
Originariamente Scritto da
edotto
Facendo zapping sono incappato nelle Iene (la scadenza fatta a tv) giusto in tempo x sorbirmi la sceneggiata del padre del ragazzo...
Padre che si rivela essere pregiudicato per le stesse azioni e altro. Ripete la solfa che era solo una ragazzata quella che stava facendo suo figlio... Ragazzo che tra l'altro sembra avesse ancora con sé il frutto di una precedente rapina con lo stesso modus operandi.
Dispiace per il triste epilogo ma onestamente sono molto più dispiaciuto per i cazzi acidi che dovrà passare il carabiniere.
Lo so, è lunga, ma vale la pena perdere due minuti.
"L’ex pm anticamorra di Napoli Luigi Bobbio, oggi giudice del tribunale civile di Nocera Inferiore, un passato da senatore e da sindaco a Castellammare di Stabia, interviene nuovamente sul caso del rapinatore ucciso da un carabiniere a Napoli. E lo fa con un post molto forte sul proprio profilo facebook.
“Lasciamo che la Procura di Napoli faccia il suo lavoro. Non posso però non rilevare che per il Carabiniere non tira una bella aria. E allora mi sia consentita una valutazione di scenario”, scrive Bobbio.
“Se il giovane e coraggioso militare, che ne sia o meno giuridicamente responsabile, verrà indagato, processato e condannato per omicidio volontario del rapinatore a mano armata del quindicenne, ebbene allora costui – aggiunge l’ex pm – avrà comunque raggiunto il suo scopo. E compiuto la sua mira criminale: aggredire, sopraffare, annichilire e distruggere un giovane bravo e perbene, il suo esatto opposto. Sarà comunque il male che prevale sul bene.
E allora la domanda legittima è la seguente: se in tutte le Nazioni, civili e non, del mondo il poliziotto che avesse compiuto la medesima azione del nostro figlio Carabiniere, verrebbe scriminato ed encomiato perché le armi a tutte le polizie del mondo vengono date per questo, per fermare i criminali violenti armati. E se i tutori dell’ordine in Italia invece devono essere indagati, processati e condannati per averle usate, perché continuare ad avere Forze di polizia armate?”.
“Il problema – prosegue Bobbio – è, peraltro, a questo punto, di evidente natura normativa. Aggravato dall’interpretazione giudiziaria delle leggi, nel contesto di un coacervo di norme. Che, con l’usuale chiesastica ipocrisia normativa italica, pongono ostacoli e vincoli di ogni tipo all’uso delle armi da parte di Polizia e Carabinieri. Al punto che io, al loro posto, l’arma di ordinanza farei sempre in modo di dimenticarmela a casa, pur di non trovarmi costretto a usarla. E allora la questione è proprio questa. O si cambia radicalmente il panorama normativo rendendo in fatto e in diritto sostanzialmente libero l’uso delle armi in condizioni come quella creatasi a Napoli, oppure, per tutelare la vita e l’avvenire dei nostri uomini e donne in divisa, è molto meglio disarmarli subito”, conclude. Certo una provocazione l’ultima affermazione ma siamo di fronte alla schizofrenia di uno stato che indaga un carabiniere, a Roma, per non aver avuto appresso l’arma e al contempo indaga un carabiniere per averla avuta ed averla usata".