Le generazioni derubate
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Tutti questi casi, ed altri ancora, ci dicono chiaramente che la cosiddetta "riconciliazione" e' ben di la' da venire. Il Governo Howard rifiuta persino di chiedere scusa [=to say sorry`] per le atrocita' del passato, nonostante agenzie federali come la Aboriginal and Torres Strait Islander Social Justice Commission, lo abbiano esplicitamente esortato a farlo. In particolare, il dibattito sulle cosiddette "Stolen Generations", le generazioni di bambini che furono sottratte alle famiglie d'origine e spedite in missioni cristiane o affidate a famiglie bianche, rimane infuocato. Recentemente un sito web <http://webwank.net/webwank/herron.htm> che ironizzava, con un gioco disegnato in Flash, sulle dichiarazioni dell'ex Ministro per gli Affari Aborigeni, John Herron, e' stato minacciato legalmente dal Senatore per diffamazione. Herron infatti aveva minimizzato l'entita' del fenomeno "Stolen Generations" e del suo impatto sociale, nel tentativo goffo di deresponsabilizzare il governo del Commonwealth dalle accuse che gli Aborigeni gli portano ormai nelle aule dei Tribunali (chiedendo in molti casi, i relativi indennizzi per i traumi subiti da bambini).
La questione e' piu' che delicata, poiche' i bambini aborigeni continuano ad essere allontanati dalle famiglie, non piu' sulla base delle leggi speciali, abrogate da tempo, ma dai servizi sociali, che li trovano spesso in condizioni drammatiche di indigenza. Gli altissimi tassi di disoccupazione (il 38% contro il 10% della restante popolazione australiana), raggiungono picchi intollerabili nelle regioni interne. Testimonianze dirette da Alice Springs ci dicono che nei Northern Territory centinaia di bambini sniffano benzina per alleviare i morsi della fame, da contenitori di plastica appesi al collo. Malattie come il diabete, la tubercolosi e il cancro fanno si' che un Aborigeno abbia una possibilita' di morire quattro volte superiore a un bianco (anche se la natalita' e' nettamente superiore alla media australiana). L'esclusione sociale si riflette perfettamente nella situazione delle carceri, dove un Aborigeno finisce, secondo i dati ufficiali, con una media almeno quindici volte superiore a un australiano bianco. Come se non bastasse, le cosiddette "black deaths in custody", le morti in carcere degli Aborigeni, avvengono con una frequenza tale che il governo stesso ha istituito, ormai da un decennio, commissioni d'inchiesta dedicate specificamente a questa triste questione. Tuttavia, come dicevamo, il governo non ritiene opportuno chiedere scusa. Un'affermazione di carattere morale che gli Aborigeni ritengono invece fondamentale, perche' si possano curare le ferite inflitte nel passato e un vero dialogo possa cominciare. Dal canto suo l'attuale amministrazione (come molti australiani bianchi del resto) ritiene di non essere responsabile per gli errori compiuti dalle generazioni o dai governi del passato. In questo senso, il dibattito presenta delle analogie con la disputa sul "passato che non passa" nella Germania post-nazista, in cui le generazioni post-1945 si sono a lungo interrogate sull'eredita' e il peso morale dell'Olocausto. Ma il caso Australiano non e' assimilabile interamente a quello tedesco perche' la maggioranza bianca ha tratto innegabili vantaggi e benessere dallo sfruttamento di terre precedentemente abitate. Il nodo e' cruciale, poiche' non riguarda solo la memoria, ma lo statuto giuridico dei territori contestati e, in un'ultima analisi, il concetto stesso di sovranita'. ·
Coloni Australiani.... Brava gente... Soprattutto i primi ad essere rispettosi... e ma quanto progresso hanno portato... ora si che le popolazioni originarie dell-australia stanno bene...
Si si...







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