Io e mia moglie, entrambi laureati in giurisprudenza, eravamo sposati da un mese. Doveva essere il periodo teoricamente più felice della nostra vita, e invece questo evento e, di lì a poco, quello dell'attentato a Borsellino, crearono in noi un forte turbamento. Non solo quello di ognuno di noi, ma quello di decidere, eventualmente, del nostro futuro. Purtroppo la nostra situazione familiare, con mio suocero invalido totale e la necessità di accudirlo, ci portò a rinunciare al concorso in magistratura, che ci avrebbe inevitabilmente allontanato da casa, optando per la libera professione dove, comunque, abbiamo cercato, nel nostro piccolo, di essere sempre dalla parte giusta...Originariamente Scritto da streetTux;7336429[B
Ma da quel matrimonio che così bruscamente turbò i nostri tempi felici è nata una piantina, di nome Silvia, che abbiamo annaffiato tutti i giorni e cercato di far crescere bella dritta, e che sta studiando sperando, un giorno, se ci riuscirà, di andare proprio in prima linea.
Come padre già da ora penso ai rischi che potrebbe correre, ma in cuor mio spero che possa vivere una vita che sia valsa la pena di vivere, per sé e soprattutto per gli altri; e quello che mi lascia un barlume di speranza è vedere che, come lei, anche diversi suoi colleghi di studi hanno un fuoco che arde dentro. Forse non saranno abbastanza, ma sono sufficienti per mantenere viva la speranza che qualcosa possa cambiare, in questo paese che sembra perduto.
Scusate se mi sono dilungato in questioni personali







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