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Ma quali stesse ragioni? Il nostro debito, accumulato in decenni di spese maggiori delle entrate prendendo a prestito da sottoscrittori pubblici e privati non è assolutamente paragonabile a quello tedesco, dovuto a colossali sanzioni e risarcimenti di guerra appioppati dopo due conflitti mondiali. Soprattutto quello risalente al 1919 e rinnegato da Hitler era poi essenzialmente politico, imposto dalle nazioni vincitrici in misura tale da affossare definitivamente l'economia tedesca.
In poche parole le loro erano sanzioni, i nostri sono debiti veri e propri.
Parlare in questi giorni dei 250 miliardi da abbuonare è stata poi la prima brillante mossa di politica economica dei nostri forse futuri governanti: non serve a niente perché non fattibile, ma ha messo una bella pulce nell'orecchio al mondo finanziario presentandoci come coloro che una certa propensione a non rimborsare i debiti ce l'hanno. E i mercati, seppur poco, hanno già reagito di conseguenza. Veramente geniale! Bravi Giggino e Teo!
Nel mondo normale chi non vuol rimborsare i debiti è visto come un disonesto inaffidabile, non come uno tosto che si fa valere.
Forse a Pomigliano o Scampia funziona diversamente...