... e fin qui tutto ok
direi che il mondo è cambiato, ed è cambiata soprattutto la velocità del cambiamento.
Questo è dovuto alla comunicazione sia verbale che fisica: oggi una cosa prodotta in cina arriva senza intermediari il giorno dopo a pavia, mentre una volta non era così: ci voleva più tempo. era meglio o peggio? non lo so...ma la vita del maniscalco o dello spazzacamino penso fosse più grama di quella di un operaio di oggi.
anche questo è un processo naturale, più rapido e con persone che cercano di prevedere quello che succederà e di rendere più razionale quello che è l'intervento del legislatore in funzione, appunto, di quei cambiamenti: ripeto: quello che per te e la causa, per me è l'effetto
e qui siamo daccordo
il sistema ssi aggiusta a seconda del volere delle persone e dell'indirizzo politico. L'indirizzo politico, in democrazia, viene dato da un gruppo di persone elette, ed è un sistema imperfetto. meno imperfetto, però, di quello del re e dei nobili al tempo dei maniscalchi e degli spazzacamini.
tutte le medicine sono veleni. vanno assunte solo se la parte negativa della medicina (veleno) è meno grave della malattia che deve curare...anche in questo caso è così
no, questa è una via, possono essercene delle altre. ne hai qualcuna ?
tutte le persone. come sempre, alcune di più (o più velocemente) , altre di meno (o più lentamente) ...ma nella storia dell'uomo è sempre stato così, sia quando si doveva lottare contro animali feroci, sia con le guerre, sia con le rivoluzioni socioeconomicoindustriali, sia............
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Nel caso del fisco, per fare un esempio, non bisogna dimenticare che il sistema tributario è un meccanismo complesso, le cui parti si legano una all’altra. Non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta. Un intervento complessivo rende anche più difficile che specifici gruppi di pressione riescano a spingere il governo ad adottare misure scritte per avvantaggiarli.
Un metodo simile fu seguito in Italia all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso quando il governo affidò ad una commissione di esperti, fra i quali Bruno Visentini e Cesare Cosciani, il compito di ridisegnare il nostro sistema tributario, che non era stato più modificato dai tempi della riforma Vanoni del 1951. Si deve a quella commissione l’introduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e del sostituto d’imposta per i redditi da lavoro dipendente. Una riforma fiscale segna in ogni Paese un passaggio decisivo. Indica priorità, dà certezze, offre opportunità, è l’architrave della politica di bilancio.
In questa prospettiva va studiata una revisione profonda dell’Irpef con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo, riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività. Funzionale al perseguimento di questi ambiziosi obiettivi sarà anche un rinnovato e rafforzato impegno nell’azione di contrasto all’evasione fiscale.
Il Next generation EU prevede riforme.
Alcune riguardano problemi aperti da decenni ma che non per questo vanno dimenticati. Fra questi la certezza delle norme e dei piani di investimento pubblico, fattori che limitano gli investimenti, sia italiani che esteri. inoltre la concorrenza: chiederò all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, di produrre in tempi brevi come previsto dalla Legge Annuale sulla Concorrenza (Legge 23 luglio 2009, n. 99) le sue proposte in questo campo.
Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce. Questa osservazione, che gli scienziati non smettono di ripeterci, ha una conseguenza importante. Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi.
questo un estratto del discorso di Draghi, che io trovo, ed è una rivoluzione, di buon senso.
già vedo lo scatenarsi dei partiti a difesa di gruppi di potere da decenni abituati a farsi fare le leggi a loro difesa, ma a me sembra che l'impostazione sia quella giusta: vedremo se la politica permetterà ai "tecnici" di portare avanti un programma di buon senso, facendo null'altro che quello che dovrebbe essere il mestiere della politica: prendere decisioni, cosa alla quale siamo disabituati da moltissimi anni. Ah, ovviamente, prendere decisioni scontenta qualcuno e esce da quella zona di comfort che risiede nel : ho fatto qualcosa per tutti, che tradotto significa che non hop fatto nulla per nessuno.
possiamo scegliere se vedere come la storia plasmerà questo povero paese, e data la situazione economica, la storia la scriveranno i nostri creditori, oppure decidere di prendere decisioni, di mettere i soldi su quei cavalli che riteniamo possano vincere, magari costruendo un substrato di investimenti che rendano il futuro di certe filiere ancor più sostenibile nel futuro. Io sono per la seconda via, che ovviamente presuppone che le scelte siano razionali e che chi non verrà favorito, venga "accompagnato" , come del resto detto anche da Draghi. Si sta parlando di futuro: cercare di immaginarlo e guidarlo, non solo non è un male, ma è necessario.
secondo me