
Originariamente Scritto da
tony le magnific
Nei casi più intriganti le banche si spingono ad offrire un tasso fisso pari al 3% che, se paragonato al 18% praticato negli anni 80, perooooo attenti,,,,,, leggete sotto
Negli anni 80 in Italia si registrava un’inflazione intorno al 20%, pertanto se un mutuo a quei tempi costava il 18-20% il tasso reale era bassissimo se non negativo per effetto dell’inflazione, la cui azione avvantaggia i debitori, quindi i mutuatari, perché riduce il valore di quanto si paga. Viceversa, oggi l’inflazione è nulla, anzi nel nostro Paese c’è deflazione, per cui, se un mutuo in media costa 2,9%, considerando che i prezzi sono calati del 0,6% questo significa che il costo reale di un mutuo è del 3,5%, quindi più alto che negli anni 80. Dunque, si può concludere che se l’inflazione dovesse raggiungere la quota del 2%, quale obiettivo cui tendono le politiche della Bce, i mutui costerebbero meno da un punto di vista nominale ma anche reale.
Il tasso reale si ottiene sottraendo al tasso nominale del mutuo il tasso di inflazione. Nel 1980 l'inflazione in Italia toccò un picco al 21,2% (nel 1983 scese al 14,7% e nel 1987 al 4,7%). Se un mutuo costava il 18%-20% era del tutto normale per quella stagione, visto che depurando il tasso nominale per l'inflazione si otteneva un tasso reale bassissimo o addirittura negativo (nel qual caso il mutuatario finiva anche per “guadagnarci”). E oggi? Stando all'ultimo bollettino dell'Abi a gennaio 2015 il tasso medio dei mutui stipulati in Italia si attestava al 2,9%, la metà del 2007 quando era al 5,7%. Oggi però non c'è più l'inflazione (che, lo si è capito, avvantaggia i debitori e quindi anche i mutuatari) ma l'Italia è in deflazione (cioè i prezzi sono diminuiti dello 0,6% a gennaio su base annua). Quindi il costo reale del mutuo stipulato oggi è del 3,5% (2,9% di tasso + 0,6% di deflazione).
A giugno 2011 (prima che scoppiasse la crisi in Italia) un mutuo costava in media il 3,2% ma l'inflazione era del 2,7% quindi il costo reale del mutuo si attestava allo 0,5%, sette volte in meno quello attuale. Questo cosa significa? Che oggi i mutui non costano meno che in passato (anzi anche di più) ma potrebbero costare molto meno se il tasso di inflazione dovesse riportarsi intorno al 2%, come nell'intento delle ultime politiche varate dalla Bce. Quindi, chi stipula un mutuo oggi fissa dei tassi nominali ai minimi storici ma dei tassi reali più cari di sette volte il periodo pre-crisi. Scommettendo che se l'economia e l'inflazione ripartano il costo effettivo del mutuo possa normalizzarsi e tornare ai livelli pre-crisi.
TONY le magnific