
Originariamente Scritto da
Melis
Io ho sempre lavorato in aziende nordiche, dove lo "smart working/telelavoro/home office", insomma lo "stai a casa e lavora" era la regola. Potevi stare a casa 2 giorni su 5, a tua scelta, secondo tue esigenze. Bastava avvisare. Gli straordinari non erano contemplati, nel senso che quello ti pagavano era quello, sia che lavorassi 2 ore al giorno, sia che ne lavorassi 16.
Avevi delle responsabilità, nel senso che nessuno controllava, ma il tuo lavoro era strettamente correlato al lavoro di altri quindi se stavi a grattarti la pancia sul divano, si notava. E non è che ci andassero giù leggeri.
Però è sempre stato un bel lavorare, con molta liberà, molte responsabilità, certo.
Ma se eri bravo e in mezza giornata avevi finito ciò che c'era da fare in un giorno, nessuno ti diceva "beh" se andavi via dopo pranzo.
Ora l'ufficio a Milano è mio, e applico esattamente questa modalità. Non mi interessa quante ore lavori, mi interessa che fai queste cose. Poi, se vuoi farle a casa, alle maldive, dal giardino, mentre sei in treno, non mi interessa.
Io tendenzialmente preferisco andare in ufficio,ci metto 1h, circa e mi piace anche quel viaggio fino a lì. Stacco, se sono in macchina ascolto la radio o telefono, se sono in moto tanto meglio.
Mi piace di più lavorare con gente attorno, avere dei colleghi coi quali confrontarmi o anche solo sparare due cazzate durante la pausa caffè, però se non dovessi avere la libertà di orari, o la libertà di lavorare da casa ogni tanto, credo che non ce la farei (più).
Poi dico una cosa su Milano.
Ben le sta.
Adoro come il mondo ciclicamente si aggiusta.
Lo trovo affascinante da matti.
Siamo arrivati a un livello di insostenibilità (di valori) tale da rivalutare le priorità.
Faccio l'esempio di Milano.
Ha senso pagare 1000€ di affitto per abitare in un loculo? No.
Ha senso pagare 800€ per una stanza in una casa da condividere in 3 a 30/40 anni? No.
Ha senso vivere in 2 in un loculo che prosciuga le risorse economiche e le voglie/possibilità di mettere su famiglia? No.
Ha senso vivere in una città che ti paga come se vivessi a Reggio Emilia ma te la fa pagare come se fossi a NY? No.
Ha senso perdere tempo (e salute, e pazienza) su mezzi pubblici, in moto col traffico impazzito, o in macchina a sclerare sui parcheggi (o pagarli quanto un monolocale) per andare in un ufficio diventato palesemente inutile grazie alla tecnologia? No.
Da parte mia direi anche, ha senso pagare un ufficio come se cagassii violoni sul cesso la mattina prima di uscire di casa? No.
Ha senso voler vivere in questa città solo perchè ci metti meno ad arrivare al lavoro? NO cazzo, e si è capito in questi mesi.
Io Milano la amo
Se fosse economicamente vivibile
Se i mezzi pubblici funzionassero davvero
Se i taxi non costassero un rene
Se le piste ciclabili fossero fatte e progettate dagli olandesi
Se non avesse fatto la guerra al mezzo privato
Se la criminalità fosse accettabile (meglio se inesistente)
Ecc Ecc.
Riconosco che sia fiorita dopo l'expo, è diventata più bella, più internazionale
MA
Troppo elitaria
troppo finta
troppo grande città albergo
troppo è andato perso
è diventata una città per Airbnb e uffici, per chi se la può comprare e poco vivibile per chi la vuole vivere e comprendere.
Quindi spero che questa sia l'occasione per ridimensionarla, e per tutti di ridimensionarsi. Che va bene che il suolo costa caro, ma a Milano lo paghi come se sotto ci fosse il petrolio.