
Originariamente Scritto da
_sabba_
Riguardo a questa situazione, che senza alcun dubbio è tragica e deprimente, ci sono alcuni aspetti (che ne derivano) che in un futuro prossimo potranno anche essere considerati positivi.
Primo tra tutti il lavoro da remoto (telelavoro, smartworking, come volete chiamarlo).
Se eseguito con coscienza porta a vantaggi per tutti.
I lavoratori non devono più sorbirsi gli spostamenti che, specie nelle grandi città, portano via tantissimo tempo prezioso.
Inoltre hanno modo di lavorare più tranquilli (almeno si spera), e la produttività aumenta.
È ovvio che debbono essere implementate soluzioni audio/video per comunicare con i colleghi, i manager e i supporti (de visus, o anche solo in chat o tramite audio).
Tutto questo era mio personalissimo appannaggio sin dal lontano 2004, e mi posso autodefinire un pioniere in materia, in quanto sono stato il primo specialista italiano (della mia ex azienda, che è americana e pertanto diffusa in tutto il mondo) ad iniziare a lavorare in questo modo.
Per evitare qualsiasi tipo di fraintendimento, il telelavoro avveniva a giorni alternati con il classico lavoro in ufficio (per cui lunedì, mercoledì e venerdì lavoravo da casa, martedì e giovedì andavo in ufficio).
Si potrebbero anche istituire turnover tra le persone che lavorano in modo “misto”, per ridurre gli spazi lavorativi (open space, scrivanie condivise), diminuendo i costi dei luoghi di lavoro (che possono essere “ristretti”) e per gli spostamenti.
Riguardo a quest’ultimo aspetto, anche il traffico ne gioverebbe (e Greta ne gioirebbe, ma onestamente non me ne frega nulla di lei in questo momento).
Quindi maggior produttività, meno traffico, meno inquinamento, meno spese per uffici e carburanti.
Ovviamente le aziende che operano nel networking andranno potenziate, e se possibile “riverite” (perché diverranno il punto focale delle intercomunicazioni).
Un salto nel futuro tecnologico, assolutamente fattibile con ciò che abbiamo già in essere.
Intendo dire che non c’è da inventare nulla, solo ottimizzare.
Qualche lato negativo indubbiamente c’è, tra questi la minor possibilità di interagire/relazionare (fisicamente) tra persona e persona, ma in questo specifico momento non è affatto un danno, minori introiti per le società petrolifere, qualche spesuccia in più per i telelavoratori (vi garantisco che per lavorare bene da casa bisogna avere una buona sedia, una scrivania decentemente ampia e magari una stampante efficace e poco rumorosa).
La mia stazione base casalinga comprendeva un PC Windows Based con i7 e 8Gb di ram, un portatile ThinkPad IBM Dual core, una stampante HP Aio multifunzione, il telefono fisso (di casa), il cellulare aziendale e quello personale.
Mia moglie e mio figlio erano stati istruiti in modo tale che, se ero applicato ad un problema (per telefono o sul PC) io semplicemente non “esistevo” e non rispondevo a nessuna domanda, comprese quelle relative alla fine del mondo, all’arrivo degli UFO e agli omicidi di massa....
Ma quando staccavo, cioè spegnevo la “Smart Station” tornavo il marito/papà di tutti giorni.
Scusate la pantomima, ma non si può sempre e solo parlare di virus (ci sono anche i batteri, le ferie, le auto, le moto e soprattutto la
gnocca).
P.S. Quando nel 2014 ho terminato (forzatamente) l’attività lavorativa, ho buttato via tutto il ciarpame Windows based e telefonini Sukia, e mi sono accattato iMac, MacBook Pro, iPhone e iPad ed ho finito di soffrire a causa degli aggiornamenti degli S/O non andati a buon fine, per godermi in santa pace i miei restanti anni da vivere.