Voglio aggiungere qualcosa da quanto scritto da me oggi, voglio lasciare una mia regola.
Regola che ho dovuto, e voluto, imparare ed addottare per aiutarmi meglio nel compito voluto anche da me come genitore e padre.
Non guardare mai i tuoi figli come bambini ma vedili sempre come piccoli adulti e come tali vanno trattati e rispettati, anche aiutandoli a capire ciò che si vorrebbe dire o ascoltandoli quando ci vogliono dire qualcosa di importante, si potrebbero avere delle piacevoli ed educative sorprese.
Non esistono cattivi bambini, ma esistono cattivi genitori.
E per finire ...
Ricordati che si può esser genitore ma non per questo esser anche padre, o saperlo fare, così come si può esser padre ed esser anche genitore.Chi è solo un genitore è colui che ha solo generato un figlio, mentre chi è padre (o madre) può anche non averlo generato MA lo ha amato, educato, cresciuto e si è saputo immolare per lui donandogli il bene più prezioso, che va al di là delle cose terrene, gli ha donato la sua stessa vita facendo tutti i sacrifici necessari per farlo crescere, gioiendo con lui e soffrendo quando lo vede soffrire o quando gli deve infligere una punizione.
In realtà non esiste nessuna regola come ci si deve comportare, ma esiste il senso paterno che ci aiuta a capire.
Ecco ... io mi sono aiutato con queste regole, ma anche con altre che sono venute strada facendo e crescendo assieme ai miei due figli Fabio (15 anni) e Giorgio (11 anni). E posso dire dal loro comportamente che .... mi sento orgoglioso di non aver fallito come padre fino a qui, malgrado il mio vecchio mestiere di marina che mi portava sempre lontano da loro.
Non è facile il mestiere di Padre o di Madre, ma se lo assolvi nel migliore dei modi allora i risultati arriveranno, e sarà gioia per il cuore e carezze per l'anima.
Tra le tante cose che mi ha detto mio padre in gioventù, tra il giusto ed il sbagliato dei suoi insegnamenti, c'è nè uno in particolarmodo che mi è rimasto a mente per sempre, e che ogni volta che medito guardandoli mi torna alla mente.Lui mi soleva dire che ... L'uomo è un piccolo granello nell'universo, ma come granello ha una vita molto breve. Quel che resta di lui posson esser le sue opere, se son talmente grandi da resistere all'ondata del tempo, oppure la sua prole ed i suoi discendenti. Ma con essi si assicura solo il riprodursi della specie, il far restar in vita una piccolissima parte di se stesso sotto forma di dna, mentre per esser sicuro che il suo ricordo sopravviva per abbastanza tempo necessita che sia la sua discendenza, i suoi figli, a ricordarlo. Ma i ricordi son solo di due specie, belli oppure quelli brutti. L'essere umano suole dimenticare le cose brutte, ma si tiene caro i ricordi più belli. Quindi va da se che all'uomo come eternità non resta altro che la sua prole ed il buon ricordo di lui che saprà lasciargli. Sii Genitore, ma ancor più importante è che tu sappia essere un buon PADRE, ed allora puoi sperare che il tuo ricordo sopravviva allungo e per molte generazioni ad avvenire.
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