
Originariamente Scritto da
_sabba_
Tutto molto vero.
Partiamo dal presupposto che le corse dovrebbero garantire quelle libertà tecniche che non si possono utilizzare su strada pubblica.
Però le Superbike dovrebbero essere moto di serie, ma con modifiche libere a patto che i componenti siano disponibili per chiunque voglia acquistarli, in pratica delle parti aftermarket di libera vendita.
Niente centraline dedicate, sospensioni monomodello o freni particolari.
Uno si compra una bella Kawasaki Ninja 1000 ZRR, gli mette su uno scarico completo Akrapovic, cerchi Marchesini, freni Brembo, sospensioni Ohlïns, catena DID, carena e serbatoio in vetroresina, magari una Power Commander o una Bazzaz, eccetera eccetera.
La alleggerisce di tutti gli "orpelli" obbligatori per girare su strada (frecce, fari, pedane passeggero, sella lunga, ABS e altre frocierie elettroniche), e si crea una SBK.
Dipende poi da quanti soldi si vogliono spendere, dalle capacità dei tecnici di mettere a punto il tutto, ma la moto è replicabile anche in una altra officina.
Lo spettacolo sarebbe garantito!
Ora le SuperBike non sono altro che dei prototipi travestiti da moto di serie, e le Case che spendono di più sfornano gioielli meccanici irraggiungibili.
Ritornando alle regole primitive, si otterrebbero di nuovo delle sfide ad armi pari.
È vero che di piloti "tosti" ce ne sono pochi, ma se le moto permettono meno forse si esaltano anche piloti "minori".
Bah, vedremo...
