Il vescovo di Locri, quello della scomunica alla 'ndrangheta, impegnato in prima persona contro la criminalità in un'opera continua di formazione e sensibilizzazione potrebbe essere trasferito. Si infittiscono le voci su mons. Giancarlo Bregantini, che sarebbe stato nominato nuovo vescovo di Campobasso, in Molise. Una promozione normale per un carriera ecclesiastica, ma che spiazza opinione pubblica e fedeli della Calabria, già scesi in campo per chiedere che il vescovo rimanga al suo posto. E' una polemica preventiva, anche perché al momento non ci sono conferme sulla eventuale decisione del papa. La Curia di Locri continua a smentire, spiegando che "al momento a mons. Bregantini non è giunta alcuna comunicazione da parte della Nunziatura apostolica'', ma uno dei più stretti collaboratori del vescovo, Piero Schirripa, presidente della Coop Valle del Bonamico che lo stesso Bregantini fondò oltre dieci anni fa, non ha alcun dubbio: ''Il trasferimento ormai è certo. Questo è un segreto di Pulcinella''.
Lo stesso Schirripa ha detto addirittura di aver visto il vescovo piangere, proprio dopo la notizia del trasferimento. L'ipotesi non viene né confermata né smentita dalla Cei che attraverso il portavoce don Domenico Pompili, ribadisce che ''ogni decisione su un trasferimento di un vescovo da una diocesi a un'altra è competenza della Santa Sede''. ''L'unica cosa che si può dire - spiega don Pompili - è che un vescovo può essere trasferito da una diocesi a un'altra, più importante e più impegnativa. E' una cosa che in Italia è accaduto più di una volta in tempi recenti. Ma a tutt'oggi sul caso specifico non si può dire niente". Da parte sua, il vescovo uscente di Campobasso, mons. Armando Dini, si limita a dire che "la comunicazione ufficiale sul nuovo vescovo arriverà dal Vaticano".
Sta di fatto che la Calabria non si capacita di rinunciare ad una delle voci religiose, ma anche civili più autorevoli. Una richiesta di popolo, lo stesso che è abituato a vedere il vescovo camminare tranquillamente a piedi per le strade di Locri, dire messa in ogni angolo della diocesi, parlare con tutti. Lui che non ha nemmeno il telefonino cellulare e che ama avere contatti veri con il territorio, pronto ad affrontare la 'ndrangheta con opere concrete: cooperative per dare un lavoro ai giovani, formazione umana e spirituale, appelli pubblici. Uno stile sintetizzato bene dai genitori e dalle sorelle di Giancarlo Congiusta, un giovane ucciso alcuni anni fa dalla 'ndrangheta. Con la sua partenza, scrivono in una lettera aperta ''subiremmo un'ulteriore tristissima privazione. Non ci lasci. Almeno non ancora. I familiari delle vittime della 'ndrangheta, i giovani delle sue cooperative, le madri, la diocesi stessa, tutti gli onesti che ancora sperano, rimarrebbero smarriti e senza guida''.
Al sentimento popolare danno voce anche il mondo politico-istituzionale e quello culturale. Tra le reazioni, quella del presidente della Regione Agazio Loiero, dell'ex presidente di Confindustria Calabria Filippo Callipo e di un gruppo di docenti universitari. Tutti chiedono che il vescovo trentino possa rimanere a Locri a continuare la sua opera. Giancarlo Maria Bregantini, ordinato sacerdote negli anni '70 a Crotone, è divenuto vescovo di Locri nel 1994.
Dice di essere “sereno”, anche se “obbedire è sempre faticoso”: a Battipaglia (Salerno), il vescovo di Locri-Gerace, Giancarlo Bregantini parla del suo probabile trasferimento dalla diocesi calabrese a quella di Campobasso, rimasta libera dopo le dimissioni del vescovo Armando Dini, che va via per motivi di età.
“Siamo in attesa di una lettera ufficiale da parte della Santa Sede. Sono anche io a conoscenza di queste voci che riguardano il mio trasferimento, ma non so altro”, ha spiegato monsignor Bregantini, partecipando oggi ad un incontro con i Padri Stimmatini della diocesi salernitana.
Da 13 anni alla guida della diocesi locrese, Giancarlo Bregantini è diventato nella Locride un punto di riferimento per la sua lotta personale contro la ‘ndrangheta, e la notizia di un possibile trasferimento nel capoluogo molisano, che potrebbe diventare ufficiale gia’ nei prossimi giorni, è stata mal digerita soprattutto tra i tanti giovani che in questi anni erano stato coinvolti nella realizzazione di numerosi cooperative insediatesi nei possedimenti confiscati alla criminalità organizzata.
“Obbedire è sempre faticoso - ha proseguito il vescovo di Locri - Lo si vede nei ragazzi, negli sposi, negli amici e nei sacerdoti, però è sempre liberante. Quando arrivai nella Locride, 13 anni fa, il vescovo Magrassi mi disse: ’se obbedisci avrai la strada in salita, ma sarai sempre guidato dalla mano di Dio. Senza obbedienza invece la strada sara’ più comoda, ma sarai solò. Fu questo a guidarmi allora, ed è ciò che mi guida ora, in attesa di una eventuale ufficializzazione”.
“Devo dire grazie alla Calabria per ciò che mi ha dato, perché nei suoi problemi e nelle sue lacrime mi ha restituito una giovinezza nuova e uno slancio impensato - ha concluso Bregantini - Sarà così anche nel Molise, se vivrò con il medesimo slancio. Uno slancio che è anzi rafforzato dalla esperienza calabrese”.
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quando uno è scomodo è scomodo!