Nel settembre del 2003 un mio caro amico mi chiamò e mi disse che proprio dietro casa mia un ragazzo (che poi ho scoperto di conoscere) stava cercando di vendere un thunderbird, la moto che sognavo da sempre...
Mi misi subito in contatto con lui per vederla e per capire se l’affare si poteva fare. La moto era perfetta, sempre tenuta in garage, con meno di 5000 km ed ad un prezzo incredibilmente più basso della quotazione ufficiale, ma sempre più alto delle mie possibilità finanziarie.
Presi un paio di giorni per pensarci e tornando a casa ne parlai durante il pranzo a mio padre. Gli occhi mi scintillavano durante il racconto dei particolari, dei colori, delle cromature. Ma comunque ero affranto perché non potevo permettermela.
Ad un tratto, seduta alla mia destra, prese la parola la mia nonna materna, Liliana. Ancora me la ricordo con quella espressione austera che la contraddistingueva mentre mi guarda e dice: “i soldi te li do io!”. E così fece, mi diede fino all’ultimo centesimo.
Questa fu solo l’ultima dimostrazione di affetto, quella degna di nota in un forum di triumphisti, che mia nonna mi diede. A qualsiasi periodo della mia vita io ripensi c’è sempre un episodio che mi lega a lei, dalle ripetizioni di latino ai pomeriggi d’agosto al mare a vedere i film con Elvis...
Beh, lo scorso sabato mia nonna è mancata. Aveva da poco compiuto 95 anni e da quasi 4 era affetta dal morbo di alzheimer. Ormai era ridotta ad uno scheletro, con una badante 24 ore su 24, in uno stato pressochè vegetativo.
Non ho mai capito perché abbia subito una punizione simile, dopo aver perso il marito quando era giovane, il figlio minore pochi anni fa, essere stata umiliata dalla nuora ed aver assistito ad una grave operazione di mia madre.
Ma ho capito che, pur avendo chiesto al Signore che mettesse fine alle sue sofferenze ed umiliazioni, non smetterà mai di mancarmi.
Da quel settembre del 2003 la mia moto si chiama Lili, come lei.