Dalle origini alla Seconda guerra mondiale
![]()
Uno dei primi modelli Triumph
Le origini della società risalgono al 1833 quando Siegfried Bettman si stabilì a Coventry dopo aver lasciato Norimberga, allora parte dell'Impero tedesco. Bettman vendeva biciclette e in questa sua attività utilizzava il marchio Triumph. Successivamente alla ditta si unì un altro ingegnere della stessa città tedesca, Maritz Schultze. Sempre la stessa città della Baviera sarà sede, nel 1896, di una sussidiaria per commercailizzare le sue biciclette. In seguito questa società diverrà parte della Triumph-Adler Company. Con la comparsa dei primi motori la ditta affiancò alla produzione di biciclette quella delle motociclette.
Nel 1920 la Triumph acquisì la Hillman una azienda automobilistica sempre con base a Coventry, ed entrò nel mercato dell automobili. Queste venivano vendute con il marchio Triumph Motor Company mentre le motociclette e le biciclette portavano il marchio Triumph Cycle Co..
Nel 1936 Jack Sangster della Ariel Ltd acquistò la divisione motociclistica della ditta creando la Triumph Engineering Co. Ltd. Alla guida di questa nuova società venne posto molto personale proveniente dalla Ariel.
Seconda guerra mondiale
La produzione di motociclette proseguì a Coventry fino alla seconda guerra mondiale. La città venne duramente colpita durante un bombardamento tedesco facente parte della campagna, il cosiddetto Blitz, che le Forze Aeree tedesche portarono avanti tra il 7 settembre 1940 e il maggio 1941. Nel bombardamento rimasero danneggiati anche gli impianti e i macchinari della ditta che, una volta recuperati, venne trasferita in una nuova fabbrica a Meriden nel West Midlands dove la produzione riprese.
Dopoguerra
Nel 1951 la Triumph venne venduta da Sangster ai rivali della B.S.A.. In questo periodo venne costruito in grandi numeri il motore Speed Twin progettato da Edward Turner prima del conflitto.
Nello sforzo di ripianare i debiti contratti con gli Stati Uniti d'America durante il conflitto, a seguito della legge Affitti e Prestiti, la quasi totalità della produzione della Triumph del primo dopoguerra veniva esportata negli U.S.A.. Qui il marchio Triumph era diventato famoso con il film Il Selvaggio del 1953. In questa pellicola Marlon Brando guidava una Thunderbird TR6 del 1950.
Per soddisfare i gusti dei motociclisti americani, abituati a percorrere lunghe distanze, Turner aumentò la cilindrata del motore Speed Twin portandola a 650 cc. La nuova moto prese il nome di Thunderbird, nome che in seguito la Triumph cedette alla Ford che lo utilizzò per una sua vettura.
Nell'anno successivo verrà realizzata, a partire dalla Thunderbird, la Wonderbird, una moto espressamente pensata per conquistare i record di velocità sulle superfici dei laghi salati, in una località, Bonneville, che darà in seguito il nome ad una moto della Triumph. Il motore da 650 cc, dotato di doppio carburatore e alimentato anche con nitrometano, fu il detentore del record di velocità dal 1955 al 1970.
![]()
Una Triumph Trident
Nel 1959 viene realizzata la T120, una versione a doppio carburatore della T110, che appunto verrà denominata Bonneville.
Negli anni '60 il 60% della produzione Triumph, e circa l'80% di quella B.S.A., veniva esportato. Questo rendeva la ditta molto vulnerabile alla cosidetta Invasione Giapponese, cioè l'arrivo in massa sui mercati occidentali delle moto prodotte in Giappone.
All'inizio la minaccia venne sottovalutata, nonostante la qualità di questi prodotti fosse già conosciuta, in quanto le prime motociclette giapponesi che giunsero in Europa e negli U.S.A. erano modelli di piccola cilindrata. A quell'epoca la Triumph si posizionava invece nella fascia delle moto di maggior cilindrata. Quando cominciarono a comparire le prime moto giapponesi a 4 cilindri e di grossa cubatura l'entità del problema con il quale la ditta, ma in generale anche tutti i produttori europei e americani, si sarebbe dovuta confrontare divenne evidente. Per reagire a questi prodotti venne sviluppato un motore a tre cilindri che equipaggiò sia la Triumph Trident che la BSA Rocket 3.