A me ha fatto impressione l'enorme numero di stand cinesi.
A mio parere, ora come ora il prodotto cinese significa solo due cose: prezzi bassissimi e qualità infima, con l'ostentazione di prodotti che in molti casi sono degli obbrobri o dei cloni di modelli progettati e costruiti dalle migliori case motociclistiche.
Colpa anche nostra (parlo dei paesi dell'unione europea italia compresa) e dei giapponesi, che per abbassare i costi di produzione e aumentare a dismisura i profitti, hanno spostato in cina buona parte della loro produzione, col risulato che poi questi si mettono in proprio e copiano spudoratamente, utilizzando però materiali scadenti.
Sappiatelo, quando comprate qualsiasi cosa che abbia scritto made in china, che dietro qualsiasi loro prodotto si celano sfruttamento, sopraffazione, censura, dittatura, inquinamento e chi più me ha più ne metta. Io non scordo piazza Tienanmen, i suoi morti e le ritorsioni verso gli oppositori al regime.
Per il resto, prorprio grazie a questa ricerca del profitto e della semplificazione produttiva ci troviamo davanti ad un unico tipo di motore che sta spopolando (il bicilindrico trasversale con manovellismo a 270°) che va bene per tutto: dalla moto sportiva alla adventure, dalla naked alla scrambler.
Alla fine per me la novità più bella è stata la Street Triple 765 Moto2, con quei semimanubri e quella componentistica che fanno rimpiangere il fatto che non vogliano più produrre una Dytona triple.
Mi ha deluso la Trans Alp, come mi ha deluso la V-Strom 800, mi è piaciuta molto la nuova Yamaha XSR900 e pure la nuova Suzuki GSX-S1000.
Un capitolo a parte per la Multistrada Rally: non ha senso.
Hanno brillato l'assenza di KTM, Husqvarna, BMW e Harley Davidson. Chissà perchè hanno disertato.
Alla fine dei conti, passeranno di nuovo un po' di anni prima che torni a Milano. Meglio Verona: è più ruspante