Il commento dell'articolo alla considerazione del ministro, sui problemi della transizione nel settore automotive, è davvero patetico.
"I tedeschi vendono le supercar, i distretti si stanno convertendo!“.
Esattamente.
Il più recente studio commissionato dalla VDA, l'associazione delle industrie automotive tedesca, all'ifo Institute di Monaco, ha stimato una riduzione di 215000 addetti nel settore nei prossimi dieci anni, nella sola Germania.
https://www.wsws.org/en/articles/202.../jobs-m25.html
Sicuramente l'Italia, la cui industria automotive è composta da fornitori e subfornitori dei fornitori dell'automotive tedesco, saprà reggere benissimo l'impatto dell'elettrificazione, del resto abbiamo i soliti noti fiori all'occhiello di costruttori che tutto il mondo ci invidia.
Esattamente, anche stavolta: direi anzi che stiamo infatti anticipando a gonfie vele la riconversione globale.
Ce lo racconta proprio il Fatto Quotidiano:
https://www.ilfattoquotidiano.it/202...forte/6306207/
Se vogliamo essere laici, come auspicato dal ministro, allora non possiamo esimerci dal considerare che la produzione di energia elettrica e termica da combustione è il settore che singolarmente incide in più larga misura nell'emissione di gas serra, circa il 25% del totale delle emissioni.
La produzione di energia nucleare "come la conosciamo oggi", l'unica fonte tecnologicamente alternativa a quelle fossili, emette 0 (zero) gas serra.
Le correnti e passate scelte politiche europee sul nucleare contribuiscono purtroppo solo a forzare la transizione e, conseguentemente, innalzarne i costi sociali ed economici.
Qualche "verde" si sta già destando dal mondo dei sogni; come sempre, troppo tardi.
https://www.forbes.com/sites/scottca...for-a-rethink/
La conclusione dello studio discusso nell'articolo, per cui i maggiori costi attuali dell'uscita tedesca dal nucleare si stanno verificando in termini di salute dei cittadini, prima ancora che in termini energetici, offre senz'altro spunti di riflessione interessanti per i cittadini del nostro paese.








