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Risultati da 1 a 10 di 15

Discussione: mi domando

  1. #1
    TCP Rider L'avatar di Lupin
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    mi domando

    ma come si fa, a parte il discorso inconcepibile di impiccare una persona perché gay, cosa passa per la mente di una persona in quei minuti, come si può affrontare un momento con questa serenità esterna come da queste foto...

    Il Messaggero articolo

    non ho parole...

    .

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  3. #2
    TCP Rider L'avatar di Vertigine
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    Citazione Originariamente Scritto da Lupin Visualizza Messaggio
    ma come si fa, a parte il discorso inconcepibile di impiccare una persona perché gay, cosa passa per la mente di una persona in quei minuti, come si può affrontare un momento con questa serenità esterna come da queste foto...

    Il Messaggero articolo

    non ho parole...

    .
    io mi chiedo invece SE ci sia qualcosa nella testa (e nel petto??) di quelli che vanno a fotografare un'esecuzione...

    lo dico sempre io...il mondo è solo un grosso cumulo di merda!!

  4. #3
    TCP Rider L'avatar di Lupin
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    quando fin da piccolo ti inculcano il concetto di morte come il passaggio verso un nuovo stato, verso il giardino dell'eden..i risultati sono questi..
    non ci sarebbero kamikaze ad es.
    in africa in alcuni luoghi rischi la vita anche solo se sei simpatico o antipatico..
    in brasile i bambini scompaiono e diventano ricambi per altri...
    purtroppo la verità è questa e non potrà mai cambiare.. anzi

  5. #4
    Presidente del Pettirat L'avatar di pettibike
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    Citazione Originariamente Scritto da Vertigine Visualizza Messaggio
    lo dico sempre io...il mondo è solo un grosso cumulo di merda!!
    .....straquoto!

  6. #5
    TCP Rider Senior L'avatar di trident_special
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    Lì, in fondo a destra.
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    TMax ammetano.
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    Se non sbaglio non è stato condannato perché gay ma perché ha ucciso un giudice.
    Diciamo STOP alle moto suscettibili...

  7. #6
    TCP Rider Senior L'avatar di tonidaytona
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    Citazione Originariamente Scritto da Lupin Visualizza Messaggio
    quando fin da piccolo ti inculcano il concetto di morte come il passaggio verso un nuovo stato, verso il giardino dell'eden..i risultati sono questi..
    non ci sarebbero kamikaze ad es.
    in africa in alcuni luoghi rischi la vita anche solo se sei simpatico o antipatico..
    in brasile i bambini scompaiono e diventano ricambi per altri...
    purtroppo la verità è questa e non potrà mai cambiare.. anzi

    quoto tutto tranne l'ultima frase.

    DEVE cambiare.
    a cominciare da ME.
    Le luci delle moto, se viste da lontano, hanno qualcosa di fatato – il faro anteriore che illumina la strada e la luce rossa del posteriore – e tanto sul Gardetta quanto sulla Cannoni è possibile vedere chi ci precede da grandi distanze: sembrano dei pesci luminosi, sospesi nelle profondità degli abissi oceanici.

    Hat 2013 Motociclismo

  8. #7
    TCP Rider L'avatar di Rici
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    Ricordate cosa diceva la Fallaci..
    Attenti!
    Già siamo una colonia dell'Islam..
    Poi incomenicieranno a pretendere diritti e poi a dettar leggi!
    Attenti!

  9. #8
    TCP Rider L'avatar di Flydive
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    Citazione Originariamente Scritto da trident_special Visualizza Messaggio
    Se non sbaglio non è stato condannato perché gay ma perché ha ucciso un giudice.
    Sembra anche a me

    Citazione Originariamente Scritto da Rici Visualizza Messaggio
    Ricordate cosa diceva la Fallaci..
    Attenti!
    Già siamo una colonia dell'Islam..
    Poi incomenicieranno a pretendere diritti e poi a dettar leggi!
    Attenti!
    E cosa centra questo con il thread?

  10. #9
    TCP Rider L'avatar di KDS
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    Non c'è fine per la stupidità,l'ignoranza e la cattiveria dell'uomo.
    Quando leggo certe cose, mi vergogno di appartenere all'essere umano.
    Cmq non voglio essere razzista, ma qui non centra nulla la "cultura" di un popolo, o perlomeno in parte, dai siamo nel 2007 hanno pure loro la tecnologia per adeguarsi ai tempi e aprire la mente, guardate quando vengono a vivere qui da noi, cambiano cosi tanto?, no è la stessa gente, a parer mio è anche una questione di testa, quella gente è cattiva e invidiosa , mi dispiace ma i fatti lo dimostrano ogni giorno e piu andiamo avanti peggio sarà se non facciamo qualchecosa, che se ne stiano a casa loro, ste mer@@e

  11. #10
    TCP Rider L'avatar di Rici
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    Citazione Originariamente Scritto da Flydive Visualizza Messaggio
    E cosa centra questo con il thread?
    Hai presente...


    PENA DI MORTE
    QUANDO LA VITA GENERA MORTE (LEGALMENTE)

    COSA DICE L'ISLAM?

    La pena di morte nel diritto islamico e le sue applicazioni in campo penale e politico hanno conosciuto lunghe e contraddittorie vicende a causa soprattutto della sovrapposizione di società religiosa e società politica e della varietà dei momenti storici.
    Punto di riferimento basilare è il Corano, che sintetizza l'azione religiosa e sociale del profeta Maometto. Nel Corano vanno ricondotti lo 'Urf (diritto consuetudinario locale dei diversi gruppi etnico-culturali) e la Shâri'a (sistema delle norme giuridico-religiose fissate sul fondamento dei testi coranici, della tradizione profetica autentica - Hadîth -, del consenso comunitario - Ijma' -, del ragionamento condotto analogamente alle regole coraniche e della tradizione). Il Corano prevede la legge del taglione per gli uccisi, la pena di morte per le adultere (da chiudere in casa senza nutrimento o da lapidare) e per gli eretici (da crocifiggere o da amputare).

    Ancora oggi si segue la Shâri'a come base delle leggi negli Stati islamici (come Yemen, Arabia Saudita, Iran), legge molto dura che prevede la pena di morte in innumerevoli casi e applicata con rigore. Le ineguaglianze fra musulmani e non musulmani nell'applicazione e nella varietà delle pene si spiegano non con considerazioni razziali, ma col criterio religioso che fonda la gerarchia delle persone giuridiche sempre secondo la Shâri'a. Il grado più alto di capacità giuridica e, quindi, di responsabilità davanti alla legge è il musulmano maschio sano di mente e sposato legalmente: la sua vita è protetta con precedenza dal sistema penale. Vengono successivamente la donna musulmana libera e legalmente sposata, lo schiavo musulmano maschio, la donna musulmana schiava e gli infedeli.
    I giudici, a seconda della loro idea, possono scegliere se applicare le norme della Shâri'a o privilegiare pene quali prigione o multa; le popolazioni rurali, invece, applicano per i reati sessuali che coinvolgono l'onore della famiglia le arcaiche norme dell''Urf. Le autorità si mostrano più dure quando si tratta di eliminare il vecchio diritto di vendetta che porta con sé inutili versamenti di sangue.


    PENA DI MORTE-IRAN:
    Impennata delle esecuzioni smentisce la tendenza internazionale
    Kimia Sanati


    TEHERAN, 17 maggio 007 (IPS) - Le esecuzioni capitali in Iran, quasi raddoppiate nel 2006 con l'uccisione di 177 prigionieri, hanno rafforzato l'impegno degli attivisti per i diritti umani impegnati a diffondere la consapevolezza che la pena capitale non è un deterrente efficace contro i crimini, e che dovrebbe essere abolita in quanto pratica disumana.

    I dati sulle esecuzioni in Iran sono stati resi pubblici dall’ultimo rapporto di Amnesty International sulla pena capitale nel mondo. La Cina è in cima alla lista, con 1010 esecuzioni registrate nel 2006 - benché, secondo gli attivisti, i veri dati potrebbero essere di otto volte superiori. Il numero delle esecuzioni in Iran è comunque ufficioso, raccolto da rapporti della stampa e attivisti. Non esistono statistiche ufficiali del governo.

    Il rapporto di Amnesty mostra un calo significativo delle esecuzioni nel mondo - il 26 per cento in meno rispetto al 2005. Ma in Iran si è registrata la tendenza opposta. E non sembra che quest’anno il trend potrà essere smentito: solo nelle prime due settimane di maggio la stampa ha riportato 18 casi di esecuzioni.

    “L’abolizione di tutte le leggi legate alla pena capitale in Iran sembra oggi un sogno irrealizzabile”, ha detto all’IPS un attivista che ha chiesto di restare anonimo. “La pena capitale è ampiamente considerata un fattore cruciale nella prevenzione del crimine nella nostra società”.

    Adesso, uno dei compiti più importanti è diffondere la consapevolezza che l'aumento delle esecuzioni non significa meno crimini. Abbiamo dovuto anche organizzare una campagna per convincere le autorità a ridurre il numero di esecuzioni, ha riferito l’attivista.

    Oggi, l’Iran prevede la pena di morte per una lunga serie di reati, tra cui omicidio, reati legati alla droga, crimini ideologici e finanziari, e anche reati sessuali.

    L’esecuzione avviene generalmente per impiccagione. In caso di reati sessuali, come per i colpevoli di abusi e stupro di minori, o per i terroristi e i trafficanti di droga, i condannati vengono giustiziati in pubblico. I crimini sessuali possono anche prevedere la morte per lapidazione.

    Quest’anno, un’alta percentuale delle esecuzioni ha colpito i trafficanti di droga. Costituisce reato capitale il possesso di oltre 30 grammi di eroina, o cinque chili di oppio.

    A febbraio, Nasrollah Sanbezehi è stato accusato di terrorismo dopo un affrettato processo, senza la presenza di un avvocato, riferisce un attivista locale. Il 19 febbraio, il giorno dopo il processo, Sanbezehi è stato impiccato pubblicamente nella città di Zahedan, nell’Iran sud-orientale. L’uomo era uno dei quattro presunti separatisti baluchi arrestati dopo l’esplosione di un'autobomba accanto a un autobus che trasportava Guardie Rivoluzionarie. Dodici guardie sono rimaste uccise nell’attacco.

    Prima del processo, Sanbezehi ha confessato in televisione chiedendo perdono. Secondo gli attivisti, ci sono stati altri casi simili di processi frettolosi, dove agli imputati è stato negato l’accesso a un avvocato.

    L’Iran continua a giustiziare anche i minori, benché ciò costituisca una violazione del diritto internazionale. Quattro giovani, accusati di aver commesso crimini prima dei 18 anni, sono stati giustiziati lo scorso anno, secondo queste fonti. Nel 2004, una ragazza è stata giustiziata pubblicamente per crimini sessuali; in seguito, è stato dimostrato che la giovane aveva 16 anni al momento dell’esecuzione. Nasrin Sotoudeh, avvocato e attivista per i diritti dei minori, sta attualmente difendendo una cliente, di nome Soghra, condannata a morte per un presunto omicidio compiuto all’età di 13 anni. La donna oggi ha 30 anni, ed è rimasta nel braccio della morte per 17 anni, ha raccontato Sotoudeh all’IPS. L’avvocato dice di aver saputo di altri 36 casi di minori giustiziati negli ultimi tre anni. Ma - ha aggiunto - sono “molti di più” nelle città più piccole; casi non riportati dalla stampa o ignorati dai registri ufficiali.

    ”Credo che la situazione sia peggiorata negli ultimi due, tre anni”, ha detto Sotoudeh. E questo perché i minori sono stati giudicati come adulti nei tribunali provinciali, invece che in quelli minorili. I giudici che esaminano i casi di adulterio sono obbligati ad emettere sentenze di morte per lapidazione - benché poi vengano raramente eseguite. Alcune “decine” di donne e uomini condannati a questo tipo di pena sono ora in attesa di esecuzione, riferiscono gli attivisti.

    A maggio 2006, un uomo e una donna sono stati lapidati a morte per adulterio a Mashad, nell’Iran nord-orientale. Alcuni mesi dopo, gruppi di donne che lottano per i diritti umani hanno avviato una battaglia contro le leggi che prevedono la lapidazione, che colpiscono prevalentemente le donne. Alcuni avvocati volontari si sono incaricati dei casi di diverse donne e di un uomo, salvandoli dall’esecuzione, secondo le fonti.

    Il sistema giuridico dell’Iran si basa sul diritto islamico. Tutte le leggi approvate dal parlamento hanno anche bisogno dell’approvazione dei sei onnipotenti e severissimi membri del consiglio clericale, nominati dal capo supremo dell’Iran Ayatollah Khamenei. Il consiglio esamina la compatibilità di tutte le leggi con il diritto religioso.

    Il consiglio ha diritto di veto sulla legislazione del parlamento. Qualsiasi cambiamento giuridico è una questione religiosa, e ogni decisione finale spetta alle autorità religiose. Chi si oppone alla legge islamica può essere accusato di eresia, che può anche comportare la pena di morte.

    L’attivista per i diritti umani Emadeddin Baghi si sta battendo per convincere legislatori e autorità religiose ad abolire la pena capitale - o almeno ridurre al minimo la sua applicazione.

    Musulmano devoto ed ex allievo di un seminario religioso a Qom, Baghi trova le ragioni della sua fede nell’abolizione e nel “diritto alla vita” nel Corano e nella legge islamica (shariah).

    Nel 1999, Neshat, un quotidiano riformista molto popolare, pubblicò un articolo di Baghi secondo cui la legge religiosa dell’Iran che chiede la pena per omicidio non si applicherebbe a un ampio numero di casi - circa il 25 per cento - nei quali la morte viene provocata involontariamente.

    Questa posizione fu giudicata eretica dalle autorità. In una massiccia azione repressiva contro i giornali riformisti, il periodico venne chiuso. Il suo editore, Mashallah Shamsolvaezin, finì in carcere per 19 mesi. Anche Baghi fu processato per oltraggio al codice del Corano, e condannato a due anni di prigione per aver scritto l’articolo, e per altri presunti reati. La messa al bando è stata revocata cinque anni dopo, ma il giornale non è mai riapparso.

    Deciso a proseguire la sua battaglia, Baghi ha recentemente fondato la prima organizzazione contro la pena capitale in Iran, l’Associazione per il diritto alla vita. “Non abbiamo ancora chiesto la licenza per l’associazione, perché siamo sicuri che verrà respinta. Vediamo anche quante pressioni vengono fatte contro le organizzazioni non governative riconosciute legalmente. Il governo è talmente diffidente nei loro confronti”, ha detto Baghi all’IPS.

    Baghi ha scritto anche un libro sulla pena di morte e l’Islam. Il tema centrale è che l’abolizione non è contraria all’Islam.

    Le autorità iraniane hanno vietato la pubblicazione del libro, ma Baghi sta pensando di aggirare il divieto pubblicandolo in Afghanistan. E si augura che il libro possa servire in qualche modo a ridurre i tabù religiosi associati a qualsiasi dibattito aperto sull’abolizione della pena capitale nel paese.

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