Il mio è un normal-cellulare, telefona e basta. P.M. Carletti
Uno può essere pirla pur avendo qualche buona idea. Se però togliamo anche quella...
La fortuna si presenta quando capacità ed opportunità si incontrano.
Cit. ElGraspa: Il marcio si diffonde con facilità e l'ignoranza non richiede impegno.
Mi sà piuttosto che negli urti violenti l' en. cinetica che si deve per forza scaricare tende a dilatare tendini e tessuti molli quidi penso che una scarpa allacciata normale o ancora meglio come và di moda tenerle molto larghe senza nodo, sia facile da sfilare. Per il casco credo invece che non sia così, è progettato appositamente perchè non si sfili...ovviamente se usato correttamente cioè allacciato come Dio comanda.
Magari il solito sciacallo ladro di scarpa che ci prova!
Ma si, il corpo umano mica è una struttura indeformabile......e non deve esserlo. Dipende dalle situazioni....c'è una persona che in moto con un enduro correva da matti quando ad un tratto un gatto gli ha attraversato la strada...dalla tensione e prob dallo stato di contrazione dell' attimo prima del botto ha aperto degli stivali da cross chiusi fino sotto al ginocchio. Bisogna vedere la dinamica proprio nel senso della parola.
Io non ho ancora vissuto lutti tremendi che mi abbiano portato
a sperare che le persone amate siano felici e al sicuro nell'aldilà, ma
questo aldilà è una dimensione che esiste, come faccio a dirlo?
LO SO E BASTA. L'ho sempre saputo e ho pensato spesso alla
morte. Fin da piccola davanti allo sguardo allibito di mia mamma
dicevo: mamma se dovessi morire per favore non mi fare quelle
tombe brutte con tutte quelle croci sopra che mi trasmettono solo
sofferenza, mettimi la scultura di un cane acciambellato così mi
tiene compagnia e ci gioco e mi raccomando non piangere perchè
se nò io che ti vedo soffro senza la possibilità di dirti che sto bene!!
Ma' promettimi che fai così perchè credimi non ne vale la pena.
Avevo sei sette otto anni, sempre con l'intento di ribellarmi al tabù MORTE.
Ora la scienza inizia a considerare cose che non aveva mai considerato:
la fisica quantistica, l'ipotesi che ci siano realtà non solo a tre dimensioni come la nostra ma a quattro, cinque , ecc.. E' quindi molto auspicabile che
un giorno la scienza possa scoprire che effettivamente dopo la morte ciò che è imprigionato nella realtà a tre dimensioni rimanga dov'è (il corpo fisico) e ciò che invece è libero dal corpo possa spontaneamente fare la cosa forse
più naturale di questo mondo ma che nella nostra limitatezza non comprendiamo cioè trasferirsi in un'altra dimensione.
A questo proposito è molto interessante il libro del 1888 "Flatland" di un reverendo inglese Edwin Abbot che ha ipotizzato come ragioneremmo se
invece vivessimo in un mondo a due dimensioni. Esisterebbe un mondo piatto e sottile come un folgio di carta e non riusciremmo a vedere nulla di ciò che è sopra al nostro piano esistenziale mentre chi vive in un mondo a tre dimensioni saprebbe tutto di noi. Se nella Flatland scendesse una sfera, si vedrebbe solo un cerchio cioè l'intersezione della sfera con Flatland, e nessuno dico nessuno potrebbe pensare all'esistenza della sfera e neppure immaginarla perchè sasrebbe in grado di immaginare solo cose piatte..Insomma per me funziona un po' così...Oddio scusa Ade mi sono fatta prendere un po' la mano è meglio che io mi fermi altrimenti parto per la tangenteciao!
εὐδαιμονία
io so che il corpo umano prima di un impatto tremendo tende a "rimpicciolirsi" e a prepararsi al botto..ovviamente nn è una spiegazione scientifica ma guanti e scarpe volati via (e ancora allacciati) solo li a testimoniarlo.
MEDORO, una domanda: CHE TI SEI FUMATO?![]()
spesso un rutto vale più di mille parole