Procedimenti giudiziari[modifica | modifica wikitesto]
Processo SME[modifica | modifica wikitesto]Nel 2000 Previti viene messo sotto inchiesta per la corruzione di giudici del tribunale di Roma nel 1985, per far rigettare i ricorsi giudiziari del gruppo CIR nell'ambito della vicenda SME, i quali se accolti avrebbero danneggiato la cordata composta da Barilla, Ferrero e Fininvest.
Il 22 novembre 2003, dopo molti rinvii (comunque ininfluenti nel computo della prescrizione), il processo giunge alla sentenza di primo grado, in cui Previti viene condannato a 5 anni di reclusione, a fronte di una richiesta da parte dell'accusa di 11 anni.
Il 2 dicembre 2005 la Corte d'Appello di Milano emette la sentenza di secondo grado, riconoscendolo colpevole di corruzione semplice e confermando la condanna di primo grado a 5 anni di reclusione.
Infine, il 30 novembre 2006 la Corte Suprema di Cassazione annulla entrambe le precedenti sentenze di merito relative al processo SME emesse dal tribunale di Milano, per incompetenza territoriale, ritenendo la commissione del fatto corruttivo verificatosi in Roma. Viene quindi disposto il trasferimento degli atti al tribunale di Perugia competente a giudicare i reati di competenza ordinaria del tribunale di Roma nei quali siano però coinvolti magistrati della capitale. L'anno seguente, su richiesta della procura competente, il gip di Perugia archivia la vicenda per intervenuta prescrizione[9].
Processo IMI-SIR[modifica | modifica wikitesto]
La sentenza è stata appellata ed il 23 maggio 2005 la Corte di Appello di Milano lo ha condannato a sette anni di reclusione.[10]La sentenza di primo grado, emessa dalla IV sezione penale del Tribunale di Milano il 29 aprile 2003 lo ha riconosciuto colpevole condannandolo alla pena di undici anni di reclusione ed all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Il 4 maggio 2006 la Cassazione esprime il verdetto definitivo, condannando Previti a 6 anni di reclusione per l'accusa di corruzione in atti giudiziari nell'ambito del processo IMI-SIR. Di fatto, Previti scontò a Rebibbia solo pochi giorni per effetto della legge ex Cirielli (approvata qualche mese prima, quando Previti era ancora effettivamente in carica).
Il 19 gennaio 2010 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Previti.[11]
Compatibilità con la carica di deputato[modifica | modifica wikitesto]
In base alla sentenza di primo grado del processo IMI-SIR, Previti è stato condannato all'interdizione perpetua dai pubblici uffici[12], pena accessoria lasciata intatta dalla sentenza d'appello e confermata in via definitiva il 4 maggio 2006 dalla VI sezione della Corte di Cassazione[13].
Poiché il deputato Previti, al mese di luglio 2007, non ha mai presentato le sue dimissioni, è stato riconosciuto compito della Camera deliberare sulla sua deposizione dalla carica di deputato. Il 9 luglio la giunta per le elezioni della Camera, con il voto contrario dei rappresentanti dell'opposizione, ha approvato la proposta di decadenza, da sottoporre entro 20 giorni al voto dell'aula per la decisione finale[14].
La proposta di decadenza era in calendario per essere votata il 31 luglio del 2007, ma prima che la votazione avesse inizio, il deputato forzista Elio Vito ha letto una dichiarazione di Previti che annunciava le proprie dimissioni. A questo punto la Camera dei deputati non ha più votato la decadenza del deputato, ma le sue dimissioni; queste sono state accettate con 462 voti favorevoli, 66 voti contrari e 6 astenuti[15].
Processo lodo Mondadori[modifica | modifica wikitesto]Il 13 luglio 2007, la II sezione penale della Cassazione ha reso definitiva la condanna ad un anno e sei mesi per Cesare Previti, ed altri imputati, comminata in secondo grado. Questa sentenza stabilisce in modo definitivo che la sentenza del 14 gennaio del 1991 con cui la Corte d'appello di Roma (relatore ed estensore della sentenza il giudice Vittorio Metta, anche lui condannato) dava la maggioranza della Mondadori a Silvio Berlusconi era frutto di corruzione. La sentenza di appello del processo Mondadori a carico di Previti, confermata dalla Cassazione, dice esplicitamente che il Cavaliere aveva “la piena consapevolezza che la sentenza era stata oggetto di mercimonio”. Del resto, “la retribuzione del giudice corrotto è fatta nell'interesse e su incarico del corruttore”, cioè di Silvio Berlusconi. Il denaro adoperato per la corruzione proviene dal conto “All Iberian”, che, secondo i suoi stessi avvocati, era un conto personale di Berlusconi. Berlusconi, nel processo per il lodo Mondadori era stato prescritto avendo ottenuto le attenuanti generiche, ma il reato era stato constatato, né lo stesso Silvio Berlusconi aveva deciso di rinunciare alla prescrizione per essere assolto nel merito.
Dopo aver beneficiato dell'indulto[16], Cesare Previti ha scontato la pena sotto forma di affidamento ai servizi sociali. Ha prestato la sua opera presso il CeIS, il Centro italiano di solidarietà di Don Mario Picchi.[17]
Altri procedimenti giudiziari[modifica | modifica wikitesto]
L'11 dicembre 2006 viene stabilita la data di un nuovo processo per calunnia a carico di Previti e di Giacomo Borrione, presidente del Comitato Nazionale per la Giustizia (organismo vicino a Forza Italia in Umbria). La vicenda riguarda una querela rivolta dai due presso il tribunale di Brescia contro i magistrati del tribunale di Milano, accusandoli di aver nascosto prove dell'innocenza di Silvio Berlusconi e altri imputati nella vicenda "toghe sporche". In seguito all'indagine risultata nel proscioglimento dei magistrati, è stata disposta l'apertura di un fascicolo a carico di Previti e Borrione per il reato di calunnia, che ha portato al rinvio a giudizio di Previti con sentenza del Gip Eliana Genovese in data 16 novembre 2007.
ribadisco, una condanna per diffamazione di fronte a cotanta stronzaggine, è un trofeo da esporre con orgoglio.![]()