Confermo la bontà dei freni, molto adatti ad un utilizzo turistico/maxienduristico (passatemi il termine, ma oramai si fa turismo con delle maxienduro).
Il cardano (croce e delizia degli appassionati) era, è e probabilmente sarà per sempre offlimits nel mio parco moto personale, anche se uso abbastanza frequentemente la R1200RT di mio cognato, e a volte la VFR1200F (pistolatissima) di mio fratello, senza problemi particolari.
È proprio questa grande varietà di mezzi che ho a disposizione (non di mia proprietà, altrimenti mi chiamerei Agnelli), che mi permette di apprezzare o meno un certo tipo di soluzione tecnica.
Ad esempio la precisione di avantreno della MVAgusta Brutale, ma anche quella dei mitici Gilera 250, è assolutamente ineguagliabile e inavvicinabile dalle altre “mie” moto, e non solo.
Però so anche che certe particolarità danneggiano altri aspetti (comodità di marcia, consumo gomme, protettivitá, giusto per fare degli esempi).
Ecco che ogni volta devo resettare i miei parametri, e godermi la moto del momento per quello che è e che può dare.
Ora vado leggermente OT, poi rientro in ambito MotoGuzzi per aggiungere alcune considerazioni.
Ieri pomeriggio mia moglie nomina la micidiale parola, quella più odiata da noi maschietti ....... IperCoop.
Ondata di gelo sulla fronte e brividi in tutto il corpo.
Il conato di vomito che sale inarrestabile nella mia gola viene fortunatamente interrotto dalla proposta di mia cognata: andiamo noi due?
Sono salvo, e ho il pomeriggio libero.
Domani devo essere operato, vabbè una sfiga mia, e non ho ancora molto tempo per girare in moto (fino a stasera, poi non so per quanto dovrò stare fermo, ma vabbè).
Domenica pomeriggio, sole, mare, o Vesuvio, ma anche Futa.
Prendo il mio Gilerino (l’8º cilindro) ed inizio a scalare il passo.
Ma non lo faccio per la strada più breve, perché voglio godermelo fino in fondo.
Per cui Val di Zena, scavallo verso Monterenzio, Bisano, Loiano.....
A Loiano mi fermo, per due motivi.
Il primo è che comincia a fare tardi, il secondo è che il Gilerino viene proprio da lì.
Provo a passare a salutare l’ex proprietario, ma non è a casa.
Sfiga, allora scendo a valle di buona passo (ma sempre con un occhio ai limiti).
Ebbene, oltre 100 chilometri di divertimento e, udite udite, zero sorpassi subiti...
Perchè andavi fortissimo, direte.
No, semplicemente perché in curva quella bestiolina può permettersi una velocità di percorrenza praticamente identica a quella dei rettilinei.
Quando mai riuscite a fare le curve senza chiudere il gas?
Oppure, quando mai riuscite ad aprire completamente il gas in piena curva?
Con il Gilerino si può, con le altre moto no. Punto.
Con i missili moderni è impossibile a causa delle prestazioni, con i “ravaldoni“ maxienduro da 300 chili idem, con le moto con il cardano ... beh, parliamone...
L’agilità è stata fortunatamente “riconquistata” anche dalle moto cardaniche, V85TT in testa, ma gli “sbisciolamenti” in decelerazione sono rimasti, e le velocità di inserimento in curva vengono “attenuate” da queste “indecisioni” ciclistiche (da non confondere con le “spazzolate” delle mitiche 500 2T).
Divertimento ancora tanto, ma tarpato dal tipo di trasmissione.
Una MotoGuzzi V85TT con trasmissione a catena avrebbe almeno altri tre vantaggi, oltre ad un ulteriore aumento della guidabilita:
1) diminuzione del peso
2) possibilità di variare i rapporti (che ho trovato un filino troppo lunghi)
3) layout più convenzionale della moto, con scarico a destra e trasmissione a sinistra.
Ovvio, il mio è solo un puro “esercizio tecnico”, perché la MotoGuzzi è così e così deve rimanere.
Rispetto la sua filosofia, ci mancherebbe altro.
Un piccolo dente però me lo vorrei cavare.
Nelle varie prove della V85TT sentite spesso dire che le ginocchia non toccano i cilindri, che anche quelle dei più alti ne rimangono parecchio distanti.
Tutte balle!
Il mio ginocchio sinistro ha sfiorato almeno una decina di volte il cilindro, e anche se ciò non ha comportato nulla di tragico, ho rilevato una piccola sensazione di fastidio, come di costrizione.
È successo in frenata, ma anche nelle curve in discesa e nelle manovre in mezzo al traffico.
Io non sono un gigante, e le mie gambe sono abbastanza proporzionate. Sono un cesso d’uomo, ma non sgraziato!
Anche questo aspetto deve essere tenuto in considerazione.
Ultima cosa, il parabrezza di serie...
È regolabile in inclinazione, ma è davvero troppo poco protettivo.
Va bene in estate, ma in inverno ci vuole qualcosa di più “robusto”.
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