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Discussione: Proposte economiche per far ripartire l'Italia

  1. #201
    TCP Rider Senior L'avatar di Dennis
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    ma scrivi antilibertari e volevi dire antiliberisti ?
    Voleva scrivere coion.

    Fidati.

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  3. #202
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    ma scrivi antilibertari e volevi dire antiliberisti ?
    no, volevo scrivere quello che ho scritto

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    Voleva scrivere coion.

    Fidati.
    tu sei parecchio radicale come libertario

  4. #203
    TCP Rider Senior L'avatar di Rebel County
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    delocalizzato

    questo succede in un sistema capitalistico come in un altro sistema, a meno che quel sistema non abbia portato all'isolamento e alla conseguente autarchia...a quel punto lo si fa per necessità, o, molte volte, se ne fa a meno...



    questo ne è il manifesto (a proposito , lo sento quasi tutti i giorni farneticare su una radio romana, che appoggia queste tesi, e ospita menti eccelse come fusaro, bagnai borghi e soprattutto rinaldi)

    1-La finanza e’ subordinata alle esigenze dell’economia reale. Esse sono decise dall’agire politico, nel rispetto dei superiori valori morali, poiché il centro dell’agire economico è l’uomo e non più il mercato.
    2-La moneta ritorna ad essere pubblica. Esso può essere emessa nel sistema economico solo da una banca centrale pubblica, che per nessuna ragione può essere indipendente da governi, parlamenti e organismi espressivi del potere democratico popolare. Al contrario, la banca centrale è assoggettata esplicitamente all’interesse e al controllo pubblico con il fine di perseguire obiettivi di crescita dell’uomo, di piena occupazione, di benessere sociale, in contrasto a qualsivoglia politica di austerità. Le figure apicali della regia monetaria non sono più nominate dalla elite finanziaria ma elette secondo rappresentanza democratica del popolo sovrano.
    3- Lo stato, indipendentemente dagli accordi internazionali ai quali intende aderire, non può abdicare all’esercizio politico e indipendente sia della politica fiscale sia di quella monetaria. Tali politiche devono non avere limiti di bilancio laddove siano necessarie azioni economiche espansive ed anticicliche, dettate dalla suprema esigenza di raggiungere la piena occupazione e la tutela dei diritti umani inviolabili, tra i quali certamente il diritto a una vita sana, lunga, libera e dignitosa.
    4-Il sistema finanziario internazionale deve tornare a essere diviso tra banche che finanziano le famiglie e le imprese e banche che giocano in borsa. L’azione dello stato, anche mediante banche pubbliche, è concentrata sul primo tipo, la cui finalità e’ quella di operare a tutela del credito e del risparmio. Per nessuna ragione i soldi pubblici possono essere usati per salvare gli speculatori né tanto meno è possibile trascinare nei disastri conseguenti al gioco bancario i risparmiatori e le loro famiglie.
    5- Ciascun paese e’ libero di adottare le politiche di cambio coerenti con le proprie esigenze, al fine di combattere modelli di globalizzazione che nascondono, dietro la liberalizzazione delle merci e dei capitali, la glebalizzazione e il commercio degli esseri umani.
    6- I paesi liberi del mondo attuano normative per impedire la sostituzione dei governi da parte delle multinazionali, contrastando il loro potere giuridico, fiscale, economico, finanziario e mediatico. In nessun modo sono tollerabili ingerenze delle grandi banche di affari negli assetti economici dei paesi liberi, e in tal senso gli stati contrastano il dumping, l’evasione fiscale, la concorrenza sleale, lo sfruttamento della mano d’opera attuate dalle multinazionali che attentino, con il loro agire, alla dignità economica e sociale dei popoli, alla loro salute o alla loro libertà.
    7- Gli obiettivi della politica economica del paese non sono misurati più dalle fredde logiche dei numeri, ma da indicatori caldi. Tra questi si valuta, in sostituzione del rapporto tra debito pubblico e PIL, la crescita del risparmio privato, la salute dei cittadini, il tasso di istruzione, l’accesso a una informazione libera, il livello di sanità pubblica, la qualità della ricerca e della qualità della vita, i tassi di natalità e il sostegno alla procreazione della specie umana. Il fine dell’economia umanistica è seppellire come un incidente della storia quella capitalistica, riportando al centro l’uomo al posto del mercato, il lavoro al posto del capitale, il valore delle cose al posto del loro prezzo, e in definitiva ciò per cui vale la pena di vivere al posto di ciò che si deve scambiare.
    8- Al fine di garantire il rispetto di tali inviolabili e sacri principi e di sanzionare chiunque, sia nella sfera pubblica sia in quella privata, attui azioni volte a violarli, si istituisce un tribunale internazionale, a giuria popolare, contro i crimini finanziari. Chiunque, in ossequio a presunte necessità di efficienza, ponga in essere azioni di trasferimento di ricchezza dai poveri ai ricchi del mondo, accumulando indebite fortune, dovrà rispondere a detto tribunale della propria iniquità.

    ma non ti basta quello che è scritto...dai che sei uno di cultura, su

    ti faccio qualche domandina semplice semplice

    1-chi decide la morale?
    2-chi decide quanto e' felice il popolo
    3-ma davvero pensi a un tribunale che giudichi azioni pubbliche e private che vadano contro il trasferimento di ricchezza dai poveri ai ricchi del mondo? e chi decide quando e chi accumula indebita ricchezza?

    e un sacco di altre questioni meno grossolane...

    questi sono i nuovi fascisti o comunisti, se preferisci, degli antilibertari pericolosi...non mi avranno

    il che non significa che io sono per le cose come stanno, ma questi approfittano del , a volte giustificato, malcontento per introdurre tacòni che xe peso dei busi
    e se la EU optasse per uno step in deciso, ,obbligando tutti gli stati membri alla stessa politica fiscale, normando una politica salariale comune a tutti?almeno cosi si avrebbe un playing field comune a tutti e nessuno che riceve aiuti speciali etc etc?
    chiedo troppo?
    secondo me aiuterebbe

  5. #204
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    bassissimo valore aggiunto

    delocalizzato

    questo succede in un sistema capitalistico come in un altro sistema, a meno che quel sistema non abbia portato all'isolamento e alla conseguente autarchia...a quel punto lo si fa per necessità, o, molte volte, se ne fa a meno...



    questo ne è il manifesto (a proposito , lo sento quasi tutti i giorni farneticare su una radio romana, che appoggia queste tesi, e ospita menti eccelse come fusaro, bagnai borghi e soprattutto rinaldi)

    1-La finanza e’ subordinata alle esigenze dell’economia reale. Esse sono decise dall’agire politico, nel rispetto dei superiori valori morali, poiché il centro dell’agire economico è l’uomo e non più il mercato.
    2-La moneta ritorna ad essere pubblica. Esso può essere emessa nel sistema economico solo da una banca centrale pubblica, che per nessuna ragione può essere indipendente da governi, parlamenti e organismi espressivi del potere democratico popolare. Al contrario, la banca centrale è assoggettata esplicitamente all’interesse e al controllo pubblico con il fine di perseguire obiettivi di crescita dell’uomo, di piena occupazione, di benessere sociale, in contrasto a qualsivoglia politica di austerità. Le figure apicali della regia monetaria non sono più nominate dalla elite finanziaria ma elette secondo rappresentanza democratica del popolo sovrano.
    3- Lo stato, indipendentemente dagli accordi internazionali ai quali intende aderire, non può abdicare all’esercizio politico e indipendente sia della politica fiscale sia di quella monetaria. Tali politiche devono non avere limiti di bilancio laddove siano necessarie azioni economiche espansive ed anticicliche, dettate dalla suprema esigenza di raggiungere la piena occupazione e la tutela dei diritti umani inviolabili, tra i quali certamente il diritto a una vita sana, lunga, libera e dignitosa.
    4-Il sistema finanziario internazionale deve tornare a essere diviso tra banche che finanziano le famiglie e le imprese e banche che giocano in borsa. L’azione dello stato, anche mediante banche pubbliche, è concentrata sul primo tipo, la cui finalità e’ quella di operare a tutela del credito e del risparmio. Per nessuna ragione i soldi pubblici possono essere usati per salvare gli speculatori né tanto meno è possibile trascinare nei disastri conseguenti al gioco bancario i risparmiatori e le loro famiglie.
    5- Ciascun paese e’ libero di adottare le politiche di cambio coerenti con le proprie esigenze, al fine di combattere modelli di globalizzazione che nascondono, dietro la liberalizzazione delle merci e dei capitali, la glebalizzazione e il commercio degli esseri umani.
    6- I paesi liberi del mondo attuano normative per impedire la sostituzione dei governi da parte delle multinazionali, contrastando il loro potere giuridico, fiscale, economico, finanziario e mediatico. In nessun modo sono tollerabili ingerenze delle grandi banche di affari negli assetti economici dei paesi liberi, e in tal senso gli stati contrastano il dumping, l’evasione fiscale, la concorrenza sleale, lo sfruttamento della mano d’opera attuate dalle multinazionali che attentino, con il loro agire, alla dignità economica e sociale dei popoli, alla loro salute o alla loro libertà.
    7- Gli obiettivi della politica economica del paese non sono misurati più dalle fredde logiche dei numeri, ma da indicatori caldi. Tra questi si valuta, in sostituzione del rapporto tra debito pubblico e PIL, la crescita del risparmio privato, la salute dei cittadini, il tasso di istruzione, l’accesso a una informazione libera, il livello di sanità pubblica, la qualità della ricerca e della qualità della vita, i tassi di natalità e il sostegno alla procreazione della specie umana. Il fine dell’economia umanistica è seppellire come un incidente della storia quella capitalistica, riportando al centro l’uomo al posto del mercato, il lavoro al posto del capitale, il valore delle cose al posto del loro prezzo, e in definitiva ciò per cui vale la pena di vivere al posto di ciò che si deve scambiare.
    8- Al fine di garantire il rispetto di tali inviolabili e sacri principi e di sanzionare chiunque, sia nella sfera pubblica sia in quella privata, attui azioni volte a violarli, si istituisce un tribunale internazionale, a giuria popolare, contro i crimini finanziari. Chiunque, in ossequio a presunte necessità di efficienza, ponga in essere azioni di trasferimento di ricchezza dai poveri ai ricchi del mondo, accumulando indebite fortune, dovrà rispondere a detto tribunale della propria iniquità.

    ma non ti basta quello che è scritto...dai che sei uno di cultura, su

    ti faccio qualche domandina semplice semplice

    1-chi decide la morale? VALENTINA NAPPI
    2-chi decide quanto e' felice il popolo noi tutti (dopo aver conosciuto VALENTINA NAPPI)
    3-ma davvero pensi a un tribunale che giudichi azioni pubbliche e private che vadano contro il trasferimento di ricchezza dai poveri ai ricchi del mondo? e chi decide quando e chi accumula indebita ricchezza? la buonanima del giudice SANTI LICHERI

    e un sacco di altre questioni meno grossolane...

    questi sono i nuovi fascisti o comunisti, se preferisci, degli antilibertari pericolosi...non mi avranno

    il che non significa che io sono per le cose come stanno, ma questi approfittano del , a volte giustificato, malcontento per introdurre tacòni che xe peso dei busi
    il punto 4, grossolanamente, mi convince...
    cynism is the new fascism...

  6. #205
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    il punto 4, grossolanamente, mi convince...
    si ma e' inutile che fai, Valentina e' gia impegnata

  7. #206
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    si ma e' inutile che fai, Valentina e' gia impegnata
    più che altro faresti più coda che al supermercato al tempo del covid19
    Send with the butterfly d' mammt

  8. #207
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    e se la EU optasse per uno step in deciso, ,obbligando tutti gli stati membri alla stessa politica fiscale, normando una politica salariale comune a tutti?almeno cosi si avrebbe un playing field comune a tutti e nessuno che riceve aiuti speciali etc etc?
    chiedo troppo?
    secondo me aiuterebbe
    Chiedi troppo sì, anche senza pandemia.
    Io mi "accontenterei" che la EU ricominciasse a svolgere al più presto il ruolo politico che le compete, da un po' troppi anni delegato in parte alla BCE (con la signora LaGarde che non ne è all'altezza, al contrario di Draghi).

    Da ignorante che sono, mi preoccupa molto la disgregazione che stanno subendo un po' tutte le filiere produttive interne, sia nella manifattura che nei servizi.
    Occuparsi dei salari a valle, senza aver prima ristabilito a monte i rapporti commerciali che li generano, l'è dura.

  9. #208
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    Chiedi troppo sì, anche senza pandemia.
    Io mi "accontenterei" che la EU ricominciasse a svolgere al più presto il ruolo politico che le compete, da un po' troppi anni delegato in parte alla BCE (con la signora LaGarde che non ne è all'altezza, al contrario di Draghi).

    Da ignorante che sono, mi preoccupa molto la disgregazione che stanno subendo un po' tutte le filiere produttive interne, sia nella manifattura che nei servizi.
    Occuparsi dei salari a valle, senza aver prima ristabilito a monte i rapporti commerciali che li generano, l'è dura.
    su questo non sono concorde, gli ultimi anni sono stati condizionati (per l'italia) da una crisi ad oltranza che ha fatto passare in secondo piano, se nona ddirittura visti come nocivi, qualsiasi intervento politico legislativo della UE, dal 2016 in poi c'e' stata una spinta digregativa senza precedenti spinta dai soli e cavalcata da altri alimentata dal problema migratorio

    se di base invece poni condizioni tali che una azienda abbia lo stesso costo salariale che apra in bulgaria o in irlanda senza che cia sia un dump dei servizi sociali, vedi che a quel punto le nazioni e macroregioni faranno a gara a mettere in piedi infrastrutture per attirare investimenti, altrimenti ti ritrovi con nazioni forti nella produzione che soffrono di crisi circoscritta e nazioni che hanno una base salariale alta con alto indice di impiego ma entrate fiscali dalle aziende pressoche' nulle e quindi infrastrutture inadeguate

  10. #209
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    e se la EU optasse per uno step in deciso, ,obbligando tutti gli stati membri alla stessa politica fiscale, normando una politica salariale comune a tutti?almeno cosi si avrebbe un playing field comune a tutti e nessuno che riceve aiuti speciali etc etc?
    chiedo troppo?
    secondo me aiuterebbe
    Aiuterebbe senz'altro...

    Ma è più facile che l'inferno geli...

  11. #210
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    Uno spunto di riflessione: https://www.corriere.it/economia/azi...uC6hdW5XufV_PQ

    Oppure dotare ogni italiano di una stampante laser a colori per stampare il denaro di cui ha bisogno.
    A questo punto però stamperei Euro non Lire per non doversi riabituarsi al cambio.
    Io sono responsabile di quello che dico. Non di quello che capisci tu. [cit]
    Questa è una mela...

    IMHOSTICA

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