Chi decide di fare impresa in Italia sa che avrà un carico fiscale sulle spalle, ancor prima di avviare l’attività, di oltre il 60%. Come se non bastasse, alla mazzata fiscale, ci si aggiunge anche la burocrazia con tutti i vari adempimenti che il professionista deve seguire
L’IRPEF L’aliquota va da un minimo del 23% per i redditi fino a 15mila euro, per arrivare al 43% per quelli oltre i 75mila euro.
L’IRI Prima dell’avvento dell’IRI ogni imprenditore individuale versava l’IRPEF secondo le aliquote viste in precedenza. Ora invece si è stabilito un valore fisso del 24%, parificando tutti i redditi di impresa. È bene precisare che l’IRI si paga solo sul reddito lasciato nell’impresa, mentre la parte prelevata dagli utili è sempre tassata con le aliquote IRPEF.
L’IRAP al 3,90% L’IRES L’IMU TARI
Esempio di quante tasse può pagare un’azienda in Italia
Per rendere ancor più chiara la situazione basta fare un semplice esempio: prendiamo una società con un unico socio ed amministratore che in un anno ha fatturato 100mila euro in servizi. Su tale cifra deve essere scorporata l’IVA al 22% portando la base imponibile a circa 82mila euro.
A questo valore bisogna applicare il 24% di IRES (esborso 19.680 euro) e il 3,9% di IRAP (esborso di 3.198 euro). È necessario poi aggiungere i contributi INPS che il soggetto in qualità di unico proprietario e amministratore deve versare, con una cifra attorno ai 18mila euro.
A conti fatti degli 82mila euro iniziali l’imprenditore finisce con l’intascarne poco più di 40mila. Tutto questo senza considerare eventuali tasse rifiuti, imposta sulla pubblicità e IMU nel caso fosse anche proprietario dell’immobile dove svolge l’attività.
La situazione di certo non migliora di certo in aziende che hanno dei dipendenti, le quali dovranno fare i conti anche con il costo del lavoro che in Italia è davvero assurdo!
TONY le magnific








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