Se devo dare un parere estetico su una supersportiva giapponese odierna, mi volto dall'altra parte. Spigoli, linee senza soluzione di continuità, tagli, controtagli, arzigogoli, e soprattutto, e questa cosa mi fa veramente pena, PLASTICA, plasticaccia nera dappertutto.
Guardate la Daytona, pulita, essenziale, con forme armoniche, senza pannelli e rattoppi di plasticoni neri fra serbatoio e telaio e compagnia bella.
Se togliamo le carene poi... il confronto è perso in partenza. Diciamo che noi europei curiamo i dettagli visibili e nascosti in altro modo e con altre intenzioni. Telaio, piastre di sterzo, pedane, leve, supporti, semimanubri, staffe e staffette... non c'è storia.
La nuova moto ci sarebbe da testarla, prima di giudicarla prestazionalmente... ciò che si ha per certo, è che col sistema di trombette telescopiche in stile R1, sono sicuramente riusciti a riempire ben più la curva di coppia ai medi regimi, per quanto sia comunque possibile su un 4 cilindri.
La "vecchia" (chiamare vecchia una moto tutt'ora dal concessionario, tipicamente orientale..), è una lama da pista esageratamente performante, con un telaio eccezionale ed una gestione elettronica del gas molto efficace... ma anche piuttosto impegnativa, per via della sua erogazione, soprattutto su strada, dove, sentendo pareri di amici, in alcune situazioni è persino snervante.
Diciamo che, più che denigrare la R6, apprezzo la mia Daytona perché, da buona moto sportiva europea, è realizzata secondo tutti i crismi classici in fatto di ergonomia, rifiniture, prestazioni, estetica.