cosa che viene anche ben descritta da Travaglio a Servizio Pubblico ) :

    Ieri, presentando il libro di Vespa, il ministro Boschi ha detto che suo padre è una persona perbene e che Banca Etruria non ha ricevuto favoritismi dal (suo) governo. Ne prendo atto e non fatico a crederci. Certo, magari sarebbe stato bello che ieri la Boschi avesse preferito al libro di Vespa la sua città, in questi giorni devastata dal caso Banca Etruria, ma capisco che dopo aver regalato a giugno la città al centrodestra imponendo un candidato smisuratamente debole e dopo che il suo governo (e la “sua” banca) hanno contribuito a gettare nella miseria migliaia di cittadini, Arezzo non sia ora la prima città che le venga in mente. Infatti, ad Arezzo, ieri c’era Salvini. E la Boschi no.

    E’ assai probabile che, di fronte al disastro ormai conclamato, il governo Renzi non potesse fare altro che anticipare il bail-in di gennaio 2016 al 22 novembre scorso. I danni erano stati fatti prima, molto prima. Con gli omessi controlli, con i conflitti d’interesse, con i favori ai soliti noti. Con le regole cambiate in corsa, con l’atteggiamento di Bankitalia, con quello della Consob. Con una congrega di (pagatissimi) dirigenti che hanno fatto più danni della grandine. Già: ma la Boschi davvero non sapeva tutto questo?

    Delle quattro bad bank “salvate”, la Banca Etruria è sempre sembrata più banca delle altre. L’ho detto anche ieri a Piazzapulita e qui desidero riassumere e integrare.

    Dal 2011 fino al commissariamento dell’11 febbraio 2015, il papà Pierluigi faceva parte del Cda Etruria. Non appena la figlia Maria Elena diventa ministro, il papà diventa vicepresidente della Banca. Non solo: il ministro è azionista e il fratello è dipendente. Conflitti di interesse come se piovessero. La Banca Etruria viene commissariata a febbraio 2015, per un buco di 3 miliardi, sei volte il suo patrimonio netto, ma le obbligazioni subordinate vengono ancora sbolognate agli ignari e incolpevoli risparmiatori (che il governo Renzi vuole far passare per “speculatori”). Bankitalia, constatando le “forti criticità crescenti” e una situazione disastrosa, commina multe per 2.5 milioni di euro al cda della Banca. Viene multato per 144mila euro anche Pierluigi Boschi. Per cosa? “Carenza organizzazione e controlli interni, carenza gestione e controllo del credito, violazioni in materia di trasparenza, omesse inesatte segnalazioni”. Praticamente non ha fatto niente di tutto quello che doveva fare: anzi, ha fatto l’esatto contrario. Senz’altro persona “perbene”, come dice la figlia, ma che verosimilmente ha sbagliato lavoro.

    La Banca Etruria, che Travaglio definì a febbraio “salotto di cattolici e massoni”, era una banca morta molto prima del commissariamento. Eppure si continuava a spendere fino a 15 milioni di euro l’anno in “consulenze” esterne. I dirigenti si erano anche inventati una legge ad hoc per cui bastava una firma per prestare soldi agli amici degli amici: prestiti che, ovviamente, mai sarebbero rientrati. Però, quando due anni fa l’allora presidente Fornasari aumentò il capitale di 100 milioni dicendo ai soci di comprare azioni da 60 centesimi l’una, li rassicurò, sostenendo che la banca era coesa e che “l’Etruria è la banca popolare più forte del centro Italia”. Il livello generale era questo.

    C’è poi un altro aspetto. Da fine ottobre 2014 a gennaio 2015, strani movimenti riguardano alcune banche popolari. Su tutte l’Etruria. La banca è in crisi, ma molti di colpo si mettono a comprare azioni convinti che da marzo quelle azioni varranno molto di più. Perché? Non è dato sapere, ma è forse dato supporre. Nel pomeriggio del 20 gennaio 2015, in neanche due ore, il governo Renzi – tramite decreto – trasforma le banche popolari con almeno 8 miliardi di attivo in Spa. Chi ci guadagna di più? Guarda un po': Banca Etruria, che registra in borsa la migliore performance dell’anno (+62.5%).
    La Boschi, durante il Consiglio di ministri che vara rapidamente il decreto, non c’è. E’ assente. Ma questo non basta forse per non parlare di conflitto di interessi. Ah: molte di quelle plusvalenze e speculazioni “indovine”, che faranno poi supporre casi di “insider trading”, arrivavano da Londra. A Londra, del tutto casualmente, sta anche Davide Serra, noto finanziatore renziano col suo fondo Algebris.

    Serra ha sempre detto di non avere mai comprato azioni Banca Etruria in quel periodo, ma di averlo fatto molto prima – a marzo 2014 – salvo poi rivenderle pochi giorni prima del decreto. Perdendoci un sacco di soldi (più di 20 milioni di euro). Sarebbe interessante sapere a chi le ha vendute.


    Dettagli come sempre........ E con lei Veneto Banca ( gia' un annetto fa e oltre nell'occhio del ciclone, ma che ci frega ) , e la Popolare di Vicenza ( che oltretutto sta tagliando posti di lavoro a manetta riducendo le filiali e lasciando a piedi un po' di persone, magari alcune spolpandole anche dei propri risparmi ) .

    Non sono carini? Chi fa parte del cerchio magico non cade mai con il culo scoperto.
    e per di più

    I Boschi, una famiglia in banca. E il paese difende il loro silenzio - La Stampa
    Send with the butterfly d' mammt

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