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Risultati da 1 a 3 di 3

Discussione: IL GRANDE POZZI 1

  1. #1
    Bannato L'avatar di Conte Max
    Data Registrazione
    27/08/06
    Località
    Roma
    Moto
    RSV 1000 FACTORY ALL BLACK-SPEED 1050
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    IL GRANDE POZZI 1

    Quell'anno il grande Pozzi aveva vinto quasi tutto, insomma non aveva
    più avversari. A volte pedalava con una gamba sola, a volte per
    divertirsi saltava giù di sella, si nascondeva dietro un albero, poi
    quando passava Bartoli saltava sulla ruota di dietro e si faceva
    portare per molti chilometri, poi cacciava giù Bartoli dalla
    bicicletta e arrivava da solo al traguardo. Vinse il giro d'Italia,
    quello di Francia, del Belgio, di Spagna, la Milano-Leningrado, il
    giro dei Vosgi e altre chicche. Finché un giorno venne a sapere che
    c'era un giro di Germania, e si iscrisse.
    Al giro di Germania c'era anche il famoso Girardoux. Era alto più di
    due metri, con un culo enorme, tanto che al posto del sellino aveva
    una sedia da barbiere. Era completamente calvo, all'infuori di una
    folta capigliatura rossa che teneva annodata in trecce legate con filo
    spinato. Aveva anche due baffi dritti, orizzontali, durissimi e
    prensili, con i quali infilzava e si metteva in bocca il cibo mentre
    correva. Mangiava una zuppa tipica della sua regione, l'Artois, a base
    di metano e cappone lesso, e faceva dei rutti spaventosi all'indietro
    facendo cadere chi lo inseguiva. Aveva anche due piedi enormi; tutte
    le volte che stava per attaccare si gonfiavano ed emettevano un
    sinistro suono di carillon. Allora Girardoux inarcava la schiena e con
    quattro pedalate scompariva sui tornanti: la sua potenza era tale che
    spesso doveva frenare in salita per non uscire di strada. La macchina
    della casa, che era la Bouillabaisse Balboux, o qualcosa del genere,
    non riusciva mai a tenergli dietro. Quindi, quando forava, Girardoux
    dava un colpo di reni e proseguiva solo sulla ruota di dietro. Una
    volta forò tutte e due le gomme e vinse egualmente saltando sul mozzo
    del cannone come su un cangurino.
    Quando Pozzi seppe che c'era anche Girardoux, disse una frase storica,
    «Adesso si vedrà», poi prese una pompa di bicicletta e ci fece un
    nodo. Quando Girardoux lo venne a sapere, disse: «Ah, sì?», e prese
    una pompa di bicicletta e ci fece tre nodi. Allora Pozzi disse: «Così,
    eh?», prese due pompe di bicicletta e ci fece una griglia rustica.
    Allora Girardoux disse: «Così, uh?», prese quattro pompe di bicicletta
    e ci fece un ritratto di profilo di D'Annunzio, per la verità non
    molto somigliante. Allora Pozzi prese il meccanico di Girardoux e ci
    fece una pompa di bicicletta. Allora Girardoux prese il meccanico di
    Pozzi, che però era molto furbo e non solo non fu neanche toccato, ma
    riuscì anche a vendergli per tre milioni una casa decrepita a Milano
    Marittima. I giornali montarono subito la faccenda, e subito qualcuno
    parlò di rivalità.
    L'attesa dello scontro diventò frenetica. Pozzi prese nella sua
    squadra, la Zamponi, due gregari fortissimi, i fratelli Panozzo, che
    oltre a pedalare fortissimo erano eccellenti portatori d'acqua.
    Oltretutto, uno dei due sapeva fare dei cocktail stupendi, e l'altro
    era famoso perché una volta, sullo Stelvio, aveva preparato una
    carbonara per otto ai compagni di fuga senza smettere di pedalare. Poi
    c'era un certo Zuffoli, laureato in medicina, che faceva i massaggi e
    operava d'appendicite senza scendere di bicicletta, e oltretutto aveva
    inventato una «bomba» formidabile, di cui però non conosceva gli
    effetti collaterali. Infatti, durante una tappa di pianura cominciò a
    coprirsi di aculei e fu abbattuto a fucilate mentre cercava di
    mangiare un telecronista belga. Nella squadra c'era anche Sambovazzi,
    quello che tirava le volate e i mattoni in testa a chi fuggiva. Poi
    c'era Borzignon, che era un veneto molto buono che aveva il compito di
    pregare. Poi c'era Frosio che aveva una bellissima voce e quando
    c'erano le tappe di montagna e gli spagnoli fuggivano, emetteva acuti
    provocando rovinose valanghe. Fu uno dei gregari migliori, fin quando
    gli spagnoli non cominciarono a attaccare ai thermos dei San Bernardo.
    Girardoux aveva anche lui una squadra coi fiocchi: tutti ciclisti alti
    due metri e con i baffi: per allenarsi facevano le gare con
    l'ascensore all'Hôtel Vienna di Berlino, dove erano alloggiati
    all'ultimo piano, negli appartamenti reali, e facevano una bella
    impressione entrando tutti e dodici in bicicletta e frac lungo lo
    scalone della sala da pranzo Toscanowsky.
    Girardoux era un atleta molto diverso da Pozzi. Pozzi non beveva e non
    fumava, Girardoux fumava novanta sigari al giorno e beveva come un
    tombino. Pozzi era morigerato e andava a letto ogni sera alle nove.
    Girardoux aveva sei amanti, una spagnola, due sorelle russe, una
    cubana, una peruviana e una zingara bellissima che aveva rapito
    durante una cronometro in Ungheria. Andava sempre a letto dopo le tre,
    e si presentava la mattina alla tappa con delle clamorose vestaglie di
    seta arancio e lilla bevendo pernod. A volte dormiva un'oretta nei
    primi chilometri, in un'amaca tesa tra le biciclette di due gregari. A
    volte partiva solo a mezzogiorno e dopo dieci minuti era già col
    gruppo. Pozzi era modesto e semplice; Girardoux suonava otto
    strumenti, sapeva battere a macchina e fare il verso del riccio
    sorpreso a rubare. Ma tutti e due avevano un fisico e una forza
    tremendi: Pozzi poteva restare due giorni senza respirare e gonfiare
    uno Zeppelin senza tirare il fiato. Il cuore di Girardoux batteva tre
    volte al giorno, a mezzogiorno, alle sei e alle nove, e i polmoni
    tenevano di listino fino a ottomila litri.
    Il giorno della partenza, a Berlino, c'erano più di tre milioni di
    persone. Il Kaiser in persona venne alla punzonatura, entrò nel box
    della squadra italiana, volle vedere la bicicletta di Pozzi e rimase
    con un dito tra i raggi. Poi andò nel box francese e parlò mezz'ora in
    tedesco con Girardoux, che però parlava solo francese e disse delle
    cose insignificanti.
    Quando Pozzi e Girardoux si videro sulla linea del traguardo, dapprima
    si ignorarono. Poi Pozzi inspirò profondamente e da venticinque metri
    soffiò e fece volare il berrettino di Girardoux fino in tribuna
    d'onore. Allora Girardoux soffiò a sua volta e sbatté Borzignon, due
    meccanici e l'ammiraglia della Zamponi contro il muro di una casa a
    duecento metri. Subito accorsero i soldati che misero due tappi da
    damigiana in bocca ai rivali che si fronteggiavano minacciosamente.
    Alle nove, si partì. La prima tappa portava da Berlino a Vienna
    attraverso tutti i Carpazi, e misurava milleduecentotto chilometri.
    Dato che c'erano Pozzi e Girardoux, infatti, gli organizzatori avevano
    predisposto un giro tremendo e pieno di insidie. Subito allo sparo
    d'avvio Pozzi scattò e Girardoux si attaccò dietro, pulendosi il naso
    nel didietro della maglietta dell'italiano per provocarlo.
    Alle porte di Berlino avevano già nove minuti e trenta secondi sul
    gruppo, guidato dal tedesco Krupfen che correva vestito da vichingo.
    Vicino a Francoforte, Pozzi e Girardoux trovarono un passaggio a
    livello chiuso, ma lo sfondarono e tirarono dritto. Poco dopo giunse
    Krupfen che fu investito dal Milano-Brennero e finì in un vagone di
    emigranti italiani, dove conobbe una napoletana che sposò e con cui
    mise su una pizzeria tipica ad Amburgo. Nel gruppo, italiani e
    francesi cominciarono subito a tirarsi degli schiaffi: a Düsseldorf
    Pozzi vinse il traguardo volante. I due attaccarono i Carpazi:
    Girardoux mise su un 54 X 452, cioè un rapporto con cui faceva
    duecento metri a pedalata; Pozzi mise su un 56 x 462, da
    duecentocinquanta metri al colpo. Girardoux mise su uno 0,8 alla
    francese, per cui ogni pedalata corrispondeva a un giro completo
    turistico di Pigalle. Pozzi mise su un 48 liscio, cioè un motorino
    della Morini.
    A quota 3450 metri cominciò a nevicare, e due fulmini colpirono il
    manubrio di Pozzi, che si fuse. Pozzi proseguì senza mani, ma
    Girardoux lo staccò subito di sei secondi. A 5800 metri la strada
    franò, ma il francese senza esitare si arrampicò sul ghiacciaio. A
    7000 metri c'erano sei metri di neve, ma Girardoux continuò a salire
    benché il freddo fosse ormai insopportabile. Pozzi strozzò due lupi e
    si fece un tre quarti e un colbacco, ma mentre stava per raggiungere
    il rivale precipitò in un crepaccio pieno di bicchieri di carta e
    tovagliolini di picnic usati.
    Girardoux ridendo beffardamente arrivò in cima alla montagna e si
    buttò giù da ottomila metri con la bicicletta, arrivando leggero come
    una piuma sulla punta dei piedi. Ma nell'ebbrezza del trionfo si era
    sbagliato e si era buttato giù dal versante russo invece che da quello
    bulgaro, e quindi dovette tornare su e rifare tutto il giro. Intanto
    arrivò Borzignon e trovò Pozzi che, impazzito, si lanciava pedalando
    contro le pareti del crepaccio; Borzignon si stracciò la maglietta, ne
    fece una corda e tirò su Pozzi. Pozzi e Girardoux si trovarono insieme
    in cima e si buttarono insieme: ma Girardoux era più pesante e vinse
    per un secondo. Terzo arrivò Borzignon in mutande. Quarto doveva
    arrivare il francese Pellier che però sbagliò il salto e si schiantò
    sul tetto di una funivia. A tre ore e ventisei minuti arrivò una
    valanga di neve: dentro c'era il gruppo con quarantatré corridori, un
    orso e tre maestri di sci.
    Quella notte nel clan francese ci fu una grande festa, e Girardoux
    offrì champagne a tutti. I giornali francesi uscirono in edizione
    straordinaria e Girardoux fu chiamato «La bestia umana» «Lo stambecco
    dell'Artois» «Il fulmine della montagna» «La ruspa transalpina»
    «L'anatrona dei Pirenei». Pozzi invece andò a letto senza lavarsi i
    denti, meditando furibondo la vendetta.

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  3. #2
    TCP Rider Senior L'avatar di bagarre
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    ma chi è pozzi ginori quello dei cessi??
    " ..stamo a marcià alla grande regà!.." SEZIONE ROMANA TRIUNZ

  4. #3
    Bannato L'avatar di Conte Max
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    Citazione Originariamente Scritto da bagarre Visualizza Messaggio
    ma chi è pozzi ginori quello dei cessi??
    no ....moana....

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