Stefano Feltri per il “Fatto quotidiano”
L'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, Gianni Castellucci , parla per la prima volta dopo il crollo del ponte Morandi di Genova della cui gestione era responsabile e offre un numero: 500 milioni di euro.
Soldi che Autostrade promette di attingere dal proprio bilancio senza farseli rimborsare in nuovi pedaggi (chissà se il 2018 si chiuderà davvero senza chiedere l' abituale rincaro di Natale al ministero dei Trasporti) e che serviranno per varie cose: sgomberare l' area, abbattere il troncone rimasto del Morandi, ricostruire in otto mesi un nuovo ponte in acciaio, risarcire le famiglie delle vittime, trovare una nuova casa agli sfollati, fare sconti già da lunedì sui tratti autostradali intorno a Genova ancora aperti, costruire una serie di opere accessorie per facilitare l' accesso al porto.
I RISARCIMENTI
Sono tanti o pochi 500 milioni? È la metà dell'utile da un miliardo che Autostrade ha realizzato nel solo 2017. Ma è un terzo di quel miliardo e mezzo di investimenti che, come ha rivelato Fabio Pavesi sul Fatto, Autostrade si è fatta rimborsare con i pedaggi ma non ha fatto negli ultimi otto anni.
E le vittime fanno bene a non aspettarsi grandi cifre: Castellucci e altri dirigenti di Autostrade sono sotto processo ad Avellino per omicidio colposo nel più grave incidente della storia d' Italia (40 persone nel 2013), un bus è uscito di strada e il guard rail di Autostrade non ha tenuto come avrebbe dovuto. Giuseppe Bruno , presidente dell' associazione dei familiari delle vittime, ha raccontato al Mattino che "gli avvocati di Autostrade mi proposero un risarcimento da 30mila euro".
LA LORO VERSIONE
Castellucci è molto misurato, ma si capisce che Austostrade sta inziando a costruire una versione della tragedia che la esenti da ogni responsabilità:
1) Il ponte non l' hanno costruito loro, se lo sono trovati, e "c' è molta letteratura sugli effetti delle vibrazioni". Tradotto: c' erano difetti di progettazione che sono emersi nel tempo, la struttura non ha retto all' aumento del traffico. Si può obiettare che in realtà il ponte fu costruito proprio da quelle Autostrade che Castellucci oggi dirige, solo che negli anni Sessanta erano pubbliche e non dei Benetton
2) C' era il temporale, "l' eccezionalità della pioggia" ha messo fuori uso la telecamera che riprendeva il ponte, poi c' è il fulmine che ha colpito il pilone 9 che già aveva segni di usura. Una disgrazia, insomma 3) Autostrade stava facendo manutenzione non perché temesse il crollo, ma perché era previdente, come dimostra il fatto che ad aprile aveva fatto un bando per una manutenzione da 20 milioni di euro (bando, ma non appalto, perché grazie a una delle tante leggi su misura le Autostrade possono affidare ad aziende da loro controllate fino al 40 per cento degli investimenti).
ECCO COME SI STA' ORGANIZZANDO LA COMUNICAZIONE
Dopo giorni di silenzi imbarazzati, la strategia di comunicazione di Autostrade e della controllante Atlantia cambia. Forse anche perché hanno arruolato le grandi società su piazza: Luca Barabino , storico pr della finanza, si occuperà dei rapporti con Genova, in quanto genovese, tra stampa e istituzioni. Gianluca Comin con la sua società seguirà il livello nazionale. A coordinare il tutto Francesco Delzio , direttore della comunicazione di Autostrade e uomo dalle mille relazioni, soprattutto nel centrosinistra (ma è anche editorialista di Avvenire).
La nuova linea prevede di esternare dolore e negare ogni responsabilità. Ci prova Castellucci, che però sembra più interessato a dimostrarsi saldamente al comando, con il presidente di Atlantia, Fabio Cerchiai , che a nome dei Benetton deve ribadire che non c' è alcuna intenzione di cacciare il top manager. Anche perché ormai, dopo dodici anni al vertice, le Autostrade sono più di Castellucci che dei Benetton.
Anche la famiglia di Ponzano Veneto, che pure si è concessa l' abituale pranzo di Ferragosto a Cortina mentre a Genova si scavavano i morti tra le macerie (vedi articolo qui a fianco), ora divulga una nota per esprimere "il nostro profondo dolore e manifestare la nostra concreta vicinanza a chiunque sia stato colpito dai terribili eventi del 14 agosto".
Non ci sono nomi, la famiglia Benetton resta un monolite, non si registrano dichiarazioni individuali di Gilberto , il fratello che più si è dedicato alle autostrade, o di Luciano , noto per il ramo abbigliamento dell' impero famigliare. Il messaggio era già stato anticipato da un apposito articolo del Corriere della Sera. Chissà se questo fa stare meglio i famigliari delle vittime del ponte Morandi.