Chiudere i centri storici, o limitarne l’accesso, per questioni di smog è sensato ma non risolutivo.
Sappiamo tutti benissimo che le auto e le moto costituiscono lo zero virgola virgola percentuale del totale, ma ci può anche stare il “metodo” della formichina, che mette via una briciola alla volta.
Vogliamo fare due esempi pratici?
Milano e Bologna.
Entrambe le città, per un motivo o per l’altro, hanno livelli di smog elevato, MA SOLO IN INVERNO.
Già questo chiuderebbe il discorso, però teniamo presente la formichina e teniamo i centri chiusi.
I due comandanti, uno vale l’altro, fanno più o meno le stesse cose.
Ma c’è un ma.
Milano è grande, più strutturata, ha già in essere svariate linee della metropolitana e dei tram che funzionano da decenni, e che permettono davvero gli spostamenti da una parte all’altra del territorio.
Se il centro viene chiuso ai lavoratori, questi hanno la possibilità di usufruire di una possente rete di mezzi pubblici (ho lavorato a Milano per svariati mesi all’anno, dal 1978 al 2014).
A Bologna la situazione è quantomeno ridicola.
Il tizio con la barbetta vuole copiare l’arabico, e sta istituendo i canali in centro e le linee del tram.
Fino agli anni ‘80 i tram (e i filobus) giravano per la città, poi furono eliminati in favore degli autobus perché non potevano (per ragioni di forza maggiore) essere “elastici” nei percorsi, ma anche perché le rotaie risultavano molto pericolose per i ciclisti.
Barbetta li sta ripristinando, ma in un territorio già intasato di traffico, esempio in zona fiera, annientando la già difficile circolazione degli altri veicoli, autobus compresi.
Se la rete di tram fosse realmente capace di creare collegamenti da una parte all’altra della città, compresi i paesi limitrofi come accade a Milano, potrei anche prenderla come una buona idea.
Ma Bologna è piccola, le strade non sono così larghe per sopportare tram e autobus, e succederà che si dovrà fare motocross per attraversare la città.
I canali in centro poi sono la ciliegina sulla torta.
Sono fogne a cielo aperto, non assomigliano certo ai navigli, e servono esclusivamente per fare puzza ma soprattutto per eliminare quei pochi parcheggi che c’erano (per cui non avranno più gli introiti dei parchimetri, ma nessun genio di Palazzo D’Accursio ci ha pensato, evidentemente).
Uno che abita dove abito io, non ha più alcuna possibilità di andare in centro con i mezzi, se non una corriera all’ora.
Non c’è l’autobus, la linea ferroviaria è stata interrotta (lavori del tram, interramento di lunghi tratti) e per la riapertura se ne riparla nel 2030 (forse), e l’unico modo per andare verso il lavoro rimane il mezzo proprio.
I parcheggi di scambio sono stati chiusi, i parchimetri assorbono lo stipendio settimanale, le multe per passaggi in zone proibite fioccano come la neve a San Candido, le biciclette (tanto incentivate dal barbetta) si infileranno nelle rotaie dell’inutile tram.
Ottimo metodo per mandare via la gente da Bologna.
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