Paura...sì, diciamo paura ma contestualizziamola.
La paura alla quale mi riferisco è di due tipologie.
La prima è che il movimento, pur basandosi su idee di base condivisibili, non mi risulta abbia una precisa idea di governo e gli manca la forza operativa da mettere in campo.
Roma da questo punto di vista ne è un esempio. Hanno annaspato, in primis per beghe di potere interne e, al tempo stesso, hanno chiamato al tavolo vecchie guardie e non proprio le casalinghe di vogera nuda e pura.
Si tratta, in sintesi, di paura che non siano in grado e il non fare, il no a priori, a livello nazionale secondo me è ben più pericoloso che a livello locale.
La seconda paura riguarda le modalità di gestione del movimento, in cui il leader, fa e disfa a proprio piacimento, crea un direttorio e poi lo annuila, fa un passo di lato e poi ne diventa il capo politico, crea un collegio che dovrebbe giudicare su chi è dentro e chi è fuori decidendo lui chi sono i membri e mantenendo lui l'ultima parola, mette penali economiche ai candidati nel caso in cui agiscano in modo diverso dal suo diktat.
In sintesi, mi spaventa dare tutto questo potere non ad un movimento, ma ad un uomo solo che, oltretutto, si è dimostrato spesso e volentieri autoritario e aggressivo (verbalmente) nei confronti di chi la pensa diversamente da lui.
Detto questo mi adeguerò al volere di chi voterà per il movimento se saranno la maggioranza, così come ho fatto a Roma, ma nella speranza che non vadano al governo sinceramente.