
Originariamente Scritto da
mic56
Il problema delle rivoluzioni è che partono sempre alimentate da nobili ideali e giustissime istanze, per affermare le quali usano la violenza per la presa del potere.
Poi le innovazioni apportate debbono essere consolidate ed è gioco forza adottare dei metodi che sopprimono chi la pensa diversamente.
Quindi c'è un capo supremo, un'oligarchia, un apparato di polizia, una rete di delatori che fanno si che il nuovo regime si possa mantenere.
Questo comporta anche inevitabilmente una chiusura verso l'esterno e una repressione interna, con imbavagliamento della stampa e appropriazione dei mezzi di comunicazione.
Inoltre questa sorta di autarchia provoca una cristallizzazione del regime con conseguente progressivo impoverimento, sia economico che culturale.
Non a caso i regimi dittatoriali appaiono immobili, lenti, e offrono condizioni di vita al popolo non paragonabili a quelle offerte dai sistemi democratici.
Quando si muove loro qualche critica rispetto queste condizioni di vita ci sente rispondere che prima della rivoluzione erano ben peggiori, non tenendo conto che spesso la rivoluzione è avvenuta cinquant'anni prima, e che nel frattempo i sistemi democratici hanno creato società dinamiche e fluide, mentre loro sono rimasti a cinquant'anni prima.