Duecento miglia all’ora, 320 chilometri orari. Doveva essere la moto più veloce del mondo, rimarrà solo un sogno. I capoccia di Hinckley hanno detto stop e il progetto Daytona 1300, già in fase di avanzato sviluppo, finisce al macero.
Pareva che la voglia di stupire della Casa di Hinckley non dovesse più arrestarsi davanti a nulla. Record di cilindrata e coppia con la Twenty three, record di prestazioni con la Daytona 1300. Invece, sulla supermoto orgoglio di sua maestà britannica è calato definitivamente il sipario ancor prima della nascita. Nelle intenzioni dagli agguerriti inglesi la Daytona avrebbe dovuto inserirsi come terza incomoda tra Hayabusa e Kawasaki ZX-12R, anzi più che incomodascomodissima visto che era trionfalmente annunciata come la prima moto a raggiungere le 200 miglia orarie, tradotto in unità metriche fanno circa 320 km/h. Insomma un vero missile terra-terra che però non ci sarà mai se non nel museo Triumph.
Ad Hinckey hanno deciso di abortire il progetto, nonostante ci avessero già investito circa 4 milioni di sterline e nonostante la moto fosse quasi pronta per la produzione. Niente superTriumph, la Daytona non si farà, anche perché giudicata poco redditizia. Del resto non è che il segmento di questo tipo di moto brilli per le vendite, anche se potersi vantare di produrre la moto più veloce del mondo fa comunque un certo effetto.







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