il "fattaccio" — Da due settimane si parla del caso Fenati, il pilota di Moto2 che ha tirato il freno di un avversario (Manzi) a oltre 200 orari in rettilineo a Misano. Condanna unanime, licenza sospesa e rinvio a giudizio davanti al tribunale sportivo. Tutto giusto. La punizione legata al pessimo gesto ci deve essere, soprattutto per il "fallo di reazione" verso un rivale che gli aveva fatto più scorrettezze. Come detto, è un segnale di forza accettare che non tutto vada come vuoi.
occasione — Siccome accade anche nella vita quotidiana, dovremmo domandarci se l'errore di Fenati possa servire pure a chi guarda. Perché se è così, scontata la giusta punizione, decisa da chi di competenza e non sui social, dovremmo dare a Fenati l'occasione di riabilitarsi, di mostrare che una "testa calda" può imparare dagli errori diventando una persona migliore. Non dimentichiamo che, nel suo "bar", Fenati è cresciuto vedendo altri piloti agire oltre le regole e farla franca. Direte: "Non per fatti così gravi". Forse, ma dove sta il limite tra l'essere considerato un duro che restituisce lo sgarro o un folle? C’è l'impressione, forte, che nella valutazione conti anche il numero delle bandiere col tuo nome tra i tifosi. Penso che da questa storia possa uscire qualcosa di buono, se a Romano sarà data l'opportunità di mostrare che agli avversari si risponde con la classe, non con scorrettezze peggiori. Ecco perché mi auguro che la MV Agusta ci ripensi e gli offra l'occasione per cambiare questa brutta pagina di sport in una lezione di cui prender nota.
Alex Zanardi
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