
Originariamente Scritto da
Shining
Ricordo benissimo.
All'epoca ero un giovane magistrato onorario e ricordo benissimo che anche all'interno della magistratura non erano pochi quelli che più o meno velatamente non lo vedevano di buon occhio e lo accusavano di protagonismo, salvo poi fare i soliti ipocriti discorsi di circostanza a tragedia avvenuta.
Dopo l'uccisione, sempre per mano della mafia, del suo capo Dott. Rocco Chinnici, ebbe l'onore di lavorare con un dirigente come Antonino Caponnetto fino a quando, andato in pensione quest'ultimo, cominciarono a fargli terra bruciata attorno, mettendo a capo dell'ufficio uno come Meli, che concepiva la mafia come fenomeno di bande criminali radicate in un territorio o in un altro, di fatto vanificando la visione globale e la corretta intuizione di Falcone, che era sfociata nel primo maxiprocesso.
Fu praticamente costretto a lasciare Palermo per Roma, e anche qui tanti suoi esimi colleghi lo accusarono, all'epoca, di aver ceduto alle sirene della politica, per aver accettato l'incarico di direttore degli affari penali del Ministero di giustizia. Invece lui sapeva benissimo che da lì avrebbe potuto fare quello che non gli avevano concesso stando a Palermo.
Se oggi esiste la Procura nazionale antimafia lo dobbiamo a Giovanni Falcone.
Molti suoi colleghi e detrattori hanno invece fatto carriera in comodi uffici e comode poltrone, ma a questo punto, se volete, basta fare una rapida ricerca in rete, io non mi posso spingere oltre, altrimenti mi deferiscono alla commissione disciplinare.
Mia figlia è al secondo anno di giurisprudenza e vuol fare il magistrato perché, fin da ragazzina, le ho fatto studiare chi era Giovanni Falcone, chi era Paolo Borsellino, e che la mafia non era una fiction che trasmettevano in prima serata.
Quando, per qualche compleanno o feste, ho la casa piena di questi compagni di studi di mia figlia, e vedo che ce ne sono parecchi motivati, tutto questo mi fa sperare che forse qualcosa di buono si è seminato, e forse qualche piantina curata bene potrà diventare una quercia.