
Originariamente Scritto da
fangio
TERZA PARTE.
E alla fine mi fecero solo ‘sti due verbali. Mentre li compilavano mi fecero alcune domande, ma quella chiave fu “Ma perché sei scappato così?” Già, perché? Non lo sapevo manco io, paura che mi sequestrassero la moto, fu il primo pensiero e la mia risposta. Parlammo un po’ di moto, poi parlammo di me e si accorsero che alla fine non ero proprio un delinquente o un pusher ma un pittore che cercava di sbarcare in lunario con le sue passioni, innamorato della sua moto e della velocità. Raccontai loro che dipingevo spesso macchine da corsa, che avevo corso in macchin,a, ah, a loro non lo raccontai, ma una volta, dopo pochi giorni che avevo il gta, sfidai una volante ad un semaforo sulla circonvallazione a Milano, stettero un po’ al gioco, ma poi slealmente mi palettarono e….verbale. Vabbè, torniamo al casello di Recanati. Insomma durante il verbale ….diventammo quasi amici eh eh eh. Mi chiesero dove sarei andato adesso e dissi loro che andavo verso Roseto, ancora un bel pezzo di autostrada. “ Mi raccomando, centauro, non farti beccare un’altra volta, mi disse uno di loro. Mi avvia alla moto e in quel mentre buttai un’occhiata indifferente e speranzoso, alla ruota posteriore vergognandomi un po di me stesso……bèddai, mi parve un centimetro scarso. Arrivai che stava per fare buio, me la presi comoda, ero ancora scosso da quello che era successo. Pensavo che avrei dovuto per forza raccontarlo a casa, al mio ritorno, tanto sarebbero arrivati i verbali. Saltiamo tutto il resto. La notte, dormii da solo nella mia grande casa, lì a roseto, oddio, dormii poco, anche perché non mi era mai capitato di dormire lì da solo, mi tornavano in mente tutte le persone che vi abitavano una volta e la festa che era per me tornarci da Milano. Pensavo a quello che era accaduto in quel giorno passato e vissuto così pericolosamente, insomma notte quasi in bianco, non accesi manco il riscaldamento che lì era un’operazione molto complicata e , ricordo, dormii con i pantaloni dainese che erano belli caldi e morbidi. Partii presto la mattina e in autostrada cercai di non andare come mi suggeriva l’istinto. Negli anni che seguirono, accadde una cosa strana ma anche bella: presi l’abitudine, quando d’estate andavo verso casa con la famiglia, di prendere l’uscita che corrispondeva al luogo di lavoro dei due poliziotti e andarli a salutare, si era stabilito un bel rapporto, specie con uno dei due “inseguitori “ Poi, i miei viaggi a Roseto divennero sempre più rari, la mia vecchia casa non c’era più e negli anni persi il contatto. Ma a volte, lungo il viaggio della vita, accadono cose che non ti aspetti, così, qualche anno fa mi arriva un messaggio su FB, una richiesta di amicizia, con scritto solo “ciao centauro!”. Non ci credo, è lui! Ci siamo scritti immediatamente e così abbiamo ripreso l’amicizia. Sono passati molti anni ancora, ma ho voluto che Giulia, la mia dolce metà di adesso, lo conoscesse e così, approfittando di una vacanza estiva nelle Marche, credo nel 2011, abbiamo organizzato una sera, una bellissima cena a quattro, a base di pesce, a Pesaro, io lui e relative consorti. Di cosa abbiamo parlato per tutta la sera? Di quel giorno lontano, dell’inseguimento, anche visto da parte sua, di quello che si dicevano tra loro, e alla fine, gli ho fatto la domanda che avevo tenuto in testa per tutti questi anni “ Ma come avete fatto a sapere che io ero entrato proprio in quella stazione di servizio?” “ Sei stato sfigato”, mi ha detto”proprio nel momento che tu entravi nella stazione, noi uscivamo da un dosso e ti abbiamo visto, per un attimo…….e io ho detto ad alta voce” lo abbiamo fregato il bastardo!”.
So che stai leggendo questo racconto e so che stai ghignando, ma alla fine, lo sai anche tu che senza quella fuga non ci saremmo mai conosciuti, e penso che alla fine anche tu, ora, sia convinto che, ”l’importante è il viaggio, perché è lì che tutto accade” .
Aggiungo che ci scriviamo regolarmente su facebook.