Post interessante che leggo solo ora.
Ti porto la mia esperienza
Ho 59 anni, guido la moto da quando ne avevo 42 e ho, per così dire, bruciato le tappe perchè nel giro di 7 anni sono passato da imbranato totale ad iscritto ad un trofeo (il Motoestate categoria 600 Race Attack) nel quale mi sono divertito tantissimo, imparato e migliorato.
Arriviamo al 2016:
Durante l'ultima sessione (pareggiamento) al Mugello, subisco un grave incidente, dove mi fratturo femore sx, radio, ulna, polso sx, una costola e mi ritrovo in stretta osservazione al P.S. con una bolla d'aria in un polmone e un trauma ad un rene: alla mia compagna confidarono nella speranza che passassi indenne la prima notte.
Dopo tre mesi di ricovero ospedaliero e altri tre di intensa e dolorosa fisioterapia, sono ritornato quello di prima, anche se il polso sx ha perso circa l'80% della sua funzionalità.
Dopo un mese che ero stato dimesso dall'ospedale e all'insaputa della fisioterapista (che mi avrebbe sbranato) ho ripreso in mano la Hornet, rendendomi conto che la voglia di andare in moto non mi era passata per nulla e che, anche se ancora zoppicante, ero già in grado di guidare e soprattutto usare correttamente la frizione.
Nei mesi a seguire ripresi ad andare in moto per strada come se nulla fosse successo, rendendomi conto che il trauma dell'incidente non aveva influito dal punto di vista psicologico.
Ad un anno esatto dall'inicedente, quindi Giugno 2017, complice il meccanico e la Daytona, che rispetto ai miei danni ne aveva avuti molti meno, torno in pista, e lì l'evento è stato abbastanza forte.
Ricordo benissimo i lacrimoni che mi scesero intanto che indossavo tuta e guanti dentro il camion del meccanico, ed il sorriso da ebete cinque minuti dopo, alla riaccensione della mia amata Dajsuke, riesumata e perfettamente a punto.
La prima sessione fu abbastanza interlocutoria, poi in quelle successive ripresi fiducia in me e mi divertii un casino.
Dopo quella pistata, ne feci altre due (a Imola e Misano) dove addirittura abbassai i tempi fatti prima dell'incidente.
Ora, a sette anni di distanza dalle ultime pistate, continuo ad andare in moto allegramente, anzi, i viaggi in coppia si sono fatti anche più "interessanti", complice l'attuale moto adventure, con la quale mi sono dato anche alle strade sterrate (per la gioia del mio polso farlocco, che in quei casi grida vendetta e mi fa soffrire un po') su per le alpi piemontesi o per gli argini dei fiumi vicino a casa mia.
Tutto questo per dirti cosa?
Beh, sicuramente la passione ed una certa forza interiore sono importanti, se si vuole proseguire in una avventura nonostante gli incidenti di percorso, e nel tuo caso, fossi al tuo posto, magari lascerei perdere la Pit Bike, che in effetti puoi usare solo in pista e provoca più danni di quanto si possa pensare (soprattutto alle clavicole), ma la moto, a quella non rinuncerei per nulla al mondo.
Abbi fede, soprattutto in te stesso, se veramente ci credi, ritornerai in moto come se nulla fosse successo, facendo tesoro magari, delle esperienze negative vissute.
Aloha
Lorenzo Ferrari