
Originariamente Scritto da
_sabba_
Provo a fare il serio per davvero, iniziando con una domanda:
c'è più passione in chi compra una moto perfetta, qualsiasi essa sia, e la usa senza problemi come se fosse un elettrodomestico tedesco, o c'è più passione in chi compra una moto mezza scassata, cerca di metterla a posto e condivide con gli altri tutto ciò che fa per risolvere i problemi?
Come ho scritto più volte, la passione della moto non è legata a un mezzo specifico o a un marchio in particolare (anche perché crescendo di età di solito cambiano i propri gusti e le esigenze).
Nel 2017 le moto sono tutte più o meno fatte bene e affidabili, a prescindere dal marchio, ma ci sono differenze notevoli (tra un marchio e l'altro) nella percentuale di esemplari "fallati", cioè nati male.
Io ho una mia teoria su questo aspetto, suffragata dalle mie esperienze.
Ci sono i marchi di grande diffusione (Honda e Yamaha e in genere le giapponesi), i marchi di "cuore" (Ducati, MVAgusta, Triumph, KTM) e i marchi di "prestigio" (BMW, Harley Davisdon).
Ho citato i principali per non dilungarmi troppo, ma solo per far capire cosa voglio intendere.
Ora parliamo di Triumph.
Crea moto emozionanti, molto personali e infinitamente belle (per gli estimatori, ovviamente), ma non ha nè la precisione tecnologica di giapponesi nè il prestigio della BMW.
Per ora, perché è ferma intenzione di Triumph quella di rientrare di diritto anche nella terza categoria che ho indicato più sopra.
Per farlo però deve creare una linea di produzione, una distribuzione di punti di Assistenza e pure di controlli di qualità di livello più elevato dell'attuale.
È inutile girarci intorno, e lo sanno in tanti (e da tempo) che la Casa inglese è la Gran Maestra del riciclo, e raramente crea una moto totalmente nuova al 100%.
È una pratica diffusa operata da tutte le Case, ovviamente, ma non sempre spinta a questi livelli (a mio avviso esagerati nel 2017).
Non sto ad elencare i particolari uno per uno, ma chi ne capisce un pochettino di meccanica ed elettronica sa di cosa sto parlando.
Oltretutto Triumph si ostina ad utilizzare sui propri mezzi una elettronica complicatissima (decisamente più della media), che per sua natura richiederebbe una attenzione particolare (esempio una miglior gestione degli aggiornamenti software).
Da vero appassionato del marchio mi auguro che presto Triumph cambi davvero rotta, cioè migliorando la qualità produttiva, il rapporto con i clienti, la creazione di validi punti di assistenza e una maggior attenzione verso i problemi tecnici di difficile soluzione.
Cosi facendo entrerebbe di forza in tutti e tre i gruppi menzionati, e allora sì che non ce ne sarebbe per nessuno!
Capito mi avete?
